lunedì 17 dicembre 2012

MASADA n° 1425 16/12/2012 FUORI DALLA FINANZA MONDIALE!



La grande frode – L’equità di Attila – Servi delle banche – Siamo condizionati dai luoghi comuni: il luogo-comunismo – Composizione del debito pubblico- Perché in Italia non c’è mai stata una rivoluzione di popolo – Ha fatto almeno questo – Gli investimenti dello IOR – Il ritorno del caimano. I delinquenti ringraziano – Cosa ne pensa Bagnasco – L’Italia affondi ma si salvino i bombardieri – Su Favia e Salsi estromessi da Grillo – Draghi svelato in Germania – L’Italia ha un solo problema: la valuta sbagliata- Le frenetica riforma militare del generale Di Paola – Con Monti siamo scesi di 5 posti nella classifica della libertà di stampa - Nuova strage americana
"...ciò che noi chiamiamo principio è spesso la fine / e finire è cominciare / la fine è il punto da cui noi iniziamo.” (Thomas S. Eliot)
Stefano
Colpa nostra se abbiamo l'ardimentoso coraggio di riprenderci in mano il futuro nostro e dei nostri figlio e sottrarlo a questa classe di cialtroni che in 30 anni si sono spolpati un paese.
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Viviana
Solo tre cose hanno compattato la teppaglia politico-mediatica:
-l'interesse a sostenere il piano dittatoriale del sistema bancario
-l'opposizione unanime al movimento di libertà e democrazia di Grillo
-e la convenienza a spostare San Remo per il terrore che passasse qualche messaggio antiregime!?
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Federica Daga
“Sono una sognatrice di natura, senza sogni come potrei immaginare un mondo diverso?!?”
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Venite, amici miei,
Non è troppo tardi per cercare un mondo più nuovo.
Spingetevi al largo, e sedendo bene in ordine colpite
I sonori solchi; perché il mio scopo consiste
Nel navigare oltre il tramonto, e i bagni
Di tutte le stelle occidentali, finché io muoia.
Potrebbe succedere che gli abissi ci inghiottiranno:
Potremmo forse toccare le Isole Felici,
E vedere il grande Achille, che noi conoscemmo.
Anche se molto è stato preso, molto aspetta; e anche se
Noi non siamo ora quella forza che in giorni antichi
Mosse terra e cieli, ciò che siamo, siamo;
Un'eguale indole di eroici cuori,
Indeboliti dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà
Di combattere, cercare, trovare, e di non cedere.

(Tennyson)
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L’EQUITA’ DI ATTILA
Viviana Vivarelli
Bersani ha promesso all’Ue, cioè al sistema bancario che ci strazia, a quelle 20 banche che costituiscono il mercato e che, con i soldi nostri, speculano sulla nostra rovina, che proseguirà l’Agenda Monti, “con cui è d’accordo” (!), salvo applicare più equità!
Con cosa è d’accordo, caro Bersani? Ci dica:
Con l’abolizione dello statuto dei lavoratori odiatissimo dall’Ultra-destra??
Con l’azzeramento dello stato sociale, come nemmeno Romney avrebbe mai fatto?
Col portare l’età pensionabile a 70 anni o magari dare la pensione al lavoratore solo post mortem?
Con manovre tipo gli esodati dove lo Stato rinnega se stesso?
Sui 12 miliardi di caccia concessi a velocità lampo al generale De Paola, mentre dopo 18 mesi il porcellum nemmeno si corregge e la gente diventa sempre più povera?
Con l’azzeramento graduale e progressivo della sanità pubblica a favore delle lobbie private?
Sul regalo delle frequenze a B? O dei 98 miliardi alle slot machine? O di tasse a chi porta fondi neri in Svizzera?
Sul mantenimento di ogni privilegio alla casta e ai possessori di grandi capitali?
Sui superstipendi che non si toccano o sulle evasioni bancarie tutte perdonate?
Sulla legge anticorruzione che tutela i corrotti?
Sulla Chiesa che ci deve 3 miliardi dal 2005 ma su cui però non interviene Equitalia?
Sul decreto sviluppo che ammazza lo sviluppo?
Sulle grandi opere inutili che comprendono persino le centrali nucleari calpestando ogni referendum?
Sulla privatizzazione di tutto l’esistente a vantaggio dei magnati?
Sul decreto Ilva che protegge i Riva ma ammazza i lavoratori e prevarica le sentenze?
Ci spieghi, caro Bersani, qual è la parte che le piace di più di questa ineffabile Agenda Monti e che l’ha convinta a sostenere un Monti 2 o a indicare Monti come suo Ministro delle Finanze?
E ce lo spieghino anche quei 3.100.000 elettori che sono andati a votare lei (o Renzi che è pure peggio), qual è la parte di questa strabiliante Agenda Monti che piace loro di più?
E cosa intende Bersani quando dice che la realizzerà “con maggiore equità”? Crede che la devastazione a cui siamo soggetti abbia qualcosa di equo? Crede che si possa parlare di equità ad Attila?
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Sara Paglini
Buongiorno gente...
qui le notizie corrono troppo velocemente...
