domenica 23 marzo 2014

L’insopportabile arroganza dei “padroni del mondo”

- di Luciano Lago -
Ci sono episodi ed avvenimenti che passano in secondo piano nel contesto dei grandi avvenimenti  sulla scena internazionale  ma alcune volte è da questi che si ricavano importanti indicazioni sui  comportamenti  e sul carattere di alcune persone che  rivestono incarichi importanti.
Nel caso dell’attuale crisi dell’Ucraina che ha portato ai massimi livelli la tensione internazionale tra  russi e americani, questi ultimi contornati dai loro lacchè e servitori europei,  per  quanti  hanno seguito la vicenda, possono essere significativi  alcuni episodi  e dichiarazioni fatte  dietro le quinte del palcoscenico mondiale.
Non parliamo del sistematico travisamento dei fatti che viene svolto con noncuranza e con ossessiva ripetitività dalle fonti ufficiali della politica statunitense e ripetuto da quasi tutti i media occidentali, quasi fosse vero che una bugia ripetuta mille volte possa divenire una verità.
Così il golpe effettuato sotto la regia americana a Kiev diventa nella versione della propaganda USA una “rivoluzione”.  Le vittime della piazza Maidan a Kiev vengono attribuite ai tiratori scelti della polizia ucraina del regime di Yanukovich che avrebbero sparato sulla folla. Menzogna poi sbugiardata dalla registrazione del colloquio telefonico svoltosi tra la Caterine Ashton ed il mistro degli esteri estone Urman Paet i quali dicono chiaramente che i cecchini sono al servizio dei ribelli. Vedi qui(*).
In sede di Nazioni Unite, la Russia ha bloccato con il veto la risoluzione di condanna presentata al Consiglio di Sicurezza  dagli Stati Uniti  in cui si faceva riferimento al procedimento di annessione della Crimea alla Federazione Russa  sulla base del referendum plebiscitario favorevole votato dal 95% della popolazione della regione.
Il rappresentante diplomatico russo all’ONU, Vitali Churkin,  in quella occasione è stato quasi aggredito fisicamente  nella sala delle riunioni  dell’ONU da una indemoniata Samantha  Power, ambasciatrice USA all’ONU,  resa furiosa nevrastenica e dal veto opposto dalla Russia. alla risoluzione americana.
Si tratta della stessa Samantha Power che in precedenza si era recata al concerto delle Pussy Riot organizzato da Amnesty International, solidarizzando con loro, dopo che queste erano state incarcerate in Russia per aver inscenato uno spettacolo osceno e blasfemo nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Le Pussy Riot fanno capo ad una organizzazione che risulta finanziata dal miliardario Soros ed ha sede in Ucraina. Da questo l’invito ironico da parte del russo Churkin, rispondendo alla provocazione, rivolto alla Power “di unirsi lei stessa alla band per realizzare un tour presso la Cattedrale nazionale di Washington e magari presso St. Pietro a Roma, seguendo alla Mecca ed al Muro del Pianto di Gerusalemme”.
Aveva risposto la Power esaltando (a sprezzo del ridicolo) la instancabile opera di “difesa dei diritti umani fatta dalle Pussy Riot” dipingendole come delle “eroine” di tale causa. Da notare che l’organizzazione a cui fanno capo le Pussy Riot ha la sua base centrale in Ucraina e da lì le ragazze, tutte assoldate e pagate dalla società di Soros, vengono smistate con tanto di spese di trasferta per attuare le loro provocazioni anti religiose e blasfeme in varie parti del mondo.
Samantha Power, Barack Obama
Un’altra americana che ha dimostrato la sua supponenza ed arroganza è stata ultimamente la famosa giornalista della CNN, Christiane Amanpour la quale, nel corso del suo programma, aveva attaccato Vitali Churkin, tirando in ballo la figlia di questi, Anastasia Churkin, e mettendo in dubbio i valori etici di questa per aver la stessa rivolto una domanda scomoda alla portavoce del Dipartimento di Stato USA, Jen Psaki, circa le sue dichiarazioni sulla crisi ucraina ed averne informato il proprio padre e domandando se il rappresentante russo e persone come lui avessero mai la volontà di “uscire dalla loro zona di confort”
Non è tardata la risposta dello stesso Natali Churkin il quale mediante una lettera aperta alla Amanpour ha contestato a questa la medesima mancanza di valori etici di cui lei parla, visto che la stessa Amanpour aveva a suo tempo intervistato il proprio marito James Rubin, già assistente dell’ex segretario di Stato Madaleine Albraight. In quella intervista aveva anche partecipato fra l’altro anche il marito di Victoria Nuland, Robert Kagan, membro della giunta direttiva della FPI (Iniziativa della Politica Estera), un importante organismo del governo USA, implicato fra l’altro nella storia della rinuncia della presentatrice della RT, Liz Wahl.
Inoltre Churkin ha ricordato le centinaia di interviste e di missioni che lui stesso ha sostenuto durante la sua carriera, incluso quelle per il disastro di Chernobyl e altre tragedie e di essere stato ben contento che, grazie alla sua testimonianza in Consiglio di Sicurezza all’ONU, la verità sui fatti di Kiev e dell’Ucraina stia iniziando ad emergere.
Quanto alla propria figlia, attaccata direttamente dalla Amanpour, Churkin ha sostenuto di essere orgoglioso di lei non soltanto perché è una ottima giornalista professionale benché molto giovane ma anche perché mantiene la giusta distanza professionale dal padre rispetto al suo incarico.
Nella lettera Churkin domanda maliziosamente alla Amanpour, visto che questa risulta sposata con il portavoce del Dipartimento di Stato USA, “quale sia stata la sua credibilità professionale durante il suo fidanzamento”.
Vale la pena leggere la lettera per capire la lezione di stile e di dignità che il diplomatico russo impartisca al “mostro sacro” del giornalismo USA.  Vedi qui.
Si tratta di singoli episodi e di atteggiamenti i quali, messi insieme con lo sprezzante travisamento dei fatti che viene sistematicamente effettuato dalla cricca dei responsabili della comunicazione ufficiale di Washington, il tutto per uso e consumo della propaganda, rivelano il lato più insopportabile degli statunitensi: la boria e l’arroganza di coloro i quali ritengono di essere i “padroni del mondo”.
Nella Foto in alto Christiane Amanpour (CNN)
Foto al Centro: Samantha Power con Obama
Riferimenti:


