La grande frode –
L’equità di Attila – Servi delle banche – Siamo condizionati dai luoghi comuni:
il luogo-comunismo – Composizione del debito pubblico- Perché in Italia non c’è
mai stata una rivoluzione di popolo – Ha fatto almeno questo – Gli investimenti
dello IOR – Il ritorno del caimano. I delinquenti ringraziano – Cosa ne pensa
Bagnasco – L’Italia affondi ma si salvino i bombardieri – Su Favia e Salsi
estromessi da Grillo – Draghi svelato in Germania – L’Italia ha un solo
problema: la valuta sbagliata- Le frenetica riforma militare del generale Di
Paola – Con Monti siamo scesi di 5 posti nella classifica della libertà di
stampa - Nuova strage americana
"...ciò che noi chiamiamo
principio è spesso la fine / e finire è cominciare / la fine è il punto da cui
noi iniziamo.” (Thomas S.
Eliot)
Stefano
Colpa nostra se abbiamo
l'ardimentoso coraggio di riprenderci in mano il futuro nostro e dei nostri
figlio e sottrarlo a questa classe di cialtroni che in 30 anni si sono spolpati
un paese.
.
Viviana
Solo tre cose hanno
compattato la teppaglia politico-mediatica:
-l'interesse a sostenere il
piano dittatoriale del sistema bancario
-l'opposizione unanime al
movimento di libertà e democrazia di Grillo
-e la convenienza a spostare
San Remo per il terrore che passasse qualche messaggio antiregime!?
.
Federica
Daga
“Sono una sognatrice di
natura, senza sogni come potrei immaginare un mondo diverso?!?”
.
Venite, amici
miei,
Non è troppo tardi per cercare un mondo più nuovo.
Spingetevi al largo, e sedendo bene in ordine colpite
I sonori solchi; perché il mio scopo consiste
Nel navigare oltre il tramonto, e i bagni
Di tutte le stelle occidentali, finché io muoia.
Potrebbe succedere che gli abissi ci inghiottiranno:
Potremmo forse toccare le Isole Felici,
E vedere il grande Achille, che noi conoscemmo.
Anche se molto è stato preso, molto aspetta; e anche se
Noi non siamo ora quella forza che in giorni antichi
Mosse terra e cieli, ciò che siamo, siamo;
Un'eguale indole di eroici cuori,
Indeboliti dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà
Di combattere, cercare, trovare, e di non cedere.
Non è troppo tardi per cercare un mondo più nuovo.
Spingetevi al largo, e sedendo bene in ordine colpite
I sonori solchi; perché il mio scopo consiste
Nel navigare oltre il tramonto, e i bagni
Di tutte le stelle occidentali, finché io muoia.
Potrebbe succedere che gli abissi ci inghiottiranno:
Potremmo forse toccare le Isole Felici,
E vedere il grande Achille, che noi conoscemmo.
Anche se molto è stato preso, molto aspetta; e anche se
Noi non siamo ora quella forza che in giorni antichi
Mosse terra e cieli, ciò che siamo, siamo;
Un'eguale indole di eroici cuori,
Indeboliti dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà
Di combattere, cercare, trovare, e di non cedere.
(Tennyson)
.
L’EQUITA’ DI
ATTILA
Viviana
Vivarelli
Bersani ha promesso all’Ue,
cioè al sistema bancario che ci strazia, a quelle 20 banche che costituiscono il
mercato e che, con i soldi nostri, speculano sulla nostra rovina, che proseguirà
l’Agenda Monti, “con cui è d’accordo” (!), salvo applicare più
equità!
Con cosa è d’accordo, caro
Bersani? Ci dica:
Con l’abolizione dello
statuto dei lavoratori odiatissimo dall’Ultra-destra??
Con l’azzeramento dello
stato sociale, come nemmeno Romney avrebbe mai fatto?
Col portare l’età
pensionabile a 70 anni o magari dare la pensione al lavoratore solo post
mortem?
Con manovre tipo gli esodati
dove lo Stato rinnega se stesso?
Sui 12 miliardi di caccia
concessi a velocità lampo al generale De Paola, mentre dopo 18 mesi il porcellum
nemmeno si corregge e la gente diventa sempre più povera?
Con l’azzeramento graduale e
progressivo della sanità pubblica a favore delle lobbie private?
Sul regalo delle frequenze a
B? O dei 98 miliardi alle slot machine? O di tasse a chi porta fondi neri in
Svizzera?
Sul mantenimento di ogni
privilegio alla casta e ai possessori di grandi capitali?
Sui superstipendi che non si
toccano o sulle evasioni bancarie tutte perdonate?
Sulla legge anticorruzione
che tutela i corrotti?
Sulla Chiesa che ci deve 3
miliardi dal 2005 ma su cui però non interviene Equitalia?
Sul decreto sviluppo che
ammazza lo sviluppo?
Sulle grandi opere inutili
che comprendono persino le centrali nucleari calpestando ogni
referendum?
Sulla privatizzazione di
tutto l’esistente a vantaggio dei magnati?
Sul decreto Ilva che
protegge i Riva ma ammazza i lavoratori e prevarica le sentenze?
Ci spieghi, caro Bersani,
qual è la parte che le piace di più di questa ineffabile Agenda Monti e che l’ha
convinta a sostenere un Monti 2 o a indicare Monti come suo Ministro delle
Finanze?
E ce lo spieghino anche quei
3.100.000 elettori che sono andati a votare lei (o Renzi che è pure peggio),
qual è la parte di questa strabiliante Agenda Monti che piace loro di più?
E cosa intende Bersani
quando dice che la realizzerà “con maggiore equità”? Crede che la devastazione a
cui siamo soggetti abbia qualcosa di equo? Crede che si possa parlare di equità
ad Attila?
.
Sara
Paglini
Buongiorno gente...
qui le notizie corrono troppo velocemente...
qui le notizie corrono troppo velocemente...
Dalla notizia che Berlusconi
si candida... no,
non, non si candida..
che nel PDL si fanno le primarie.. anzi... no, non si fanno più... che si ricandida Berlusconi che ha finalmente tirato fuori dal cilindro il ”dinosauro”.. cioè di nuovo lui...
e poi la notizia che Monti non va più sostenuto
perché ha portato il paese alla rovina,
ma che se poi Monti vuole candidarsi con il centrodestra
e il PDL Berlusconi fa un passo indietro...
ma l'Europa vuole Monti per forza alla guida dell'Italia,
e .. se ce lo ”chiede l'Europa” ...
sarà per il bene di tutti noi...
allora Berlusconi rimette dentro Dell'Utri ,
che la sera prima diceva che non poteva candidarlo,
ma stamani sì, perché Dell'Utri dice che hanno la stessa storia,
ma comunque Monti deve stare fuori
perché il PD dice che deve stare superpartes,
ma le elezioni si devono fare velocemente
perché ce lo chiede lo spread,
e le firme se le avete, bene, se no le dimezziamo
o altrimenti arrangiatevi un po’ tutti,
tanto torna Monti e allora cosa le facciamo a fare le elezioni, mettiamoci stò caxxo di Monti
almeno risparmiamo milioni di euro....!!!!...!!!
non, non si candida..
che nel PDL si fanno le primarie.. anzi... no, non si fanno più... che si ricandida Berlusconi che ha finalmente tirato fuori dal cilindro il ”dinosauro”.. cioè di nuovo lui...
e poi la notizia che Monti non va più sostenuto
perché ha portato il paese alla rovina,
ma che se poi Monti vuole candidarsi con il centrodestra
e il PDL Berlusconi fa un passo indietro...
ma l'Europa vuole Monti per forza alla guida dell'Italia,
e .. se ce lo ”chiede l'Europa” ...
sarà per il bene di tutti noi...
allora Berlusconi rimette dentro Dell'Utri ,
che la sera prima diceva che non poteva candidarlo,
ma stamani sì, perché Dell'Utri dice che hanno la stessa storia,
ma comunque Monti deve stare fuori
perché il PD dice che deve stare superpartes,
ma le elezioni si devono fare velocemente
perché ce lo chiede lo spread,
e le firme se le avete, bene, se no le dimezziamo
o altrimenti arrangiatevi un po’ tutti,
tanto torna Monti e allora cosa le facciamo a fare le elezioni, mettiamoci stò caxxo di Monti
almeno risparmiamo milioni di euro....!!!!...!!!
...Insomma,
volete darvi una calmata AAAOOOOOHHH
E Basta!!! ... Me STA’ a SCOPPIA’ LA TESTA!!! Bastaaa....!!!
volete darvi una calmata AAAOOOOOHHH
E Basta!!! ... Me STA’ a SCOPPIA’ LA TESTA!!! Bastaaa....!!!
.
FUORI DALLA FINANZA
MONDIALE!
Viviana
Vivarelli
Eppure è
semplice.
Basterebbe che i media
cominciassero a dire la verità, invece di strisciare sotto padrone.
Io lo ripeterò fino alla
morte anche se i TROLL continuano a bannarmi, ma la verità alla
fine prevarrà su tutti i TROLL di questo mondo:
La famosa Europa è solo
l'Europa delle banche
I famosi mercati sono solo
le 20 banche maggiori
L'Unione Europea è la
realizzazione di un ultraliberismo assassino che tenta di imporre al mondo la
dittatura del sistema bancario perché possa continuare impunito a macinare
migliaia di miliardi, sottraendoli alla vita della gente per investirli in
speculazioni sregolate, dando sempre più potere a una ristretta oligarchia di
magnati, a scapito dei diritti e della sopravvivenza di tutti. Noi siamo come i
Cristiani al Colosseo, destinati a morte per far divertire una banda di maniaci,
che DEVONO GIOCARE!!!!!!
Draghi, Monti, Papademos e i
leader europei lavorano solo al servizio di interessi bancari che hanno già
avuto 1.019 miliardi di € all'1% per investirli al 6 o 7% in titoli di Stato,
per cui lo spread, i rating, le manovre sugli interessi sul debito servono solo
a maggiorare quello che intascano le banche nella differenza.
Monti serve a questo, a
garantire il massimo di utili alla maggiore banca americana, la Goldman Sachs da
cui dipende, e alle banche europee che alimenta, con un prelievo feroce di
ricchezza dalle tasche dei cittadini, abbattendone i diritti e portandoli a
livelli da Terzo Mondo, così che gli azionisti e gli speculatori del mondo
finanziario ricevano il massimo di profitto, ricchezza fatta contro l'economia
reale del mondo per l'economia fittizia della finanza. Distruzione di tutti per
i giochi perversi di pochi.