Dalla notizia che Berlusconi si candida... no,
non, non si candida..
che nel PDL si fanno le primarie.. anzi... no, non si fanno più... che si ricandida Berlusconi che ha finalmente tirato fuori dal cilindro il ”dinosauro”.. cioè di nuovo lui...
e poi la notizia che Monti non va più sostenuto
perché ha portato il paese alla rovina,
ma che se poi Monti vuole candidarsi con il centrodestra
e il PDL Berlusconi fa un passo indietro...
ma l'Europa vuole Monti per forza alla guida dell'Italia,
e .. se ce lo ”chiede l'Europa” ...
sarà per il bene di tutti noi...
allora Berlusconi rimette dentro Dell'Utri ,
che la sera prima diceva che non poteva candidarlo,
ma stamani sì, perché Dell'Utri dice che hanno la stessa storia,
ma comunque Monti deve stare fuori
perché il PD dice che deve stare superpartes,
ma le elezioni si devono fare velocemente
perché ce lo chiede lo spread,
e le firme se le avete, bene, se no le dimezziamo
o altrimenti arrangiatevi un po’ tutti,
tanto torna Monti e allora cosa le facciamo a fare le elezioni, mettiamoci stò caxxo di Monti
almeno risparmiamo milioni di euro....!!!!...!!!
...Insomma,
volete darvi una calmata AAAOOOOOHHH
E Basta!!! ... Me STA’ a SCOPPIA’ LA TESTA!!! Bastaaa....!!!
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FUORI DALLA FINANZA MONDIALE!
Viviana Vivarelli
Eppure è semplice.
Basterebbe che i media cominciassero a dire la verità, invece di strisciare sotto padrone.
Io lo ripeterò fino alla morte anche se i TROLL continuano a bannarmi, ma la verità alla fine prevarrà su tutti i TROLL di questo mondo:
La famosa Europa è solo l'Europa delle banche
I famosi mercati sono solo le 20 banche maggiori
L'Unione Europea è la realizzazione di un ultraliberismo assassino che tenta di imporre al mondo la dittatura del sistema bancario perché possa continuare impunito a macinare migliaia di miliardi, sottraendoli alla vita della gente per investirli in speculazioni sregolate, dando sempre più potere a una ristretta oligarchia di magnati, a scapito dei diritti e della sopravvivenza di tutti. Noi siamo come i Cristiani al Colosseo, destinati a morte per far divertire una banda di maniaci, che DEVONO GIOCARE!!!!!!
Draghi, Monti, Papademos e i leader europei lavorano solo al servizio di interessi bancari che hanno già avuto 1.019 miliardi di € all'1% per investirli al 6 o 7% in titoli di Stato, per cui lo spread, i rating, le manovre sugli interessi sul debito servono solo a maggiorare quello che intascano le banche nella differenza.
Monti serve a questo, a garantire il massimo di utili alla maggiore banca americana, la Goldman Sachs da cui dipende, e alle banche europee che alimenta, con un prelievo feroce di ricchezza dalle tasche dei cittadini, abbattendone i diritti e portandoli a livelli da Terzo Mondo, così che gli azionisti e gli speculatori del mondo finanziario ricevano il massimo di profitto, ricchezza fatta contro l'economia reale del mondo per l'economia fittizia della finanza. Distruzione di tutti per i giochi perversi di pochi.
A questi turpi giochi i grandi organismi internazionali come il Fondo Monetario o la Banca Mondiale o la Bce si prestano come dittatori che coartano i popoli e li mettono al loro servizio.
Si pensi che la FED (Banca federale americana) ha stampato 16.000 miliardi di dollari per pasturare le banche, senza nemmeno un controllo o un permesso del Congresso americano. ‘Ab soluta’, sciolta da vincoli e limitazioni, peggio del re Sole. E in un Paese che ha fatto del suo primo atto di propaganda l’esaltazione della democrazia!
Il potere bancario domina il mondo, comanda la politica e governa gli Stati tramite i suoi esecutori.
Che Bersani voglia ubbidire uno di questi servi del grande capitalismo è ORRIBILE!
Che gli elettori italiani non lo capiscano è DISASSTROSO!
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CONDIZIONATI DAI LUOGHI COMUNI- IL LUOGOCOMUNISMO
Ci stanno dominando con i LUOGHI COMUNI, frasi ripetute e martellate a mo’ di slogan che si incidono nelle nostre teste e ci fanno marciare come delle marionette contro ogni buon senso e contro il nostro stesso interesse.
L’economista Alberto Bagnai (IFQ) combatte contro questi luoghi comuni che ci fanno diventare zombi telecomandati dal sistema finanziario per la nostra stessa autodistruzione. Una di queste idee che ci hanno conculcato è che fuori dall’euro sarà la catastrofe.