http://www.informarexresistere.fr/2014/03/22/linsopportabile-arroganza-dei-padroni-del-mondo/

(*)

Kiev, ecco la telefonata choc che scredita il nuovo governo. Chi ha pagato i cecchini?

In una telefonata tra il ministro degli Esteri estone e il commissario Ue agli Affari Esteri Ashton emergono nuove, inquietanti, rivelazioni: i cecchini avrebbero sparato anche sulla polizia, e sarebbero al soldo della nuova coalizione
I cecchini che avevamo visto all'opera nelle scorse settimane in piazza Maidan non sarebbero stati ingaggiati da Yanukovych, e non avrebbero sparato solo contro i manifestanti.







È quanto emerge da un'inquietante telefonata, pubblicata da Russia Today e rilanciata in questi giorni su Youtube, intercettata il 25 febbraio scorso tra il ministro degli Esteri estone Urmas Paet e l'alto commissario per gli Affari Esteri della Ue Catherine Ashton.
Paet è appena tornato da Kiev, dove ha incontrato esponenti della Nuova Coalizione e rappresentati del movimento di piazza Maidan. Le rivelazioni che fa al telefono sono impressionanti: "Tanto tra le persone quanto tra i manifestanti ci sono stati morti uccisi dai cecchini. Gli stessi cecchini uccidevano persone su entrambi i fronti. C'è l'impressione sempre più forte che dietro i cecchini non ci sia Yanukovych ma qualcuno della nuova coalizione." Paet cita la testimonianza di Olga Bogomolets, medico e fisico vicina ai manifestanti di piazza Maidan, che gli racconta come le ferite sui cadaveri tanto della polizia quanto dei manifestanti portassero le impronte "della stessa mano, gli stessi proiettili".
Una rivelazione che, nelle parole dello stesso Paet, screditano il nuovo governo di Kiev sin dagli esordi. Il ministro degli Esteri estone racconta anche come la popolazione non abbia più fiducia nella classe politica, nonostante il cambio di governo: "L'impressione è che non ci sia fiducia verso i politici. Le persone di Maidan e della società civile dicono che gli esponenti del nuovo governo hanno un passato losco." Racconta inoltre di un clima tesissimo, di intimidazione verso i membri del parlamento: "Giornalisti che erano con me hanno visto che in pieno giorno un deputato è stato picchiato davanti al Parlamento da questi ragazzi con dei fucili.
La gente non lascerà le strade prima di vedere avviate delle vere riforme. Il solo cambio di governo non basta. C'è bisogno di un messaggio chiaro, che aumenti la fiducia della gente." Per di più, racconta Paet, le popolazioni dell'Ucraina orientale non aspettano altro che l'arrivo dei russi, e la fine dell' "occupazione" ucraina.
La Ashton dal canto suo replica dicendo di essere choccata da notizie che apprende solo al momento della telefonata, e promettendo indagini in proposito. "Però a quelli di Maidan ho detto anche che se si barricano negli edifici e il governo non può funzionare, noi non possiamo nemmeno mandare del denaro, perché abbiamo bisogno di un parlamento con cui poter cooperare. Ho anche detto agli esponenti dei partiti di opposizione che devono dialogare con Maidan, e mandare nelle strade la polizia ordinaria a svolgere il proprio ruolo, cosicché la gente possa tornare a sentirsi sicura." - prosegue la Ashton- "Mi sono anche rivolta al Regions Party: devono andare a portare fiori sulle tombe dei morti di Maidan, mostrare che hanno capito quello che è successo. C'è una grande rabbia, la gente ha visto crescere la responsabilità di Yanukovych nella corruzione e pensa che siano tutti uguali. La gente ha perso persone care, e ha la sensazione che questo sia stato ordinato da Yanukovych. C'è grande shock in città, che può esprimersi nei modi più diversi."

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/telefonata-urmas-paet-e-catherine-ashton-998883.html

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