A questi turpi giochi i
grandi organismi internazionali come il Fondo Monetario o la Banca Mondiale o la
Bce si prestano come dittatori che coartano i popoli e li mettono al loro
servizio.
Si pensi che la FED (Banca
federale americana) ha stampato 16.000 miliardi di dollari per pasturare le
banche, senza nemmeno un controllo o un permesso del Congresso americano. ‘Ab
soluta’, sciolta da vincoli e limitazioni, peggio del re Sole. E in un Paese che
ha fatto del suo primo atto di propaganda l’esaltazione della
democrazia!
Il potere bancario domina il
mondo, comanda la politica e governa gli Stati tramite i suoi
esecutori.
Che Bersani voglia ubbidire
uno di questi servi del grande capitalismo è ORRIBILE!
Che gli elettori italiani
non lo capiscano è DISASSTROSO!
..
CONDIZIONATI DAI LUOGHI
COMUNI- IL LUOGOCOMUNISMO
Ci stanno dominando con i
LUOGHI COMUNI, frasi ripetute e martellate a mo’ di slogan che si incidono nelle
nostre teste e ci fanno marciare come delle marionette contro ogni buon senso e
contro il nostro stesso interesse.
L’economista Alberto Bagnai
(IFQ) combatte contro questi luoghi comuni che ci fanno diventare zombi
telecomandati dal sistema finanziario per la nostra stessa autodistruzione. Una
di queste idee che ci hanno conculcato è che fuori dall’euro sarà la
catastrofe.
Cito da Bagnai: ”Come ogni
ideologia, anche il
luogocomunismo rinsalda il consenso col terrore. Che qualcosa suoni
falso, nei grandi proclami ideologici, nel grande sogno europeo, i meno
sprovveduti lo intuiscono presto. Basta leggere sul Sole 24 Ore le lucide parole di Da Rold: per un
paese dell’eurozona, in caso di crisi “non ci sono alternative: o si svaluta la
moneta (ma nell’euro non si può più) o si svaluta il salario”. Impeccabile: come
ogni economista sa, e come del resto lo stesso “padre dell’euro”, Mundell,
tranquillamente ammetteva, lo scopo del
gioco, nelle unioni monetarie, è “disciplinare” i lavoratori,
scaricando su di essi e solo su di essi il peso degli shock avversi. Il
meccanismo funziona alla perfezione, se non fosse per un dettaglio: quando la
crisi arriva, anche chi non se ne fosse accorto prima intuisce di aver preso una
fregatura. Interviene allora, puntuale come un detonatore svizzero, il
terrorismo, per convincerlo che nella trappola è meglio restarci. Il terrorismo
più naif echeggia le parole della nuova guida europea, Angela Merkel: “fuori dall’euro c’è la
guerra!” Ma alla guerra, oggi, in Europa, non ci crede più
nessuno..Il terrorismo si fa allora più subdolo: “fuori dall’euro c’è
l’iperinflazione…andremo a fare la spesa con una carriola di
monete, compreremo il giornale con un chilo di lire in
tasca”. Affermazioni confezionate sapientemente, per far breccia
nelle menti degli elettori più ingenui. In queste parole non c’è buona fede.
1) Tutti concordano sul
fatto che si tornerà alle valute nazionali con un cambio uno a uno: un euro per una
“nuova lira” (vd Sapir, Bootle..). È la cosa
più semplice e razionale da fare per evitare fregature come quella che ci siamo
presa con il passaggio dalla lira all’euro
2) Ci sarà una svalutazione, ovvio:
usciamo proprio per non essere stritolati da un cambio troppo forte. Di quanto
sarà? Le stime vanno da un 20% (Altomonte) a un 30%
(Bootle).
3) Come si calcola? Andando
a vedere quanta competitività abbiamo perso rispetto al nostro principale
partner commerciale (la Germania): il cambio nominale si muoverà per compensare
questa perdita. Questo dice la teoria della parità dei poteri d’acquisto... Fra
1992 e 1993 la svalutazione fu di circa il 20%, perché nei 5 anni precedenti,
quelli seguiti all’ultimo riallineamento dello Sme (1987-91), l’inflazione
italiana era stata in media di 4 punti più alta di quella tedesca: come da
copione, il cambio recuperò con 5×4=20 punti di svalutazione.
4) Sarà una catastrofe? No.
Tanto per capirci, questo è più o meno l’ammontare della svalutazione che subì
l’euro nel primo anno di vita (26.7% dal gennaio 1999 all’ottobre 2000).
Attenzione: noi l’euro non lo avevamo ancora in tasca, ma già lo usavamo negli
scambi internazionali, cioè per comprare i dollari necessari ad acquistare le
materie prime (i cui prezzi erano in crescita). Ma nessuno ha visto carriole in
giro per le strade
5) L’inflazione aumenterà di
30 punti, arrivando al 33%! No. Il coefficiente di trasferimento della
svalutazione sull’inflazione è di norma molto inferiore a uno. Nel 2000,
nonostante l’euro si fosse svalutato di quasi il 30% dall’anno precedente,
l’inflazione aumentò di un solo punto (dall’1.6% al 2.6%). Nel 1993 il tasso di
inflazione addirittura diminuì di mezzo punto (dal 5% al 4.5%). E la sapete la
cosa più divertente? Perfino il prof. Monti ammise che la svalutazione (di circa il
20%) ci aveva fatto bene!
Insomma: l’idea di
Bersani che il
giorno dopo la liberazione andremo a comprare il giornale con 2323 monete da una
lira in tasca (al posto di 1,20€) è molto pittoresca. A noi piace ricordarlo
così, con la sua eloquenza immaginifica e le sue maniche rimboccate, a ostentare
pragmatismo. Se il governo farà il suo lavoro, ci si andrà con 1.20 nuove lire,
che diventeranno 1.30 dopo un anno (contando che l’inflazione aumenti di 6
punti, ad esser pessimisti). Non mi pare una tragedia, rispetto al devastante
cambio 1000 lire = 1 euro, che abbiamo subìto per la colpevole inerzia del
governo B. Proprio questa esperienza recente ci aiuterà a fare più
attenzione.
L’esilarante paradosso del
luogocomunismo è questo: le stesse persone che “lo Stato, come una famiglia, non
deve fare debiti”, vedono poi la panacea dei problemi del paese nel contrarre
ulteriore debito
estero. Perché il debito del “sistema paese” verso l’estero non
aumenta solo quando il governo vende all’estero un titolo di Stato (il
debitopubblicobrutto che i luogocomunisti vogliono abolire). Il debito estero
aumenta anche se un imprenditore (o lo Stato) italiano cede all’estero
un’azienda, vendendo un pacchetto di controllo. Infatti le statistiche, correttamente, collocano la cessione
a un investitore estero del controllo di una azienda italiana tra le passività
estere dell’Italia. Ma poi scusate, il problema non era che “abbiamovissutoaldisopradeinostrimezzi”?
E la soluzione sarebbe? Farsi prestare altri soldi dall’estero!? Ci vuole molto
a capire che, se un’azienda italiana passa in mano estera, l’Italia è meno
ricca? Per i luogocomunisti evidentemente sì. E ci vuole molto a capire che,
dopo, i redditi che l’azienda produce verranno molto probabilmente espatriati, riducendo il reddito
nazionale e aggravando la bilancia dei pagamenti? Pare di
sì.
..
COMPOSIZIONE DEL DEBITO
PUBBLICO
A marzo 2012 la situazione
era questa
il 39% del debito italiano
era in mano alle banche
il 15% in mano a
privati
il 5,7 a banca d'Italia (con
un totale italiano del 60%)
quasi il 42 in mano a banche
estere
Ripetiamo che quando si
parla di mercati ci si riferisce a una ventina di banche.
E quando si dice Europa si
dice Europa delle banche dominata dalla banca tedesca.
E quando si dice che Monti
piace ai mercati o all'Europa si intende che piace a questa ventina di banche,
alla Merkel e a una cricca di pochi speculatori internazionali che aumentano i
loro capitali speculando sulla nostra rovina.
Per capire chi abbia
contribuito a questo enorme debito superiore ai 2.000 miliardi, 126,1 del Pil
(il debito pubblico italiano a novembre 2011 copriva il 118,4 %
del PIL, dunque con Monti siamo peggiorati, altro che elogiarlo! Si tenga conto
che il debito pubblico americano è il 120% del Pil).
Guardate il prospetto e
vedete da voi le responsabilità dei vari governi.
A oggi solo il titolo
decennale svizzero ha un rendimento più basso di quello giapponese che dai
mercati viene considerato a tutti gli effetti un bene rifugio. E questo
nonostante Tokyo abbia un debito pubblico colossale che ha raggiunto quasi il
240% del Pil a fine 2011. Fitch ha recentemente declassato il debito giapponese
a livello A+, non tanto distante dalle disastrate Italia e Spagna. A differenza
di questi due paesi Tokyo ha sovranità monetaria, cioè ha facoltà di stampare
moneta. La stragrande maggioranza del debito pubblico giapponese poi è detenuta
da investitori locali.
Prodi ha leggermente
diminuito l'andamento peggiorativo del deficit, nel senso che
sotto il suo governo la corsa verso il peggio è leggermente diminuita. Se si
guarda la curva del debito, durante i suoi brevi governi sale un po' meno. Ha
poi imbrogliato per farci entrare in Europa per quanto i nostro conti non lo
permettessero, ma non dimentichiamoci che Prodi viene da questi stessi poteri
forti di cui è esecutore Monti e che il suo ministro delle finanze Visco faceva
parte di quel Bilderberg che oggi invita Enrico Letta insieme ai principali
esecutori dell'alta finanza ultraliberista che governa il mondo.
.
PERCHE’ IN ITALIA NON
C’E’ MAI STATA UNA RIVOLUZIONE DI POPOLO
Liliana, 5stelle della
prima ora
“Mi sono tornate alla
memoria le parole di un grande compagno, il regista Monicelli, e quello che sta
succedendo in questi giorni penso che sia la risposta alla domanda che si è
portato nella tomba. Perché in Italia non cha mai avuto successo una rivoluzione
di popolo? Ecco, perché non c'è mai stata, caro Mario, perché l'italiano non è
un popolo, ma solo una accozzaglia di individui, ognuno dei quali convintissimo
di essere più furrrrrbo di tutti gli altri. E così, ad ogni nuovo vento che
cerca di fischiare nella storia, subito spuntano dissidenti a prescindere,
bastian contrari seriali, dietrologi compulsivi, diffidenti
caratteriali.
gente capace solo di intorbidire le acque più chiare, perché nella fanga è più facile per rospi e pantegane sopravvivere, gente che è passata allegramente da una dittatura all'altra, da un padrone all'altro senza dire né ahi né bai, ora va cianciando di democrazia e vuole trovarla come e dove dice lei, senza rendersi conto che non la riconoscerebbe neanche sbattendoci il muso, semplicemente perché non l'ha mai vista prima.