Cito da Bagnai: ”Come ogni ideologia, anche il luogocomunismo rinsalda il consenso col terrore. Che qualcosa suoni falso, nei grandi proclami ideologici, nel grande sogno europeo, i meno sprovveduti lo intuiscono presto. Basta leggere sul Sole 24 Ore le lucide parole di Da Rold: per un paese dell’eurozona, in caso di crisi “non ci sono alternative: o si svaluta la moneta (ma nell’euro non si può più) o si svaluta il salario”. Impeccabile: come ogni economista sa, e come del resto lo stesso “padre dell’euro”, Mundell, tranquillamente ammetteva, lo scopo del gioco, nelle unioni monetarie, è “disciplinare” i lavoratori, scaricando su di essi e solo su di essi il peso degli shock avversi. Il meccanismo funziona alla perfezione, se non fosse per un dettaglio: quando la crisi arriva, anche chi non se ne fosse accorto prima intuisce di aver preso una fregatura. Interviene allora, puntuale come un detonatore svizzero, il terrorismo, per convincerlo che nella trappola è meglio restarci. Il terrorismo più naif echeggia le parole della nuova guida europea, Angela Merkel: “fuori dall’euro c’è la guerra!” Ma alla guerra, oggi, in Europa, non ci crede più nessuno..Il terrorismo si fa allora più subdolo: “fuori dall’euro c’è l’iperinflazione…andremo a fare la spesa con una carriola di monete, compreremo il giornale con un chilo di lire in tasca”. Affermazioni confezionate sapientemente, per far breccia nelle menti degli elettori più ingenui. In queste parole non c’è buona fede.
1) Tutti concordano sul fatto che si tornerà alle valute nazionali con un cambio uno a uno: un euro per una “nuova lira” (vd Sapir, Bootle..). È la cosa più semplice e razionale da fare per evitare fregature come quella che ci siamo presa con il passaggio dalla lira all’euro
2) Ci sarà una svalutazione, ovvio: usciamo proprio per non essere stritolati da un cambio troppo forte. Di quanto sarà? Le stime vanno da un 20% (Altomonte) a un 30% (Bootle).
3) Come si calcola? Andando a vedere quanta competitività abbiamo perso rispetto al nostro principale partner commerciale (la Germania): il cambio nominale si muoverà per compensare questa perdita. Questo dice la teoria della parità dei poteri d’acquisto... Fra 1992 e 1993 la svalutazione fu di circa il 20%, perché nei 5 anni precedenti, quelli seguiti all’ultimo riallineamento dello Sme (1987-91), l’inflazione italiana era stata in media di 4 punti più alta di quella tedesca: come da copione, il cambio recuperò con 5×4=20 punti di svalutazione.
4) Sarà una catastrofe? No. Tanto per capirci, questo è più o meno l’ammontare della svalutazione che subì l’euro nel primo anno di vita (26.7% dal gennaio 1999 all’ottobre 2000). Attenzione: noi l’euro non lo avevamo ancora in tasca, ma già lo usavamo negli scambi internazionali, cioè per comprare i dollari necessari ad acquistare le materie prime (i cui prezzi erano in crescita). Ma nessuno ha visto carriole in giro per le strade
5) L’inflazione aumenterà di 30 punti, arrivando al 33%! No. Il coefficiente di trasferimento della svalutazione sull’inflazione è di norma molto inferiore a uno. Nel 2000, nonostante l’euro si fosse svalutato di quasi il 30% dall’anno precedente, l’inflazione aumentò di un solo punto (dall’1.6% al 2.6%). Nel 1993 il tasso di inflazione addirittura diminuì di mezzo punto (dal 5% al 4.5%). E la sapete la cosa più divertente? Perfino il prof. Monti ammise che la svalutazione (di circa il 20%) ci aveva fatto bene!
Insomma: l’idea di Bersani che il giorno dopo la liberazione andremo a comprare il giornale con 2323 monete da una lira in tasca (al posto di 1,20€) è molto pittoresca. A noi piace ricordarlo così, con la sua eloquenza immaginifica e le sue maniche rimboccate, a ostentare pragmatismo. Se il governo farà il suo lavoro, ci si andrà con 1.20 nuove lire, che diventeranno 1.30 dopo un anno (contando che l’inflazione aumenti di 6 punti, ad esser pessimisti). Non mi pare una tragedia, rispetto al devastante cambio 1000 lire = 1 euro, che abbiamo subìto per la colpevole inerzia del governo B. Proprio questa esperienza recente ci aiuterà a fare più attenzione.
L’esilarante paradosso del luogocomunismo è questo: le stesse persone che “lo Stato, come una famiglia, non deve fare debiti”, vedono poi la panacea dei problemi del paese nel contrarre ulteriore debito estero. Perché il debito del “sistema paese” verso l’estero non aumenta solo quando il governo vende all’estero un titolo di Stato (il debitopubblicobrutto che i luogocomunisti vogliono abolire). Il debito estero aumenta anche se un imprenditore (o lo Stato) italiano cede all’estero un’azienda, vendendo un pacchetto di controllo. Infatti le statistiche, correttamente, collocano la cessione a un investitore estero del controllo di una azienda italiana tra le passività estere dell’Italia. Ma poi scusate, il problema non era che “abbiamovissutoaldisopradeinostrimezzi”? E la soluzione sarebbe? Farsi prestare altri soldi dall’estero!? Ci vuole molto a capire che, se un’azienda italiana passa in mano estera, l’Italia è meno ricca? Per i luogocomunisti evidentemente sì. E ci vuole molto a capire che, dopo, i redditi che l’azienda produce verranno molto probabilmente espatriati, riducendo il reddito nazionale e aggravando la bilancia dei pagamenti? Pare di sì.
