mercoledì 12 marzo 2014

Morto Anthony Richmond, il re dei B movie

Cinema. Scomparso a Roma a 86 anni il regista di genere. Nei settanta ha lavorato con Klaus Kinski, George Hilton e Alan Steel
↳ Anthony Richmond alias Tonino Ricci

Mn­tre il cinema ita­liano si rivi­ta­lizza con l’Oscar e le grandi bel­lezze, il  cinema popo­lare ita­liano perde un altro dei suoi Kings of B’s. Si tratta di Anthony Rich­mond, cioè di Teo­doro «Tonino» Ricci scom­parso ieri a Roma, dove era nato nel 1927, regi­sta di una ven­tina di film, tra i primi anni ’70 e i tardi anni ’90, tutti rigo­ro­sa­mente di genere, dal western-kung fu al Ber­muda Movie, dal maca­roni war movie al posta­to­mico, dal sotto Conan al sotto Zanna Bianca. Ricci, che era vis­suto da sfol­lato a Cine­città nel pri­mis­simo dopo­guerra, era pro­prio cre­sciuto den­tro il cinema romano popo­lare e di quel cinema tra­smet­teva la sim­pa­tia e l’artigianilità. Negli anni ’60 era stato assi­stente di Mario Bon­nard per I masna­dieri, di Carlo Cam­po­gal­liani per Rosmunda e Alboino, di Mario Bava, per poi appro­dare nello spa­ghetti western, sem­pre come assi­stente in film abba­stanza mar­gi­nali come Dio li crea… io li ammazzo e nei paro­di­stici Cic­cio per­dona… io no e I nipoti di Zorrocon Fran­chi e Ingras­sia. Arri­verà alla regia della seconda unità con Lucio Fulci per la saga di grande suc­cesso Zanna Bianca, nei primi anni ’70.
In realtà, Tonino Ricci aveva già esor­dito nella regia con un curioso maca­roni war movie, Il dito nella piaga, con George Hil­ton e Klaus Kin­ski nel 1969, dove Kin­ski fa inso­li­ta­mente un ruolo di buono e non il solito nazi­sta sadico. Da una sce­neg­gia­tura di Rafael Azcona, nasce il suo film suc­ces­sivo, Un omi­ci­dio per­fetto a ter­mine di legge, 1971,un giallo. Ricci gira un po’ di tutto, non tro­vando mai un suo vero e pro­prio genere. Sono pro­dotti medi, di con­sumo, senza grandi genia­lità, ma sem­pre di un certo suc­cesso com­mer­ciale. Si va da un tardo spa­ghetti western come Monta in sella figlio di… con Mark Damon e Stel­vio Rosi, al comi­ca­rolo Colpo grosso, gros­sis­simo anzi pro­ba­bile. Si spe­cia­lizza pre­sto nelle copro­du­zioni e nei mischioni di generi, come dimo­strano i suc­ces­sivi Sto­ria di karaté, pugni e fagioli, con il can­tante «comu­ni­sta» Dean Reed, ado­rato a Mosca, il grosso spa­gnolo Chris Huerta come sotto-Bud Spen­cer e il giap­po­nese Iwao Yoshioka, oltre al mae­stro dello stunt nostrano Sal Bor­gese, o Sto­ria di arcieri, pugni e occhi neri, sorta di Robin Hood cacia­rone con un vec­chio Maci­ste nazio­nale, Alan Steel, alias Ser­gio Ciani, nel ruolo dell’arciere di Sher­wood, Chris Huerta come Frate Tuck.
Ma sono note­voli anche Kid, il monello del west con Andrea Bale­stri, il Pinoc­chio della tv, una sorta di spa­ghetti western per bam­bini, e il grosso Remo Capi­tani, il mitico Metz­cal, o Zanna Bianca alla riscossa con Mau­ri­zio Merli, Henry Silva, Gisela Hahn e il cat­ti­vis­simo Luciano Rossi, carat­te­ri­sta sval­vo­lato del nostro cinema bis. Gira anche un mélo sexy in Spa­gna, Pasiòn, con Maria José Can­tudo e Macha Meril, prima di pas­sare a nuovi generi, come il Ber­muda Movie Ber­mude: la fossa male­detta con Andrés Gar­cia, Janet Agren e Arthur Ken­nedy, forse il suo film più ricco e di suc­cesso. Ma tocca anche la fan­ta­scienza, con Incon­tri con gli uma­noidi, 1979, con Andrés Gar­cia e Gianni Garko, o Bak­te­rion, con David War­beck e Janet Agren, per poi pas­sare al sotto Conan con Thor il con­qui­sta­tore. Seguita a girare di tutto, anche quando i generi sono ormai agli sgoc­cioli. I suoi ultimi film sono legati al cane Buck pro­dotti dai Curti, Buck ai con­fini del cielo con John Savage e David Hess e Buck e il brac­cia­letto magico con Matt McCoy. Ma siamo già alla fine degli anni ’90 e que­sto tipo di cinema non esi­ste ormai più.

http://ilmanifesto.it/morto-anthony-richmond-il-re-dei-b-movie/

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