Per fare una rivoluzione bisogna avere delle idee per cominciare, degli obiettivi comuni da raggiungere, delle strategie condivise. Bisogna darsi delle regole per fare tutto questo, e accettarle senza riserve. Ma soprattutto bisogna riconoscere un capo, uno che con la sua
autorevolezza tenga insieme tutto, uno che non è capo perché "qui comando io" ma perché rappresenta il pensiero e il volere di tutti quelli che decidono liberamente e in piena coscienza di intraprendere l'impresa.
Chi non se la sente, chi ha altre idee, chi mugugna da subito è meglio che se ne stia lontano.
I poteri forti una volta usavano le armi, ora hanno affinato tecniche psicologiche, infiltrano nei movimenti di opposizione virus umani, capaci di scardinare dall'interno ogni organizzazione. E pensare che dovevamo essere noi i virus contro il sistema!
Ve lo ricordate? Come abbiamo fatto presto a gettare in un fosso quell'idea geniale!”
gente capace solo di intorbidire le acque più chiare, perché nella fanga è più facile per rospi e pantegane sopravvivere, gente che è passata allegramente da una dittatura all'altra, da un padrone all'altro senza dire né ahi né bai, ora va cianciando di democrazia e vuole trovarla come e dove dice lei, senza rendersi conto che non la riconoscerebbe neanche sbattendoci il muso, semplicemente perché non l'ha mai vista prima.
Per fare una rivoluzione bisogna avere delle idee per cominciare, degli obiettivi comuni da raggiungere, delle strategie condivise. Bisogna darsi delle regole per fare tutto questo, e accettarle senza riserve. Ma soprattutto bisogna riconoscere un capo, uno che con la sua
autorevolezza tenga insieme tutto, uno che non è capo perché "qui comando io" ma perché rappresenta il pensiero e il volere di tutti quelli che decidono liberamente e in piena coscienza di intraprendere l'impresa.
Chi non se la sente, chi ha altre idee, chi mugugna da subito è meglio che se ne stia lontano.
I poteri forti una volta usavano le armi, ora hanno affinato tecniche psicologiche, infiltrano nei movimenti di opposizione virus umani, capaci di scardinare dall'interno ogni organizzazione. E pensare che dovevamo essere noi i virus contro il sistema!
Ve lo ricordate? Come abbiamo fatto presto a gettare in un fosso quell'idea geniale!”
..
HA FATTO ALMENO
QUESTO
Beppe
Grillo
A tutti si concede la frase
"Ha fatto almeno questo..".
L'onore delle armi. Anche il critico più feroce riconosce alla sua vittima un
piccolo insignificante merito. Mussolini ha almeno prosciugato le paludi
pontine. Nerone ha almeno costruito la Domus Aurea.
Brunetta almeno conosce la ricetta originale della pasta e
fagioli. Berlusconi ha almeno evitato il carcere. Fassino aveva
almeno una banca. D'Alema ha almeno una barca. Scalfari ha almeno scassato i
cosiddetti per quarant'anni filati con i suoi editoriali. Mastella ha almeno una
piscina a forma di cozza. Tutti hanno un almeno, anche i più sfigati. Un
"almeno" nel proprio curriculum
serve per evitare la "damnatio memoriae",
la cancellazione dalla memoria collettiva e la distruzione di ogni traccia che
possa essere tramandata ai posteri. Mi sono chiesto quale fosse l'almeno di
Rigor Montis, il dimissionario extraparlamentare. Ho pensato allo spread, il suo
unico alibi governativo, ma lo spread non si è turbato più che tanto dalla sua
prossima dipartita e neppure i titoli di Stato che
anzi chiudono in rialzo. Certo, lo ammetto, sono leggermente prevenuto dopo una
debacle degna di Caporetto, con disoccupazione, debito, tassazione alle stelle e
aziende che muoiono come le mosche d'inverno e il PIL che sprofonda. Ho pensato
quindi che l'almeno di Monti fosse la sua reputazione internazionale, nessuno è
profeta in patria. Vederlo abbracciato spesso alla Merkel e a Hollande come a
due salvagenti personali era più che un indizio di almeno. Ho letto per conferma
il Financial
Times a firma Wolfgang Munchau "L'anno di Monti è stato una bolla, buona per gli
investitori finché è durata. E probabilmente gli italiani e gli investitori
stranieri non ci metteranno molto a capire che ben poco è cambiato nel corso
dell'ultimo anno, ad eccezione che l'economia è caduta in una profonda
depressione. Due cose devono essere sistemate in Italia, la prima è invertire
immediatamente l'austerità, in sostanza smantellare il lavoro di Monti... la
seconda è scendere in campo contro Angela Merkel...". Forse il FT è
di parte, troppo di sinistra. Ho dato una scorsa al New York Times, un articolo di Paul
Krugman "Tecnocrati "responsabili"
costringono le nazioni ad accettare la medicina amara dell'austerità, l'ultimo
caso è l'Italia dove Monti lascia in anticipo, fondamentalmente per aver portato
l'Italia in depressione economica". Il NYT deve essere comunista.
Sono passato a sfogliare il Daily Telegraph "Monti ha portato l'inasprimento fiscale al 3,2% del
Pil quest'anno: tre volte la dose terapeutica. Non vi è alcuna ragione economica
per farlo. L'Italia ha avuto infatti un budget vicino al saldo primari nel corso
degli ultimi sei anni". Maoista! Forse però un almeno lo ha anche
Monti. Almeno si toglie dalle balle. Ci vediamo in Parlamento. O fuori o dentro.
Sarà un piacere.
.
GLI INVESTIMENTI DELLO
IOR
VV
Sono stati ventilati
rapporti di azionariato tra lo IOR e la fabbrica di armi Beretta.
Anni fa si disse la stessa
cosa sui rapporti tra Ior e Coca Cola (considerata una delle più micidiali
corporation del mondo per sfruttamento schiavistico e assassini di
sindacalisti).
La notizia dello Ior azionista della Beretta è stata smentita come una bufala dalla Beretta stessa, ma nulla si può dire di certo quando di mezzo c'è il Vaticano.
"Comunicato ufficiale della Fabbrica Armi Pietro Beretta (FAPB): «In relazione a notizie diffuse nei giorni scorsi circa la composizione dell’azionariato di Beretta Holding, la società smentisce nella maniera più ferma che IOR o società ad esso riconducibili siano azionisti della società stessa o di società da essa controllate. Beretta Holding, che controlla un gruppo di imprese principalmente attivo nel settore dello sport, caccia e tempo libero, è un’azienda di proprietà famigliare da 15 generazioni». Va beh…
Del resto,la massima segretezza copre gli affari dello IOR, per cui non è possibile avere conferme o smentite su ciò che è segreto. Due anni fa uscì che una decina di banche italiane erano in rapporto con lo IOR per riciclaggio di denaro sporco. Si cominciò a indagare Unicredit poi altre banche per depositi”, titolari e gestori di conti correnti sospetti, ma inaccessibili alle indagini civili, data la schermatura fornita dall’extraterritorialità dell’istituto vaticano. Purtroppo la magistratura italiana non ha competenza ad indagare su banche della Chiesa.
La notizia dello Ior azionista della Beretta è stata smentita come una bufala dalla Beretta stessa, ma nulla si può dire di certo quando di mezzo c'è il Vaticano.
"Comunicato ufficiale della Fabbrica Armi Pietro Beretta (FAPB): «In relazione a notizie diffuse nei giorni scorsi circa la composizione dell’azionariato di Beretta Holding, la società smentisce nella maniera più ferma che IOR o società ad esso riconducibili siano azionisti della società stessa o di società da essa controllate. Beretta Holding, che controlla un gruppo di imprese principalmente attivo nel settore dello sport, caccia e tempo libero, è un’azienda di proprietà famigliare da 15 generazioni». Va beh…
Del resto,la massima segretezza copre gli affari dello IOR, per cui non è possibile avere conferme o smentite su ciò che è segreto. Due anni fa uscì che una decina di banche italiane erano in rapporto con lo IOR per riciclaggio di denaro sporco. Si cominciò a indagare Unicredit poi altre banche per depositi”, titolari e gestori di conti correnti sospetti, ma inaccessibili alle indagini civili, data la schermatura fornita dall’extraterritorialità dell’istituto vaticano. Purtroppo la magistratura italiana non ha competenza ad indagare su banche della Chiesa.
"Lo Ior ha 100 dipendenti e
5 miliardi di patrimonio; i conti correnti sono riservati a un ristretto numero
di privati, oltre che ai dipendenti: a Report hanno parlato dei sospetti della
procura di Roma: “Nel 2006 si scoprì un conto-calderone dove arrivavano bonifici
senza nome, e un fido aperto di 10 milioni. Nonostante le norme, nulla era
trasparente e gli accrediti negoziati presso lo Ior venivano registrati su un
tabulato non registrato,che un dipendente della Banca di Roma veniva a ritirare“
. C’entrava Marco Simeon, vicino a Geronzi.
Quando Banca di Roma diventa
Unicredit, nulla cambia, nonostante le leggi sul riciclaggio del 2007 ormai
apertamente violate. Anche altre 4 banche avevano conti simili, fino alla
circolare di Banca d’Italia che impone di trattare lo IOR come banca estera. Ma
lo IOR farà sapere chi è a movimentare i conti di volta in volta solo su
richiesta di Unicredit, secondo quanto dichiarato dalla banca di Alessandro
Profumo (le vedi le connessioni tra questo governo e gli affari peggiori
d’Italia?)
Sembra che possano accedere
ai conti munifici dello IOR l'immortale Andreotti, come personaggi largamente
compromessi come Bernardo Provenzano e Totò Riina. Anche Citaristi, ex cassiere
della Dc, pluricondannato per Tangentopoli, che avrebbe beneficiato di un
assegno da 60 milioni di lire. Tra il 1989 e 1993 si calcola che siano state
condotte operazioni per un valore che supera i 310 miliardi di lire; mentre i
movimenti in contanti avrebbero toccato i 110 miliardi di vecchie lire.
Di certo si sa che lo IOR è stato escluso dalla Whit List, la lista delle banche virtuose che non accettano denaro di provenienza criminale e dunque…. Del resto tutti conoscono i legami tra il Vaticano e la banda della Magliana che usava lo IOR per ripulire i soldi delle rapine e in cambio faceva lauta beneficenza (come si paga il ricettatore che ti compra il frutto di una rapina), tant'è che in segno di riconoscenza il boss della Magliana, De Pedis, un feroce assassino ebbe l'onore di essere seppellito in basilica come nemmeno a Padrfe Pio è stato concesso!