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COMPOSIZIONE DEL DEBITO PUBBLICO
A marzo 2012 la situazione era questa
il 39% del debito italiano era in mano alle banche
il 15% in mano a privati
il 5,7 a banca d'Italia (con un totale italiano del 60%)
quasi il 42 in mano a banche estere
Ripetiamo che quando si parla di mercati ci si riferisce a una ventina di banche.
E quando si dice Europa si dice Europa delle banche dominata dalla banca tedesca.
E quando si dice che Monti piace ai mercati o all'Europa si intende che piace a questa ventina di banche, alla Merkel e a una cricca di pochi speculatori internazionali che aumentano i loro capitali speculando sulla nostra rovina.
Per capire chi abbia contribuito a questo enorme debito superiore ai 2.000 miliardi, 126,1 del Pil (il debito pubblico italiano a novembre 2011 copriva il 118,4 % del PIL, dunque con Monti siamo peggiorati, altro che elogiarlo! Si tenga conto che il debito pubblico americano è il 120% del Pil).
Guardate il prospetto e vedete da voi le responsabilità dei vari governi.
A oggi solo il titolo decennale svizzero ha un rendimento più basso di quello giapponese che dai mercati viene considerato a tutti gli effetti un bene rifugio. E questo nonostante Tokyo abbia un debito pubblico colossale che ha raggiunto quasi il 240% del Pil a fine 2011. Fitch ha recentemente declassato il debito giapponese a livello A+, non tanto distante dalle disastrate Italia e Spagna. A differenza di questi due paesi Tokyo ha sovranità monetaria, cioè ha facoltà di stampare moneta. La stragrande maggioranza del debito pubblico giapponese poi è detenuta da investitori locali.
Prodi ha leggermente diminuito l'andamento peggiorativo del deficit, nel senso che sotto il suo governo la corsa verso il peggio è leggermente diminuita. Se si guarda la curva del debito, durante i suoi brevi governi sale un po' meno. Ha poi imbrogliato per farci entrare in Europa per quanto i nostro conti non lo permettessero, ma non dimentichiamoci che Prodi viene da questi stessi poteri forti di cui è esecutore Monti e che il suo ministro delle finanze Visco faceva parte di quel Bilderberg che oggi invita Enrico Letta insieme ai principali esecutori dell'alta finanza ultraliberista che governa il mondo.
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PERCHE’ IN ITALIA NON C’E’ MAI STATA UNA RIVOLUZIONE DI POPOLO
Liliana, 5stelle della prima ora
“Mi sono tornate alla memoria le parole di un grande compagno, il regista Monicelli, e quello che sta succedendo in questi giorni penso che sia la risposta alla domanda che si è portato nella tomba. Perché in Italia non cha mai avuto successo una rivoluzione di popolo? Ecco, perché non c'è mai stata, caro Mario, perché l'italiano non è un popolo, ma solo una accozzaglia di individui, ognuno dei quali convintissimo di essere più furrrrrbo di tutti gli altri. E così, ad ogni nuovo vento che cerca di fischiare nella storia, subito spuntano dissidenti a prescindere, bastian contrari seriali, dietrologi compulsivi, diffidenti caratteriali.
gente capace solo di intorbidire le acque più chiare, perché nella fanga è più facile per rospi e pantegane sopravvivere, gente che è passata allegramente da una dittatura all'altra, da un padrone all'altro senza dire né ahi né bai, ora va cianciando di democrazia e vuole trovarla come e dove dice lei, senza rendersi conto che non la riconoscerebbe neanche sbattendoci il muso, semplicemente perché non l'ha mai vista prima.
Per fare una rivoluzione bisogna avere delle idee per cominciare, degli obiettivi comuni da raggiungere, delle strategie condivise. Bisogna darsi delle regole per fare tutto questo, e accettarle senza riserve. Ma soprattutto bisogna riconoscere un capo, uno che con la sua
autorevolezza tenga insieme tutto, uno che non è capo perché "qui comando io" ma perché rappresenta il pensiero e il volere di tutti quelli che decidono liberamente e in piena coscienza di intraprendere l'impresa.
Chi non se la sente, chi ha altre idee, chi mugugna da subito è meglio che se ne stia lontano.
I poteri forti una volta usavano le armi, ora hanno affinato tecniche psicologiche, infiltrano nei movimenti di opposizione virus umani, capaci di scardinare dall'interno ogni organizzazione. E pensare che dovevamo essere noi i virus contro il sistema!
Ve lo ricordate? Come abbiamo fatto presto a gettare in un fosso quell'idea geniale!”
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HA FATTO ALMENO QUESTO
Beppe Grillo
A tutti si concede la frase "Ha fatto almeno questo..". L'onore delle armi. Anche il critico più feroce riconosce alla sua vittima un piccolo insignificante merito. Mussolini ha almeno prosciugato le paludi pontine. Nerone ha almeno costruito la Domus Aurea. Brunetta almeno conosce la ricetta originale della pasta e fagioli. Berlusconi ha almeno evitato il carcere. Fassino aveva almeno una banca. D'Alema ha almeno una barca. Scalfari ha almeno scassato i cosiddetti per quarant'anni filati con i suoi editoriali. Mastella ha almeno una piscina a forma di cozza. Tutti hanno un almeno, anche i più sfigati. Un "almeno" nel proprio curriculum serve per evitare la "damnatio memoriae", la cancellazione dalla memoria collettiva e la distruzione di ogni traccia che possa essere tramandata ai posteri. Mi sono chiesto quale fosse l'almeno di Rigor Montis, il dimissionario extraparlamentare. Ho pensato allo spread, il suo unico alibi governativo, ma lo spread non si è turbato più che tanto dalla sua prossima dipartita e neppure i titoli di Stato che anzi chiudono in rialzo. Certo, lo ammetto, sono leggermente prevenuto dopo una debacle degna di Caporetto, con disoccupazione, debito, tassazione alle stelle e aziende che muoiono come le mosche d'inverno e il PIL che sprofonda. Ho pensato quindi che l'almeno di Monti fosse la sua reputazione internazionale, nessuno è profeta in patria. Vederlo abbracciato spesso alla Merkel e a Hollande come a due salvagenti personali era più che un indizio di almeno. Ho letto per conferma il Financial Times a firma Wolfgang Munchau "L'anno di Monti è stato una bolla, buona per gli investitori finché è durata. E probabilmente gli italiani e gli investitori stranieri non ci metteranno molto a capire che ben poco è cambiato nel corso dell'ultimo anno, ad eccezione che l'economia è caduta in una profonda depressione. Due cose devono essere sistemate in Italia, la prima è invertire immediatamente l'austerità, in sostanza smantellare il lavoro di Monti... la seconda è scendere in campo contro Angela Merkel...". Forse il FT è di parte, troppo di sinistra. Ho dato una scorsa al New York Times, un articolo di Paul Krugman "Tecnocrati "responsabili" costringono le nazioni ad accettare la medicina amara dell'austerità, l'ultimo caso è l'Italia dove Monti lascia in anticipo, fondamentalmente per aver portato l'Italia in depressione economica". Il NYT deve essere comunista. Sono passato a sfogliare il Daily Telegraph "Monti ha portato l'inasprimento fiscale al 3,2% del Pil quest'anno: tre volte la dose terapeutica. Non vi è alcuna ragione economica per farlo. L'Italia ha avuto infatti un budget vicino al saldo primari nel corso degli ultimi sei anni". Maoista! Forse però un almeno lo ha anche Monti. Almeno si toglie dalle balle. Ci vediamo in Parlamento. O fuori o dentro. Sarà un piacere.
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GLI INVESTIMENTI DELLO IOR
VV
Sono stati ventilati rapporti di azionariato tra lo IOR e la fabbrica di armi Beretta.
Anni fa si disse la stessa cosa sui rapporti tra Ior e Coca Cola (considerata una delle più micidiali corporation del mondo per sfruttamento schiavistico e assassini di sindacalisti).
La notizia dello Ior azionista della Beretta è stata smentita come una bufala dalla Beretta stessa, ma nulla si può dire di certo quando di mezzo c'è il Vaticano.
"Comunicato ufficiale della Fabbrica Armi Pietro Beretta (FAPB): «In relazione a notizie diffuse nei giorni scorsi circa la composizione dell’azionariato di Beretta Holding, la società smentisce nella maniera più ferma che IOR o società ad esso riconducibili siano azionisti della società stessa o di società da essa controllate. Beretta Holding, che controlla un gruppo di imprese principalmente attivo nel settore dello sport, caccia e tempo libero, è un’azienda di proprietà famigliare da 15 generazioni». Va beh…
Del resto,la massima segretezza copre gli affari dello IOR, per cui non è possibile avere conferme o smentite su ciò che è segreto. Due anni fa uscì che una decina di banche italiane erano in rapporto con lo IOR per riciclaggio di denaro sporco. Si cominciò a indagare Unicredit poi altre banche per depositi”, titolari e gestori di conti correnti sospetti, ma inaccessibili alle indagini civili, data la schermatura fornita dall’extraterritorialità dell’istituto vaticano. Purtroppo la magistratura italiana non ha competenza ad indagare su banche della Chiesa.
"Lo Ior ha 100 dipendenti e 5 miliardi di patrimonio; i conti correnti sono riservati a un ristretto numero di privati, oltre che ai dipendenti: a Report hanno parlato dei sospetti della procura di Roma: “Nel 2006 si scoprì un conto-calderone dove arrivavano bonifici senza nome, e un fido aperto di 10 milioni. Nonostante le norme, nulla era trasparente e gli accrediti negoziati presso lo Ior venivano registrati su un tabulato non registrato,che un dipendente della Banca di Roma veniva a ritirare“ . C’entrava Marco Simeon, vicino a Geronzi.