Certo che capitali neri riciclati potrebbero essere tanti anche se è difficile individuarli. Sole24ore pubblicò la scoperta di 550.000 € di provenienza mafiosa, della famiglia Bonaccorsi riciclati dallo IOR con la connivenza di un sacerdote che li rigirava sotto la voce 'beneficenza'. Versare soldi sporchi nella banca vaticana è meglio che versarli ad Antigua.
Dice il procuratore di Catania: “Lo Ior non ha sportelli in Italia e opera aprendo conti bancari come se fosse un singolo cliente e tutto quanto arriva sul suo conto si confonde e non dà la possibilità di essere ricondotto ai singoli soggetti...”
Di certo si sa che lo IOR è stato escluso dalla Whit List, la lista delle banche virtuose che non accettano denaro di provenienza criminale e dunque…. Del resto tutti conoscono i legami tra il Vaticano e la banda della Magliana che usava lo IOR per ripulire i soldi delle rapine e in cambio faceva lauta beneficenza (come si paga il ricettatore che ti compra il frutto di una rapina), tant'è che in segno di riconoscenza il boss della Magliana, De Pedis, un feroce assassino ebbe l'onore di essere seppellito in basilica come nemmeno a Padrfe Pio è stato concesso!
Certo che capitali neri riciclati potrebbero essere tanti anche se è difficile individuarli. Sole24ore pubblicò la scoperta di 550.000 € di provenienza mafiosa, della famiglia Bonaccorsi riciclati dallo IOR con la connivenza di un sacerdote che li rigirava sotto la voce 'beneficenza'. Versare soldi sporchi nella banca vaticana è meglio che versarli ad Antigua.
Dice il procuratore di Catania: “Lo Ior non ha sportelli in Italia e opera aprendo conti bancari come se fosse un singolo cliente e tutto quanto arriva sul suo conto si confonde e non dà la possibilità di essere ricondotto ai singoli soggetti...”
Ora, se lo IOR è stato
capace di riciclare i soldi della mafia e di una banda di criminali come la
banda della Magliana, le dichiarazioni della banca vaticana sulla Beretta
lasciano il tempo che trovano, del resto Marcinkus non restò in carica per tanto
tempo perché investiva in opere di bene…per cui tutto è possibile.
Se qualcuno non sa ancora
chi sia stata la banda della Magliana, può leggersi questa corposa
ricerca:
Lo IOR non è certo una banca
che si basa sull’onestà e sulla trasparenza. Basti pensare al
crack di 4.292 miliardi con 8 morti del banco Ambrosiano e quali criminali ci
giravano attorno. Comunque, quando qualcosa, questa primavera, su questi affari
sporchi cominciò ad uscire, fu uno scandalo di cui si incolpò il presidente
dello IOR Gotti Tedeschi (ma del riciclaggio di denaro sporco o di non averlo
nascosto bene?) che fu licenziato.
Questo è un video sulle
intercettazioni fatti dal NOE in un ristorante tra Orsi di Finmeccanica
(sostenuto dalla Lega) e Gotti Tedeschi. Finmeccanica sarebbe uno scandalo
enorme che travolgerebbe qualunque governo, ma essendo troppo intrecciato a nomi
troppo grossi nessun governo avrebbe intenzione di farlo scoppiare perché
travolgerebbe non solo la Lega (che ha responsabilità enormi negli scandali di
Finmeccanica) ma l’intero Paese.
Ha ragione il primo
esorcista del mondo, Padre Amorth, a dire che il luogo dove meglio si è
insediato il diavolo è il Vaticano. Del resto, se il Male esiste e non è
stupido, quale sede migliore e più proficua? Basta vedere chi sono quelli che il
Vaticano ha sempre sostenuto: da noi per 18 anni Berlusconi e prima Andreotti.
Altrove e prima: Hitler, Franco, Peron, Salazar, Pinochet. In USA Romney contro
Obama. Oggi da noi: Monti.
..
IL RITORNO DEL
CAIMANO
I DELINQUENTI
RINGRAZIANO
Paolo
Farinella
La notizia era attesa da
tempo perché l’individuo orripilante non ne poteva fare a meno per «super ego
de-strabordante» e per necessità di sparigliare tutto pur di restare a galla. La
sua logica è: «se devo cadere, cada Sansone con tutti i Filistei». Ecco l’uomo
di stato! Il moderato! Il partito dell’amore! Cioè il magnaccia che regola il
traffico delle prostitute che paga per illudersi di essere attraente (con 10 kg
di cemento di pronta in faccia). B è finito politicamente e civilmente. Lui lo
sa, ma non può ammetterlo e deve far finta di non saperlo perché è senza misura
e senza orgoglio: è vanitoso, narcisista, ma non orgoglioso. A lui interessa
solo che una manciata di italioti cretini abbocchino per permettergli di avere
un certo numero di senatori e una squdretta alla camera con cui condizionare il
nuovo governo. Se si crea una situazione di ingovernabilità, lui è pronto a
«vendere» i suoi deputati a chiunque, purché sulla bilancia si mettano i suoi
processi, il falso in bilancio, la legge sulla corruzione che non deve passare,
la gara per le frequenze tv e cose di questo genere. Insieme a Dell’Utri fa non
solo ammuina, ma identifica il destino: o stanno in piedi insieme o insieme
cadono. Dell’Utri e lui per evitare il carcere, certo per il primo, probabile
per lui, devono andare in parlamento, finché esiste l’immunità che è un’oscenità
che deve essere abolita semplicemente. Dell’Utri lo tiene in pugno in nome della
mafia, ‘ndrangheta, e camorra che brindano alla grande perché B è una garanzia,
anche con pochi scelti in parlamento, tra i quali alcuni rappresentanti diretti
della malavita. Il povero Al Fano aveva anche detto in pubblico che voleva «il
partito degli onesti»!! Con ogni probabilità, se si presenta (ma fino alla
vigilia delle elezioni è possibile qualsiasi atto inconsulto dell’uomo ormai
fuori controllo), raggiungerà il 15% perché in 18 anni ha allargato il
parterre del malaffare: con i suoi governi ha dimostrato che conta essere
delinquenti perché tutti i corrotti e i ladri e gli sperperatori e gli
stupratori delle Istituzioni sono garantiti dalla sua presenza. Ringraziano
anche le prostitute che si è sempre portato dietro fino alla carica di ministre
e ora stanno facendo a gara per essere tra le prime del reame, nonostante alcune
fino a ieri, tifavano per il non-segretario Al Fano che è un pupo. Signori e
Signore, Eminenze e Cardinaluzzi, Monsignori e travestiti paonazzi, rallegratevi
ed esultate: il prodotto che avete conservato, protetto, e difeso, non solo
apertamente, soprattutto con il silenzio, quando vi conveniva, nonostante
mandasse «in malora» l’Italia intera, ora porta frutto: muoia l’Italia,
l’economia, lo spread e i sacrifici degli Italiani costretti da Monti a
impoverirsi per salvare B e Mediaset, che lunedì a spread
impazzito, affondava gli sforzi fatti, guadagnando in borsa il 2%, l’unico
titolo ad avere il segno positivo.
Se a B garantiscono le tv e
un salvacondotto giudiziario, sono convinto che anche un giorno prima delle
elezioni si ritirerebbe da ogni competizione. Non lo farà perché la bestia è
irrazionale e narcisista patologico irreversibile. Non lo farà perché ha paura
che le promesse che chiede nessuno gliele può garantire (tranne forse
Napolitano). Non lo farà, perché è ricattato dalla mafia & C. che lo
vogliono in Parlamento dove può imporre di fare «casino» a coloro che candiderà
con il contagocce, misurando ciascuno col grado di fedeltà a lui personalmente.
Candiderà chi ha il tasso di schiavitù più elevato.
.
IL CARDINALE
PREVENTIVO
Don Paolo
Farinella
Il cardinale presidente
della Cei, Angelo Bagnasco, è intervenuto, sul Corriere della Sera, cioè sul
giornale della conservazione per vocazione, per dire che il ritorno di
Berlusconi sarebbe un buttare in vacca i sacrifici degli Italiani:
«Non si possono mandare
in malora (sic! Oibòh!) i sacrifici di un anno. Ciò che lascia sbigottiti
è l’irresponsabilità di chi pensa a sistemarsi mentre la casa brucia. Il
problema era mettere in sicurezza l’Italia in una crisi di sistema
a lungo sottovalutata e di fronte a una classe politica incapace di riforme
effettive. Il governo tecnico ha messo al riparo da capitolazioni umilianti e
altamente rischiose. Bisogna continuare a concentrarsi sui problemi prioritari
dell’economia, sul modo di affrontare la drammatica questione del lavoro e sulla
lotta alla corruzione; sarebbe un errore non avvalersi di chi, come il
premier Mario Monti, ha contribuito in modo rigoroso e competente alla
credibilità del nostro Paese».
Ha citato Monti che vorrebbe
al posto di timoniere sicuro e fidato, ma non ha mai citato B. In 10 anni, lo ha
citato solo una volta: quando prese in faccia il piccolo duomo di Milano per
fargli gli auguri di pronta guarigione, invece di rammaricarsi con la Madonnina
di non essere stata più decisa. Nemmeno adesso che lo hanno scaricato, riesce a
chiamarlo per nome e mandarlo a quel paese. Nessuna parola di autocritica per
chiedere scusa agli Italiani di averlo sostenuto e di essere corresponsabili del
disastro perché la gerarchia vaticana e la Cei sono stati un pilastro portante
della resistenza e della delinquenza che colui incarnava.
Il cardinale auspica Monti,
ma non si accorge che così egli sceglie la Confindustria, la politica del rigore
per i poveri e la politica economica lassista per i ricchi, schierandosi dalla
parte di chi ha oppresso coloro che hanno fatto sacrifici veri, a fianco di chi
ha scialato e continuato ad evadere, depredando le pensioni, il lavoro, i
disoccupati e i precari.
Il fatto che i vescovi si
schierino dalla parte di Monti, senza fare una grinza, senza una mini critica
che sia anche un leggero buffetto, la dice lunga e la dice chiara. I vescovi
stanno organizzando il fatidico centro con Riccardi (Sant’Egidio) e Montezuma e
Casini (se vuole accodarsi ben venga, ma non è più il figlio primogenito);
chiudono la processione Fini e forse anche Rutelli. Un mix da sballo
stratosferico: l’assassino di un popolo (Monti), un complice antelitteram
di B (Montezuma, ex presidente Confindustria e tante altre cosucce), due
complici e compagnucci di merende di B (Casini e Fini che hanno governato con
lui, pancia al sole), e uno che non conta una beata cicoria (Rutelli). Resta
Riccardi, sempre pronto ad ubbidir tacendo, che non merita nemmeno di
essere nominato.
..
L’ITALIA AFFONDI MA SI
SALVINO I BOMBARDIERI
Don Paolo
Farinella
Con il governo cadono tutti
gli atti qualificanti che avrebbero dovuto fare gridare alla natura riformatrice
di codesto governicchio Monti. Legge sulla corruzione (finta in sé e per finta
in metodo), la legge sul taglio delle Province che restano tutte come ricompensa
a chi non sarà eletto, la legge sull’Ilva (licenza di uccidere, consapevolmente,
ma salvando il lavoro, uccidendo lo stesso), e via, via. In tutto questo
sfacelo, l’unica preoccupazione del governo è salvare la commessa di n. 16
bombardieri F16 che sono certamente la priorità nazionale.
In caso il Sudan ci facesse
guerra, saremmo pronti a sganciare i nostri mostri salva-Italia. Ecco il governo
dei tecnici! Salvano le spese inutili per la Nazione, ma estremamente importanti
per gli amici e gli amici degli amici. I bombardieri! Fossero state bomboniere
in vista di qualche matrimonio, beh!, uno si poteva anche adeguare, ma che in
mezzo allo sfacelo, salvino i bombardieri che costano circa un miliardo cadaùno,
signore e signori, non so a voi, ma a me fa venire una voglia di matta di fare
quello che non posso dire, altrimenti il cardinale presidente, che appoggia
questo governo, mi rimprovera per mancanza di galateo. W il Monti
«forever!»
Berlusconi prometterà mari e
colline (non può promettere Monti, è evidente!): abolirà l’imu sapendo che non
potrà farlo perché non vincerà e l’Europa non glielo consentirà, avendo firmato
lui la lettera che l’imponeva); prometterà le dentiere agli anziani che ne sono
sprovvisti; riporterà in auge la social-card quella che è costata più di
quanto distribuisse; prometterà l’abolizione della tassa sui motorini, detasserà
il lifting e darà l’abbonamento tv gratis agli over 70 anni e infine,
sicuramente, prometterà un condono anche in zona protetta, autorizzando ad
allargare le ville fino a un terzo. Gli imbecilli crederanno, ma gli imbecilli
crederanno sempre: bisognerebbe togliere il voto per decreto a chi, adulto,
crede nelle favole e nelle promesse cretine. Dirà di volere abbassare le tasse,
ma garantirà che non farà lotta all’evasione, abolirà gradualmente Equitalia e
detasserà le scuole private. Poi cosa che non guasta mai (l’ha già promesso
altre volte) dimezzerà i parlamentari, abolirà le province e darà gratis la
tomba al cimitero perché chi muore per amore di Patria, sarà iscritto in un albo
degli eroi nazionali. «Dulce est pro Patri mori» dicevano gli antichi e Berluska
s’impegna a far morire con sicurezza. Tanto essendo sicuro di non andare al
governo, può promettere quello tutto e anche di più.
Infine prometterà una
comparsata gratis in qualche programma delle sue tv a chi lo vota: la
Filippi, la D’Urso, i suoi tirapiedi stanno già rodando gli ingranaggi. Per chi
lo voterà si riapriranno gratis, e solo per loro, i manicomi perché chi
crede ancora a questo qua-qua-qua-ra-quà, non merita di vivere, né di morire.
Merita solo di essere colpito da diarrea a spruzzo permanente per tutti i giorni
restanti della sua vita. Fogne permettendo!
..
LA FRENETICA RIFORMA DEL
GENERALE DI PAOLA
Mr War
Il tempo,quando lo vogliono
lo trovano:
12 miliardi in spese
militari! In tre anni un aumento del 5,3%. Sì ai tagli al personale, no a quelli
per gli armamenti. L'istruzione e la ricerca?
LA RIFORMA MILITARE E’ LEGGE
(DELEGA IN BIANCO AGLI STATI MAGGIORI E 1 MILIARDO IN PIU’ A DI PAOLA IN
FINANZIARIA)
La legge di revisione delle
Forze armate voluta dal ministro Di Paola è da ieri legge dello Stato. E’ il
primo paradosso del Monti a fine corsa: il Pd vota a favore per responsabilità e
la destra vota compatta, nonostante abbia appena bocciato il governo (la Lega si
è astenuta). Tutto adesso è nelle mani del prossimo esecutivo e dei decreti
attuativi su cui ci sono 60 giorni di tempo perché il futuro parlamento dica la
sua. La legge autorizza le Forze armate a riorganizzarsi in proprio in 12 anni
con una delega per ora in bianco. Potranno rivedere modello organizzativo e
infrastrutture e chiedere il pagamento delle attività di protezione civile. Ma
introduce anche il principio dell’invarianza della spesa: i risparmi (taglierà
posti di lavoro) resteranno alla Difesa con una “flessibilità gestionale” che
l’autorizza spendere come vuole. Si prevede in armamenti. F35 da 70 milioni di
costo iniziale sono già lievitati a 100 e forse arriveranno a 120. che la si
guardi da destra o da sinistra, la legge va giù a pochi, escluso il settore
industriale degli armamenti che sembra il vero destinatario del provvedimento.
Persino Andrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, un giornale non certo
tacciabile di pacifismo, ha criticato Di Paola sul Sole24, chiedendosi quale sia
l’impatto strategico della legge e come mai il ministro pensi a comprare nuove
armi quando «considerato che i costi fissi di basi e caserme sono incomprimibili
i tagli si ripercuoteranno sull’addestramento (ormai un miraggio per molti
reparti) e persino sulla possibilità di fare il pieno a navi, aerei e mezzi
molti dei quali sottoutilizzati … per mancanza di manutenzione».
.
Lalla
Come mai una delle prime
cose che Monti ha fatto, senza dire nulla a nessuno, è stato il bonifico di due
miliardi e mezzo di euro alla banca americana Morgan Stanley (effettuato il 3
gennaio 2012), senza per altro fornire alcuna spiegazione. Un versamento
piuttosto paradossale, per colui che avrebbe dovuto invece
provvedere a riportare in attivo le casse dello Stato?
..
Nicola
Nicolini
E avete fatto caso che il
gettito IMU (circa tre miliardi di euro), legiferato da Tremonti e preteso da
Monti, corrisponde ai soldi dati al Monte dei Paschi di Siena per "salvarsi"??
(sarebbe questo il modo per risanare i conti dello Stato?)
E avete considerato che nel
2012 abbiamo dato 30 MILIARDI DI EURO al fondo salva stati dell'Unione Europea
aumentando pesantemente il nostro debito pubblico di cui tutti gli economisti ci
rimproverano? Ma allora a cosa serve il fondo salva stati??? Ad avere un motivo
in più per fare debito anche in situazione di crisi?
..
SU FAVIA E SALSI
ESTROMESSI DA GRILLO DAL M5S
Viviana
Sono addolorata per quanto
accaduto, non è tollerabile che chi dovrebbe rappresentare il Movimento agisca
contro di esso, in questo caso do ragione a Grillo. I due continueranno a fare i
consiglieri fino a fine mandato, ma non rappresenteranno più il Movimento, in
quanto non può rappresentarlo chi ha agito a suo danno.
Uno vale uno ma in questo
caso i due non valgono nessuno. E raccoglieranno quel che hanno seminato.
Pensate che una azienda potrebbe mantenere al suo posto un rappresentante
delegato che agisse contro di lei, favorendo la concorrenza?
Al momento godono
dell'importanza data loro dai media per infamare Grillo,
tra un po' nessuno si curerà
più di loro e allo scadere del loro mandato la lotta visibilità scenderà a zero.
In fondo se la sono voluta.
Mi dispiace. Potevano essere
risorse utili. Si sono rivelati problemi. E di problemi ne abbiamo anche troppi
di fuori al momento per mantenere anche quelli interni.
Il discorso sulla democrazia
è analogo al discorso sulla libertà di espressione.
Di per sé sono buone cose.
Ma se uno ne fa un uso perverso, si trasformano in cattive.
A ognuno è riconosciuta la
libertà di esprimersi, ma non se questa infama, calunnia, molesta, allora non è
più una libertà ma un reato.
Lo stesso vale per l'uso di
strumenti democratici e le rappresentanze democratiche, valgono finché li usi
per il bene comune, ma se ne abusi per la tua vanità o il tuo carrierismo si
rovesciano in strumenti negativi.
Nessun valore esiste
intrinsecamente, il valore si realizza nel suo uso buono non egoistico e non
finalizzato a nuocere.
.
Lalla
segnala
DRAGHI SVELATO IN
GERMANIAI Lupi di
Einstein
Il 2° canale della
televisione pubblica tedesca, ZDF, ha trasmesso un servizio che svela il vero
Mario Draghi al pubblico tedesco, finora imbonito dai vari tabloid che
attizzavano odio verso l’artefice della politica inflazionistica dell’Euro,
vestendolo però nei panni dell’Arlecchino che è arrivato per "lirizzare" o
"italianizzare" la moneta unica.
Draghi è un esponente dei
circoli finanziari internazionali, ha spiegato la ZDF nel suo servizio, mandato
in onda il 6 dicembre nel corso del seguito programma di approfondimento
politico Heute Journal, come commento alla riunione del Consiglio e della
conferenza stampa della BCE di quel giorno.
Alla conferenza stampa,
Draghi ha dovuto rispondere ad un numero insolitamente alto di domande scomode
provenienti non solo dal reporter della ZDF, ma anche da altri giornalisti
tedeschi, francesi e inglesi che gli hanno chiesto conto dell’intenzione della
BCE di assumere poteri assoluti e antidemocratici sul sistema bancario europeo,
della disoccupazione record in Europa e della "medicina-killer" applicata in
Grecia. Nel suo solito stile sofistico, Draghi ha giustificato ogni devastazione
economica e sociale causata dalle ricette della BCE, addossandone la
responsabilità ai governi che non avrebbero seguito la disciplina di bilancio
prima della crisi, ignorando il fatto che i bilanci pubblici sono saltati a
causa dei salvataggi bancari – la cui indisciplina di bilancio era non solo
nota, ma favorita dalla BCE!
Il servizio della ZDF è
indice che sta cambiando l’aria e il tiro viene aggiustato, precondizione per
una via d’uscita costruttiva. "Draghi godeva di relazioni eccellenti nel mondo
della finanza quando non era ancora presidente della BCE", esordisce il
servizio. "Da tempo egli è membro di un club esclusivo e discreto, il Gruppo dei
30:
.