Quando Banca di Roma diventa Unicredit, nulla cambia, nonostante le leggi sul riciclaggio del 2007 ormai apertamente violate. Anche altre 4 banche avevano conti simili, fino alla circolare di Banca d’Italia che impone di trattare lo IOR come banca estera. Ma lo IOR farà sapere chi è a movimentare i conti di volta in volta solo su richiesta di Unicredit, secondo quanto dichiarato dalla banca di Alessandro Profumo (le vedi le connessioni tra questo governo e gli affari peggiori d’Italia?)
Sembra che possano accedere ai conti munifici dello IOR l'immortale Andreotti, come personaggi largamente compromessi come Bernardo Provenzano e Totò Riina. Anche Citaristi, ex cassiere della Dc, pluricondannato per Tangentopoli, che avrebbe beneficiato di un assegno da 60 milioni di lire. Tra il 1989 e 1993 si calcola che siano state condotte operazioni per un valore che supera i 310 miliardi di lire; mentre i movimenti in contanti avrebbero toccato i 110 miliardi di vecchie lire.
Di certo si sa che lo IOR è stato escluso dalla Whit List, la lista delle banche virtuose che non accettano denaro di provenienza criminale e dunque…. Del resto tutti conoscono i legami tra il Vaticano e la banda della Magliana che usava lo IOR per ripulire i soldi delle rapine e in cambio faceva lauta beneficenza (come si paga il ricettatore che ti compra il frutto di una rapina), tant'è che in segno di riconoscenza il boss della Magliana, De Pedis, un feroce assassino ebbe l'onore di essere seppellito in basilica come nemmeno a Padrfe Pio è stato concesso!
Certo che capitali neri riciclati potrebbero essere tanti anche se è difficile individuarli. Sole24ore pubblicò la scoperta di 550.000 € di provenienza mafiosa, della famiglia Bonaccorsi riciclati dallo IOR con la connivenza di un sacerdote che li rigirava sotto la voce 'beneficenza'. Versare soldi sporchi nella banca vaticana è meglio che versarli ad Antigua.
Dice il procuratore di Catania: “Lo Ior non ha sportelli in Italia e opera aprendo conti bancari come se fosse un singolo cliente e tutto quanto arriva sul suo conto si confonde e non dà la possibilità di essere ricondotto ai singoli soggetti...”
Ora, se lo IOR è stato capace di riciclare i soldi della mafia e di una banda di criminali come la banda della Magliana, le dichiarazioni della banca vaticana sulla Beretta lasciano il tempo che trovano, del resto Marcinkus non restò in carica per tanto tempo perché investiva in opere di bene…per cui tutto è possibile.
Se qualcuno non sa ancora chi sia stata la banda della Magliana, può leggersi questa corposa ricerca:
Lo IOR non è certo una banca che si basa sull’onestà e sulla trasparenza. Basti pensare al crack di 4.292 miliardi con 8 morti del banco Ambrosiano e quali criminali ci giravano attorno. Comunque, quando qualcosa, questa primavera, su questi affari sporchi cominciò ad uscire, fu uno scandalo di cui si incolpò il presidente dello IOR Gotti Tedeschi (ma del riciclaggio di denaro sporco o di non averlo nascosto bene?) che fu licenziato.
Questo è un video sulle intercettazioni fatti dal NOE in un ristorante tra Orsi di Finmeccanica (sostenuto dalla Lega) e Gotti Tedeschi. Finmeccanica sarebbe uno scandalo enorme che travolgerebbe qualunque governo, ma essendo troppo intrecciato a nomi troppo grossi nessun governo avrebbe intenzione di farlo scoppiare perché travolgerebbe non solo la Lega (che ha responsabilità enormi negli scandali di Finmeccanica) ma l’intero Paese.
Ha ragione il primo esorcista del mondo, Padre Amorth, a dire che il luogo dove meglio si è insediato il diavolo è il Vaticano. Del resto, se il Male esiste e non è stupido, quale sede migliore e più proficua? Basta vedere chi sono quelli che il Vaticano ha sempre sostenuto: da noi per 18 anni Berlusconi e prima Andreotti. Altrove e prima: Hitler, Franco, Peron, Salazar, Pinochet. In USA Romney contro Obama. Oggi da noi: Monti.
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IL RITORNO DEL CAIMANO
I DELINQUENTI RINGRAZIANO
Paolo Farinella
La notizia era attesa da tempo perché l’individuo orripilante non ne poteva fare a meno per «super ego de-strabordante» e per necessità di sparigliare tutto pur di restare a galla. La sua logica è: «se devo cadere, cada Sansone con tutti i Filistei». Ecco l’uomo di stato! Il moderato! Il partito dell’amore! Cioè il magnaccia che regola il traffico delle prostitute che paga per illudersi di essere attraente (con 10 kg di cemento di pronta in faccia). B è finito politicamente e civilmente. Lui lo sa, ma non può ammetterlo e deve far finta di non saperlo perché è senza misura e senza orgoglio: è vanitoso, narcisista, ma non orgoglioso. A lui interessa solo che una manciata di italioti cretini abbocchino per permettergli di avere un certo numero di senatori e una squdretta alla camera con cui condizionare il nuovo governo. Se si crea una situazione di ingovernabilità, lui è pronto a «vendere» i suoi deputati a chiunque, purché sulla bilancia si mettano i suoi processi, il falso in bilancio, la legge sulla corruzione che non deve passare, la gara per le frequenze tv e cose di questo genere. Insieme a Dell’Utri fa non solo ammuina, ma identifica il destino: o stanno in piedi insieme o insieme cadono. Dell’Utri e lui per evitare il carcere, certo per il primo, probabile per lui, devono andare in parlamento, finché esiste l’immunità che è un’oscenità che deve essere abolita semplicemente. Dell’Utri lo tiene in pugno in nome della mafia, ‘ndrangheta, e camorra che brindano alla grande perché B è una garanzia, anche con pochi scelti in parlamento, tra i quali alcuni rappresentanti diretti della malavita. Il povero Al Fano aveva anche detto in pubblico che voleva «il partito degli onesti»!! Con ogni probabilità, se si presenta (ma fino alla vigilia delle elezioni è possibile qualsiasi atto inconsulto dell’uomo ormai fuori controllo), raggiungerà il 15% perché in 18 anni ha allargato il parterre del malaffare: con i suoi governi ha dimostrato che conta essere delinquenti perché tutti i corrotti e i ladri e gli sperperatori e gli stupratori delle Istituzioni sono garantiti dalla sua presenza. Ringraziano anche le prostitute che si è sempre portato dietro fino alla carica di ministre e ora stanno facendo a gara per essere tra le prime del reame, nonostante alcune fino a ieri, tifavano per il non-segretario Al Fano che è un pupo. Signori e Signore, Eminenze e Cardinaluzzi, Monsignori e travestiti paonazzi, rallegratevi ed esultate: il prodotto che avete conservato, protetto, e difeso, non solo apertamente, soprattutto con il silenzio, quando vi conveniva, nonostante mandasse «in malora» l’Italia intera, ora porta frutto: muoia l’Italia, l’economia, lo spread e i sacrifici degli Italiani costretti da Monti a impoverirsi per salvare B e Mediaset, che lunedì a spread impazzito, affondava gli sforzi fatti, guadagnando in borsa il 2%, l’unico titolo ad avere il segno positivo.
Se a B garantiscono le tv e un salvacondotto giudiziario, sono convinto che anche un giorno prima delle elezioni si ritirerebbe da ogni competizione. Non lo farà perché la bestia è irrazionale e narcisista patologico irreversibile. Non lo farà perché ha paura che le promesse che chiede nessuno gliele può garantire (tranne forse Napolitano). Non lo farà, perché è ricattato dalla mafia & C. che lo vogliono in Parlamento dove può imporre di fare «casino» a coloro che candiderà con il contagocce, misurando ciascuno col grado di fedeltà a lui personalmente. Candiderà chi ha il tasso di schiavitù più elevato.
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IL CARDINALE PREVENTIVO
Don Paolo Farinella
Il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, è intervenuto, sul Corriere della Sera, cioè sul giornale della conservazione per vocazione, per dire che il ritorno di Berlusconi sarebbe un buttare in vacca i sacrifici degli Italiani:
«Non si possono mandare in malora (sic! Oibòh!) i sacrifici di un anno. Ciò che lascia sbigottiti è l’irresponsabilità di chi pensa a sistemarsi mentre la casa brucia. Il problema era mettere in sicurezza l’Italia in una crisi di sistema a lungo sottovalutata e di fronte a una classe politica incapace di riforme effettive. Il governo tecnico ha messo al riparo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose. Bisogna continuare a concentrarsi sui problemi prioritari dell’economia, sul modo di affrontare la drammatica questione del lavoro e sulla lotta alla corruzione; sarebbe un errore non avvalersi di chi, come il premier Mario Monti, ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro Paese».
Ha citato Monti che vorrebbe al posto di timoniere sicuro e fidato, ma non ha mai citato B. In 10 anni, lo ha citato solo una volta: quando prese in faccia il piccolo duomo di Milano per fargli gli auguri di pronta guarigione, invece di rammaricarsi con la Madonnina di non essere stata più decisa. Nemmeno adesso che lo hanno scaricato, riesce a chiamarlo per nome e mandarlo a quel paese. Nessuna parola di autocritica per chiedere scusa agli Italiani di averlo sostenuto e di essere corresponsabili del disastro perché la gerarchia vaticana e la Cei sono stati un pilastro portante della resistenza e della delinquenza che colui incarnava.
Il cardinale auspica Monti, ma non si accorge che così egli sceglie la Confindustria, la politica del rigore per i poveri e la politica economica lassista per i ricchi, schierandosi dalla parte di chi ha oppresso coloro che hanno fatto sacrifici veri, a fianco di chi ha scialato e continuato ad evadere, depredando le pensioni, il lavoro, i disoccupati e i precari.