L’ITALIA HA UN SOLO GRAVE
PROBLEMA: LA MONETA SBAGLIATA
Roma ha in mano delle carte
vincenti. Il grande ostacolo è il primo Mario Monti, installato a capo di una
squadra di tecnocrati nel Putsch di novembre 2011 dal cancelliere tedesco Angela
Merkel e dalla Banca Centrale Europea – tra gli applausi dei media Europei e
della classe politica. Monti può anche essere uno dei migliori
gentlemen europei ma è anche il sommo sacerdote del Progetto UE e un personaggio
chiave dell’adesione dell’Italia all’euro. Prima se ne va, prima l’Italia può
fermare lo scivolamento nella depressione cronica. I mercati sono, naturalmente,
inorriditi del fatto che si dimetterà una volta che il bilancio 2013 sarà stato
approvato, aprendo la porta al caos politico all’inizio del prossimo anno. I
rendimenti sui titoli a 10 anni del debito italiano lunedì sono saliti di 30
punti base al 4.85%. “L’armistizio è durato 13 mesi. Ora la guerra continua. Il
mondo ci guarda con incredulità “, ha scritto il Corriere della Sera. Il rischio
immediato per gli investitori obbligazionari è un parlamento diviso, con un
“25%” di possibilità di vittoria allo schieramento euroscettico di Berlusconi,
la Lega Nord e il comico Beppe Grillo, che ora nei sondaggi è vicino al 18%. “Se
non c’è una maggioranza chiara in Parlamento siamo condannati”, ha dichiarato il
Prof. Giuseppe Ragusa dell’Università Luis Guido Carli di Roma. Qualsiasi
risultato del genere lascerebbe i mercati obbligazionari palesemente esposti,
come durante l’ultimo spasimo della crisi del debito a luglio. Roma sembrerebbe
ancor meno disposta a richiedere un salvataggio e firmare un “Memorandum”
rinunciando alla sovranità fiscale – i presupposti per un intervento della BCE
che metta un tetto massimo ai rendimenti dei titoli italiani. Tutti gli
investitori che si sono precipitati sul debito italiano – o spagnolo – dopo che
Draghi della BCE si è impegnato a fare tutto il possibile per tenere insieme
l’UEM, potrebbero scoprire che Draghi non è in grado di mantenere la sua
promessa. Le sue mani sono legate dalla politica. Gli obbligazionisti
diventerebbero molto preoccupati. Ma gli interessi della democrazia italiana e
dei creditori stranieri non sono più allineati. Le politiche deflazionistiche
stile anni ’30 imposte da Berlino e Bruxelles hanno spinto il paese in un
vortice greco. Il lobby del business di Confindustria ha detto che il paese si
sta riducendo in “macerie sociali”.
Gli
ultimi dati confermano che la produzione industriale in Italia è in caduta
libera, giù del 6.2% nel mese di ottobre rispetto all’anno precedente. “Negli
ultimi 12 mesi abbiamo visto una capitolazione completa del settore privato”, ha
detto Dario Perkins di Lombard Street Research. “La fiducia delle imprese è
tornata ai livelli della crisi finanziaria nella sua fase più profonda. La
fiducia dei consumatori è ai minimi di sempre. Berlusconi ha ragione nel dire
che l’austerità è stata un disastro completo.”
I
consumi sono calati del 4.8% rispetto allo scorso anno, sul peso della maggiore
pressione fiscale. “Non ci sono precedenti nei dati. Il rischio per il 2013 è
che il crollo possa essere ancora peggiore,” ha dichiarato la Confcommercio,
federazione dei commercianti.
Le origini di questa crisi
risalgono alla metà degli anni ’90, quando il marco e la lira sono stati
agganciati in un cambio fisso. L’Italia aveva un sistema di scala mobile dei
salari e delle abitudini di inflazione. Le vecchie abitudini sono dure a
morire.
Ha perso dal 30 al 40% di competitività del lavoro
contro la Germania, con un lento declino. Il suo storico surplus commerciale con
la Germania è diventato un grande deficit strutturale.
Ormai il danno è fatto. Non è possibile riportare
indietro l’orologio. Ma è esattamente ciò che le élite politiche UE stanno
cercando di fare, attraverso le drastiche misure di austerità e “svalutazione
interna”.
Una
politica di questo tipo può funzionare in una piccola economia aperta come
l’Irlanda. In Italia si sta ripetendo l’esperienza britannica quando Winston
Churchill nel 1925 riportò la sterlina alla parità aurea ad un tasso
sopravvalutato. Come Keynes disse acidamente, i salari sono “rigidi” verso il
basso. I salari britannici si spostarono di poco nei cinque anni successivi.
L’effetto principale di questa politica è portare in alto il tasso di
disoccupazione. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è al 36.5% e
ancora in aumento.
Monti ha colpito con una
stretta fiscale del 3.2% del Pil quest’anno, tre volte la dose terapeutica. Non
vi è alcuna ragione economica per farlo. L’Italia ha avuto un saldo primario
vicino all’equilibrio nel corso degli ultimi sei anni. E’ stata, anche sotto
Berlusconi, un raro esempio di rettitudine.
L’avanzo primario
raggiungerà il 3.6% del PIL quest’anno e il 4.9% l’anno prossimo. Non si
potrebbe essere più virtuosi.
Eppure questa sofferenza è
stata peggio che inutile.
La stretta fiscale stessa ha
spinto il debito pubblico Italiano da una situazione di equilibrio stabile ad
una zona di pericolo. Il FMI dice che il rapporto debito/Pil sta crescendo molto
più velocemente di prima, saltando dal 120% dell’anno scorso al 126 % di
quest’anno e al 128 % nel 2013.
L’economia ha subito una contrazione per 5 trimestri.
Citigroup dice che
questa caduta andrà per le lunghe, con cali dell’1.2% nel 2013 e dell’1.5% nel
2014, con in seguito una crescita vicino allo zero fino al 2017, e lungo la
strada la ristrutturazione del debito.
Sarebbe sorprendente se gli elettori italiani
tollerassero a lungo questa débacle, anche se Pier Luigi
Bersani vincesse le elezioni con un programma di centro-sinistra,
pro-riforme, pro-euro. I dati dell’indagine Pew Trust mostrano che ora solo il
30% pensa che l’euro sia stata una “buona cosa”.
Il coro
a favore dell’uscita dall’UEM si è sopito dopo che Draghi ha promesso la
salvezza. 5 mesi più tardi, è chiaro che la crisi è sempre più profonda e si sta
ancora avvitando. Le voci si alzano di nuovo, sempre più forti. Berlusconi ci
gioca con malizia, un giorno lanciando con aria di sfida la “pazza idea” di dire
alla Banca d’Italia di stampare euro, il giorno dopo dicendo che “parlare di
lasciare l’euro non è una bestemmia .”
Questa settimana ha usato un linguaggio più duro.
“L’Italia è sull’orlo del baratro. Non posso permettere che il mio paese
sprofondi in una spirale di recessione senza fine.”
“La situazione di oggi è
molto peggiore di un anno fa, quando ho lasciato il governo. Abbiamo un milione
in più di disoccupati, il debito è in aumento, le imprese stanno chiudendo, la
proprietà è al collasso, e il mercato delle auto è distrutto. Non possiamo
continuare ad andare avanti in questo modo. “
No davvero.
.
VV
Ottima
segnalazione!
E' orribile il lavaggio dei
cervelli che fanno i media italiani per distrarre l'opinione pubblica,
disinformarla e far credere alla gente che il loro interesse coincide con quello
delle grandi banche che hanno prodotto questa crisi e se ne
arricchiscono!
Ed è davvero criminale
vedere come TUTTI i partiti, Pd in testa, siano succubi del sistema bancario e
ingannino i loro elettori!
Quello che sta avvenendo è
un gigantesco tradimento dei popoli, perpetrato da parte di coloro che sono
stati eletti per tutelarli e salvarli!
E ancora qualcuno viene a
chiedere che il M5S si allei con questi rinnegati
traditori??!!
E ancora qualcuno ha la
faccia di fare confronti o trovare somiglianze tra Grillo e altri leader
politici??!!
Ma allora davvero non capite
una cippa di quello che succede!
In quanto ai TROLL che hanno
in odio che si sconfessi questo immane inganno mediatico e politico e vengono
qui a fare stalking, si dovrebbero vergognare della loro bassezza mentale! Se
l'Italia cadrà, come è nelle intenzioni di questi farabutti della finanza, nel
Terzo Mondo, perdendo ogni diritto così come ha perso la sua sovranità monetaria
ed è stata soggetta a una depredazione di massa, non ci sarà NESSUNO, nemmeno
gli imbecilli o i perversi che si salverà!
Questa gente non opera solo
per la nostra morte, ma per la propria morte! Il che è l'idiozia più
tremenda.
..
Vito Asara
Il disegno è evidente. Non
più cdx e csx ma 2 partiti capeggiati da Monti e Bersani ( o uno solo con Monti
e Bersani), che si contenderanno (o faranno finta) il ruolo di maggiordomi.
Chiunque vinca avrà il compito di andare a prendere gli ordini da Bruxelles. Il
tutto dentro una democrazia, solo, formale.
Diamoci da fare altrimenti
sarà la catastrofe! Spero che anche gli altri popoli europei capiscano, visto
che il problema non è solo nostro. Posso solo sperare che possano essere evitate
le guerre civili (le più crudeli tra tutte le guerre) ma....la vedo
dura.
..
Mandato da
Sauro
LO SPIRITO DEL
TEMPO
Barbara
Spinelli
L'Europa, cui ci siamo abituati a guardare come al Principe che ha il comando sulle nostre esistenze, sta manifestando preoccupazione, da giorni, per il ritorno di B sulla scena italiana. È tutta stupita, come quando un'incattivita folata di vento ci sgomenta. I giornali europei titolano sul ritorno della mummia, sullo spirito maligno che di nuovo irrompe. Sono desolate anche le autorità comunitarie: "B è il contrario della stabilità", deplora Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo.
Tanto stupore stupisce. Primo perché non è così vero che l'Unione comandi, e il suo Principe non si sa bene chi sia. Secondo perché i lamenti hanno qualcosa di ipocrita: se il fenomeno Berlusconi ha potuto nascere, e durare, è perché l'Europa della moneta unica lo ha covato, protetto. Una moneta priva di statualità comune, di politica, di fiato democratico, finisce col dare questi risultati. La sola cosa che non vien detta è quella che vorremmo udire, assieme ai compianti: la responsabilità che i vertici dell'Unione (Commissione, Consiglio dei ministri, Parlamento europeo) hanno per quello che succede in Italia, e in Grecia, in Ungheria, in Spagna.
Se in Italia può candidarsi per la sesta volta un boss televisivo che ha rovinato non poco la democrazia; se in Ungheria domina un Premier - Viktor Orbán - che sprezza la stampa libera, i diritti delle minoranze, l'Europa; se in Grecia i neonazisti di Alba Dorata hanno toni euforici in Parlamento e alleati cruciali nell'integralismo cristiano-ortodosso e perfino nella polizia, vuol dire che c'è del marcio nelle singole democrazie, ma anche nell'acefalo regno dell'Unione. Che anche lì, dove si confezionano le ricette contro la crisi, il tempo è uscito fuori dai cardini, senza che nessuno s'adoperi a rimetterlo in sesto. Gli anni di recessione che stiamo traversando, e il rifiuto di vincerla reinventando democrazia e politica nella casa europea, spiegano come mai Berlusconi ci riprovi, e quel che lo motiva: non l'ambizione di tornare a governare, e neppure il calcolo egocentrico di chi si fa adorare da coorti di gregari che con lui pensano di ghermire posti, privilegi, soldi. Ma la decisione - fredda, tutt'altro che folle - di favorire in ogni modo, per l'interesse suo e degli accoliti, l'ingovernabilità dell'Italia. Chi parla di follia non vede il metodo, racchiuso nelle pieghe delle sue mosse. E non vede l'Europa, che consente il caos proprio quando pretende arginarlo.
Cosa serve a B? Un mucchietto di voti decisivi, perché il partito vincente non possa durare e agire, senza di lui, poggiando su maggioranze certe alla Camera come al Senato, dove peserà il voto di un Nord (Lombardia in testa) che non da oggi ha disappreso il senso dello Stato. Così fu nell'ultimo governo Prodi, che aveva il governo ma non il potere: quello annidato nell'amministrazione e quello della comunicazione, restato nelle mani di Berlusconi. La guerra odierna non sarà diversa da quella di allora: guerra delle sue televisioni private, e di una Rai in buona parte assoggettata. Guerra contro l'autonomia dei magistrati, mal digerita anche a sx. Guerra di frasi fatte contro l'Europa (Che c'importa dello spread?). Guerra del Nord contro il Sud, se risuscita l'asse con la Lega. L'arte del governare gli manca ma non quella del bailamme, su cui costruire un bellicoso potere personale d'interdizione. La democrazia non funziona, senza magistrati e giornali indipendenti, e proprio questo lui vuole: che non funzioni. Se non teme una candidatura Monti, è perché non è detto che essa faciliti la governabilità.
Ma ecco, anche in questo campo l'Europa ha fallito, non meno degli Stati. La libera stampa è malmessa - in Italia, Ungheria, Grecia, dove vai in galera se pubblichi la lista degli evasori fiscali. Ma nessun dignitario dell'Unione, nessun leader democratico ha rammentato in questi anni che il monopolio esercitato da Berlusconi sull'informazione televisiva viola in maniera palese la Carta dei diritti sottoscritta nel 2007. È come se la Carta neanche esistesse, quando importano solo i conti in ordine.
Nessuno ricorda che la Carta non è un proclama: da quando vige il Trattato di Lisbona, nel 2009, i suoi articoli sono pienamente vincolanti, per le istituzioni comuni e gli Stati. Nel libro che ha scritto con l'eurodeputata Sylvie Goulard (La democrazia in Europa), Monti neppure menziona la Carta. Forse non ha orecchie per intendere quel che c'è di realistico (e per nulla comico), nell'ultimo monito di Grillo: "Attenzione alla rabbia degli italiani!". Forse non presentiva, mentre redigeva il libro, il ritorno di Berlusconi e il suo intonso imperio televisivo. Eppure parla chiaro, l'articolo 11 della Carta: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche". Niente è stato fatto, in Europa e negli Stati, perché tale legge vivesse, e perché la stabilità evocata da Schulz concernesse lo Stato di diritto accanto ai conti pubblici.
Il silenzio sulla libera stampa non è l'unico peccato di omissione delle autorità europee, nella crisi. Probabilmente era improrogabile, ridurre i debiti pubblici negli Stati del Sud. Ma l'azione disciplinatrice è stata fallimentare da tanti, troppi punti di vista. Non solo perché alimenta recessioni (due, in cinque anni) che aumentano i debiti anziché diminuirli. Ma perché non ha intuito, nella stratificazione dei deficit pubblici, una crisi politica della costruzione europea (una crisi sistemica). Perché l'occhio fissa lo spread, dimentico del nesso fatale tra disoccupazione, miseria, democrazia. Perché senza inquietudine accetta che si riproduca, nell'Unione, un distacco del Nord Europa dal Sud che tristemente echeggia le secessioni della Lega.
L'antieuropeismo che Lega e Grillo hanno captato, e che B vuol monopolizzare, è una malattia mortale (una disperazione) che affligge in primis l'Europa, e in subordine le nazioni. È il frutto della sua letale indolenza, della sua mente striminzita, della cocciuta sua tendenza a rinviare la svolta che urge: l'unità politica, la comune gestione dei debiti, la consapevolezza - infine - che il rigore nazionale immiserirà le democrazie fino a sfinirle, se l'Unione non mobiliterà in proprio una crescita che sgravi i bilanci degli Stati.
L'ultimo Consiglio europeo ha toccato uno dei punti più bassi: nessun governo ha respinto la proposta di Van Rompuy, che presiede il Consiglio: la riduzione di 13 miliardi di euro delle comuni risorse (10% in meno) di qui al 2020. L'avviso non poteva essere più chiaro: l'Unione non farà nulla per la crescita, anche se un giorno mutualizzerà parte dei debiti. Di un suo potere impositivo (tassa sulle transazioni finanziarie, carbon tax: ambedue da versare all'Europa, non agli Stati) si è taciuto. Anche se alcune aperture esistono: da qualche settimana si parla di un bilancio specifico per l'euro-zona, quindi di mezzi accresciuti per una solidarietà maggiore fra Stati della moneta unica. Ma la data è incerta, né sappiamo quale Parlamento sovranazionale controllerà il bilancio parallelo.
Non sorprende che l'anti-Europa diventi spirito del tempo, nell'Unione. Che B coltivi l'idea di accentuare il caos: condizionando chi governerà, destabilizzando, lucrando su un antieuropeismo popolare oltre che populista. Dilatando risentimenti che reclameranno poi un uomo forte. Un uomo che, come Orbán o i futuri imitatori di Berlusconi, scardinerà le costituzioni ma promettendo in cambio pane, come il Grande Inquisitore di Dostoevskij. È grave che il governo Monti non abbia varato fin dall'inizio un decreto sull'incandidabilità di condannati e corrotti. Che non abbia liberalizzato, dunque liberato, le televisioni. Che abbia trascurato, come la sinistra, la questione del conflitto d'interessi. Magari credeva, come l'Europa prima del 1914, che bastassero buone dottrine economiche, e il prestigio personale di cui godeva nell'economia-mondo, per metter fine alla rabbia dei popoli.
L'Europa, cui ci siamo abituati a guardare come al Principe che ha il comando sulle nostre esistenze, sta manifestando preoccupazione, da giorni, per il ritorno di B sulla scena italiana. È tutta stupita, come quando un'incattivita folata di vento ci sgomenta. I giornali europei titolano sul ritorno della mummia, sullo spirito maligno che di nuovo irrompe. Sono desolate anche le autorità comunitarie: "B è il contrario della stabilità", deplora Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo.
Tanto stupore stupisce. Primo perché non è così vero che l'Unione comandi, e il suo Principe non si sa bene chi sia. Secondo perché i lamenti hanno qualcosa di ipocrita: se il fenomeno Berlusconi ha potuto nascere, e durare, è perché l'Europa della moneta unica lo ha covato, protetto. Una moneta priva di statualità comune, di politica, di fiato democratico, finisce col dare questi risultati. La sola cosa che non vien detta è quella che vorremmo udire, assieme ai compianti: la responsabilità che i vertici dell'Unione (Commissione, Consiglio dei ministri, Parlamento europeo) hanno per quello che succede in Italia, e in Grecia, in Ungheria, in Spagna.
Se in Italia può candidarsi per la sesta volta un boss televisivo che ha rovinato non poco la democrazia; se in Ungheria domina un Premier - Viktor Orbán - che sprezza la stampa libera, i diritti delle minoranze, l'Europa; se in Grecia i neonazisti di Alba Dorata hanno toni euforici in Parlamento e alleati cruciali nell'integralismo cristiano-ortodosso e perfino nella polizia, vuol dire che c'è del marcio nelle singole democrazie, ma anche nell'acefalo regno dell'Unione. Che anche lì, dove si confezionano le ricette contro la crisi, il tempo è uscito fuori dai cardini, senza che nessuno s'adoperi a rimetterlo in sesto. Gli anni di recessione che stiamo traversando, e il rifiuto di vincerla reinventando democrazia e politica nella casa europea, spiegano come mai Berlusconi ci riprovi, e quel che lo motiva: non l'ambizione di tornare a governare, e neppure il calcolo egocentrico di chi si fa adorare da coorti di gregari che con lui pensano di ghermire posti, privilegi, soldi. Ma la decisione - fredda, tutt'altro che folle - di favorire in ogni modo, per l'interesse suo e degli accoliti, l'ingovernabilità dell'Italia. Chi parla di follia non vede il metodo, racchiuso nelle pieghe delle sue mosse. E non vede l'Europa, che consente il caos proprio quando pretende arginarlo.
Cosa serve a B? Un mucchietto di voti decisivi, perché il partito vincente non possa durare e agire, senza di lui, poggiando su maggioranze certe alla Camera come al Senato, dove peserà il voto di un Nord (Lombardia in testa) che non da oggi ha disappreso il senso dello Stato. Così fu nell'ultimo governo Prodi, che aveva il governo ma non il potere: quello annidato nell'amministrazione e quello della comunicazione, restato nelle mani di Berlusconi. La guerra odierna non sarà diversa da quella di allora: guerra delle sue televisioni private, e di una Rai in buona parte assoggettata. Guerra contro l'autonomia dei magistrati, mal digerita anche a sx. Guerra di frasi fatte contro l'Europa (Che c'importa dello spread?). Guerra del Nord contro il Sud, se risuscita l'asse con la Lega. L'arte del governare gli manca ma non quella del bailamme, su cui costruire un bellicoso potere personale d'interdizione. La democrazia non funziona, senza magistrati e giornali indipendenti, e proprio questo lui vuole: che non funzioni. Se non teme una candidatura Monti, è perché non è detto che essa faciliti la governabilità.
Ma ecco, anche in questo campo l'Europa ha fallito, non meno degli Stati. La libera stampa è malmessa - in Italia, Ungheria, Grecia, dove vai in galera se pubblichi la lista degli evasori fiscali. Ma nessun dignitario dell'Unione, nessun leader democratico ha rammentato in questi anni che il monopolio esercitato da Berlusconi sull'informazione televisiva viola in maniera palese la Carta dei diritti sottoscritta nel 2007. È come se la Carta neanche esistesse, quando importano solo i conti in ordine.
Nessuno ricorda che la Carta non è un proclama: da quando vige il Trattato di Lisbona, nel 2009, i suoi articoli sono pienamente vincolanti, per le istituzioni comuni e gli Stati. Nel libro che ha scritto con l'eurodeputata Sylvie Goulard (La democrazia in Europa), Monti neppure menziona la Carta. Forse non ha orecchie per intendere quel che c'è di realistico (e per nulla comico), nell'ultimo monito di Grillo: "Attenzione alla rabbia degli italiani!". Forse non presentiva, mentre redigeva il libro, il ritorno di Berlusconi e il suo intonso imperio televisivo. Eppure parla chiaro, l'articolo 11 della Carta: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche". Niente è stato fatto, in Europa e negli Stati, perché tale legge vivesse, e perché la stabilità evocata da Schulz concernesse lo Stato di diritto accanto ai conti pubblici.
Il silenzio sulla libera stampa non è l'unico peccato di omissione delle autorità europee, nella crisi. Probabilmente era improrogabile, ridurre i debiti pubblici negli Stati del Sud. Ma l'azione disciplinatrice è stata fallimentare da tanti, troppi punti di vista. Non solo perché alimenta recessioni (due, in cinque anni) che aumentano i debiti anziché diminuirli. Ma perché non ha intuito, nella stratificazione dei deficit pubblici, una crisi politica della costruzione europea (una crisi sistemica). Perché l'occhio fissa lo spread, dimentico del nesso fatale tra disoccupazione, miseria, democrazia. Perché senza inquietudine accetta che si riproduca, nell'Unione, un distacco del Nord Europa dal Sud che tristemente echeggia le secessioni della Lega.
L'antieuropeismo che Lega e Grillo hanno captato, e che B vuol monopolizzare, è una malattia mortale (una disperazione) che affligge in primis l'Europa, e in subordine le nazioni. È il frutto della sua letale indolenza, della sua mente striminzita, della cocciuta sua tendenza a rinviare la svolta che urge: l'unità politica, la comune gestione dei debiti, la consapevolezza - infine - che il rigore nazionale immiserirà le democrazie fino a sfinirle, se l'Unione non mobiliterà in proprio una crescita che sgravi i bilanci degli Stati.
L'ultimo Consiglio europeo ha toccato uno dei punti più bassi: nessun governo ha respinto la proposta di Van Rompuy, che presiede il Consiglio: la riduzione di 13 miliardi di euro delle comuni risorse (10% in meno) di qui al 2020. L'avviso non poteva essere più chiaro: l'Unione non farà nulla per la crescita, anche se un giorno mutualizzerà parte dei debiti. Di un suo potere impositivo (tassa sulle transazioni finanziarie, carbon tax: ambedue da versare all'Europa, non agli Stati) si è taciuto. Anche se alcune aperture esistono: da qualche settimana si parla di un bilancio specifico per l'euro-zona, quindi di mezzi accresciuti per una solidarietà maggiore fra Stati della moneta unica. Ma la data è incerta, né sappiamo quale Parlamento sovranazionale controllerà il bilancio parallelo.
Non sorprende che l'anti-Europa diventi spirito del tempo, nell'Unione. Che B coltivi l'idea di accentuare il caos: condizionando chi governerà, destabilizzando, lucrando su un antieuropeismo popolare oltre che populista. Dilatando risentimenti che reclameranno poi un uomo forte. Un uomo che, come Orbán o i futuri imitatori di Berlusconi, scardinerà le costituzioni ma promettendo in cambio pane, come il Grande Inquisitore di Dostoevskij. È grave che il governo Monti non abbia varato fin dall'inizio un decreto sull'incandidabilità di condannati e corrotti. Che non abbia liberalizzato, dunque liberato, le televisioni. Che abbia trascurato, come la sinistra, la questione del conflitto d'interessi. Magari credeva, come l'Europa prima del 1914, che bastassero buone dottrine economiche, e il prestigio personale di cui godeva nell'economia-mondo, per metter fine alla rabbia dei popoli.
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Lentamente muore
PABLO NERUDA
PABLO NERUDA
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
..
CON MONTI SIAMO SCESI DI
5 POSTI NELLA CLASSIFICA DELLA LIBERTA’ DI STAMPA
Reporter senza
frontiere
“Molti mezzi
d’informazione hanno pagato a caro prezzo la loro copertura mediatica delle
aspirazioni democratiche o dei movimenti di opposizione. Il controllo delle
notizie e delle informazioni continua a rappresentare una sfida per i governi e
a essere motivo di sopravvivenza per i regimi repressivi e totalitari. L’anno
appena trascorso ha anche messo in luce il ruolo fondamentale giocato dagli
internauti nel produrre e diffondere le notizie”.
Nella classifica su 179
paesi, siamo al 61° posto dopo il Guyana e la Bosnia e poco prima la repubblica
centroafricana e Tonga. Nel 2010 eravamo al 50° posto. In un anno di Monti siamo
scesi di 5 posti. Davvero un bel risultato! Complimenti! Merita proprio di
tenerselo e di osannarlo uno come Monti! Ma poi basta vedere come i media
unanimi diano ormai solo disinformazione, evitando con cura di nominare il
dominio perverso delle banche, le vere cause speculative dello spread, i motivi
per cui l’amministrazione americana ha volutamente provocato questo sconquasso
con la liberazione predatoria dei titoli tossici e delle regole bancarie! E
Monti evita con cura di tassare proprio le transazioni peggiori della Borsa!
Complimenti Bersani! Davvero un bel soggetto da sostenere per portare avanti
l’Agenda Monti! Avanti così nel completo tradimento del Paese verso la morte!
Meglio mandare i tuoi troll a fare hackeraggio o stalking perverso sul blog di
Grillo, vero???
..
NUOVA STRAGE AMERICANA.
UN RAGAZZO UCCIDE 20 BAMBINI IN UNA SCUOLA
Non è vero che le stragi
americane siano avvenute tutte nelle scuole, anche se, quando gli autori sono
adolescenti, è facile che sia la scuola il luogo dove hanno accumulato più
frustrazioni, basti vedere sui blog quanti TROLL spostati e fuori di testa hanno
un vero odio per gli insegnanti, i laureati o chiunque mostri un minimo di
cultura, è il tipico odio degli emarginati scolastici. A volte però si fanno
stragi anche nei supermercati o nei cinema, in luoghi comunque
affollati.
Nel luglio 2012, a Denver,
durante la proiezione dell'ultimo episodio della saga di Batman, il 24 enne
James Holmes aprì il fuoco sugli spettatori armato di mitra e pistole tutte
regolarmente acquistate: morirono in 12.
Massacro
al Virginia Polytechnic Institute 32 morti, 29 feriti
Massacro
della Columbine High School 12 morti, 24 feriti
Massacro di Aurora 12
morti, 58 feriti
Massacro di Ludlow 21
minatori uccisi dalla polizia
Sparatoria di
North Hollywood la polizia uccise 4 studenti e ne ferì 14
Sparatoria di
Tucson del 2011 6 morti e 14 feriti
Secondo l’Fbi, i cittadini
americani possiedono 270 milioni di armi (su 310 milioni di abitanti), senza
contare quelle delle forze armate e dell’ordine (sono armati anche i vigili
urbani, si pensi al caso del motociclista freddato da un colpo di pistola per
aver superato le 90 miglia orarie). In pratica circa ogni cittadino ne possiede
una, al di là della effettiva necessità e soprattutto del proprio stato di
salute psico-fisica. Il principale gruppo di pressione, la Nra, conta 4 milioni
e 300 mila di iscritti. E nelle ultime elezioni politiche, come da tradizione ha
fatto il tifo per il candidato del Grand old party, Mitt Romney. Una delle
accuse a Obama era che poteva cambiare il secondo emendamento che permette a
ognuno di detenere armi.
Il bello è che il Vaticano
faceva il tifo per Romney!
E il meglio è la battaglia
permanente della Lega di dare armi a tutti abbassando l’età minima a 16
anni!
In USA ci sono 270 milioni
di armi da fuoco, senza contare quelle dell’esercito: quasi un’arma a testa,
lattanti compresi. La vendita di armi è libera, i fucili si vendono ai grandi
magazzini o ovunque. Ogni ora 4 americani sono uccisi da colpi d’arma da fuoco.
In 20 anni sono morte 670.000 persone, una strage pari a 150 volte quella delle
Torri gemelle.
In Giappone solo una
cinquantina di persone ha il permesso di possedere armi e, anche se i criminali
le introducono clandestinamente, nel 99 si sono avuti solo 28 morti per arma da
fuoco. Negli USA nello stesso anno furono 26.800! Una carneficina di Americani
contro altri Americani!
In Inghilterra, severi
controlli sulle armi riducono gli omicidi a 1/6 rispetto agli USA, nonostante la
criminalità diffusa sia superiore a quella americana.
L’America fa la guerra al
terrorismo esterno ma sostiene il terrorismo interno dei pazzi armati e
scatenati e lo difende come un diritto inalienabile. La potente lobbie delle
armi si oppone a qualsiasi regolamentazione nella vendita delle armi. Nonostante
le frequenti stragi, quasi tutti sorvolano, convinti che portare le armi sia un
diritto scritto in Costituzione. Come se si trattasse di un’anomalia genetica e
non di una scelta umana che potrebbe essere cambiata, visti i
risultati delittuosi. In realtà questo falso diritto si basa su una truffa
interpretativa. Il 1° Congresso USA approvò il Bill of Rights, carta dei
Diritti,10 Emendamenti fondamentali della Costituzione che stabilivano i diritti
individuali degli Americani. Il 2° emendamento pone, è vero, che “Il diritto dei
cittadini di tenere e portare armi non potrà essere violato” ma poi prosegue::
“essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben ordinata
milizia”. Dunque doveva servire per formare la milizia dello Stato, non a uso
privato. Ma la potente lobbie delle armi con 4 milioni di soci, porta voti e
sostanziosi contributi ai partiti preferendo i repubblicani,
quindi non può essere contrastata.
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