Il fatto che i vescovi si schierino dalla parte di Monti, senza fare una grinza, senza una mini critica che sia anche un leggero buffetto, la dice lunga e la dice chiara. I vescovi stanno organizzando il fatidico centro con Riccardi (Sant’Egidio) e Montezuma e Casini (se vuole accodarsi ben venga, ma non è più il figlio primogenito); chiudono la processione Fini e forse anche Rutelli. Un mix da sballo stratosferico: l’assassino di un popolo (Monti), un complice antelitteram di B (Montezuma, ex presidente Confindustria e tante altre cosucce), due complici e compagnucci di merende di B (Casini e Fini che hanno governato con lui, pancia al sole), e uno che non conta una beata cicoria (Rutelli). Resta Riccardi, sempre pronto ad ubbidir tacendo, che non merita nemmeno di essere nominato.
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L’ITALIA AFFONDI MA SI SALVINO I BOMBARDIERI
Don Paolo Farinella
Con il governo cadono tutti gli atti qualificanti che avrebbero dovuto fare gridare alla natura riformatrice di codesto governicchio Monti. Legge sulla corruzione (finta in sé e per finta in metodo), la legge sul taglio delle Province che restano tutte come ricompensa a chi non sarà eletto, la legge sull’Ilva (licenza di uccidere, consapevolmente, ma salvando il lavoro, uccidendo lo stesso), e via, via. In tutto questo sfacelo, l’unica preoccupazione del governo è salvare la commessa di n. 16 bombardieri F16 che sono certamente la priorità nazionale.
In caso il Sudan ci facesse guerra, saremmo pronti a sganciare i nostri mostri salva-Italia. Ecco il governo dei tecnici! Salvano le spese inutili per la Nazione, ma estremamente importanti per gli amici e gli amici degli amici. I bombardieri! Fossero state bomboniere in vista di qualche matrimonio, beh!, uno si poteva anche adeguare, ma che in mezzo allo sfacelo, salvino i bombardieri che costano circa un miliardo cadaùno, signore e signori, non so a voi, ma a me fa venire una voglia di matta di fare quello che non posso dire, altrimenti il cardinale presidente, che appoggia questo governo, mi rimprovera per mancanza di galateo. W il Monti «forever!»
Berlusconi prometterà mari e colline (non può promettere Monti, è evidente!): abolirà l’imu sapendo che non potrà farlo perché non vincerà e l’Europa non glielo consentirà, avendo firmato lui la lettera che l’imponeva); prometterà le dentiere agli anziani che ne sono sprovvisti; riporterà in auge la social-card quella che è costata più di quanto distribuisse; prometterà l’abolizione della tassa sui motorini, detasserà il lifting e darà l’abbonamento tv gratis agli over 70 anni e infine, sicuramente, prometterà un condono anche in zona protetta, autorizzando ad allargare le ville fino a un terzo. Gli imbecilli crederanno, ma gli imbecilli crederanno sempre: bisognerebbe togliere il voto per decreto a chi, adulto, crede nelle favole e nelle promesse cretine. Dirà di volere abbassare le tasse, ma garantirà che non farà lotta all’evasione, abolirà gradualmente Equitalia e detasserà le scuole private. Poi cosa che non guasta mai (l’ha già promesso altre volte) dimezzerà i parlamentari, abolirà le province e darà gratis la tomba al cimitero perché chi muore per amore di Patria, sarà iscritto in un albo degli eroi nazionali. «Dulce est pro Patri mori» dicevano gli antichi e Berluska s’impegna a far morire con sicurezza. Tanto essendo sicuro di non andare al governo, può promettere quello tutto e anche di più.
Infine prometterà una comparsata gratis in qualche programma delle sue tv a chi lo vota: la Filippi, la D’Urso, i suoi tirapiedi stanno già rodando gli ingranaggi. Per chi lo voterà si riapriranno gratis, e solo per loro, i manicomi perché chi crede ancora a questo qua-qua-qua-ra-quà, non merita di vivere, né di morire. Merita solo di essere colpito da diarrea a spruzzo permanente per tutti i giorni restanti della sua vita. Fogne permettendo!
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LA FRENETICA RIFORMA DEL GENERALE DI PAOLA
Mr War
Il tempo,quando lo vogliono lo trovano:
12 miliardi in spese militari! In tre anni un aumento del 5,3%. Sì ai tagli al personale, no a quelli per gli armamenti. L'istruzione e la ricerca?
LA RIFORMA MILITARE E’ LEGGE (DELEGA IN BIANCO AGLI STATI MAGGIORI E 1 MILIARDO IN PIU’ A DI PAOLA IN FINANZIARIA)
La legge di revisione delle Forze armate voluta dal ministro Di Paola è da ieri legge dello Stato. E’ il primo paradosso del Monti a fine corsa: il Pd vota a favore per responsabilità e la destra vota compatta, nonostante abbia appena bocciato il governo (la Lega si è astenuta). Tutto adesso è nelle mani del prossimo esecutivo e dei decreti attuativi su cui ci sono 60 giorni di tempo perché il futuro parlamento dica la sua. La legge autorizza le Forze armate a riorganizzarsi in proprio in 12 anni con una delega per ora in bianco. Potranno rivedere modello organizzativo e infrastrutture e chiedere il pagamento delle attività di protezione civile. Ma introduce anche il principio dell’invarianza della spesa: i risparmi (taglierà posti di lavoro) resteranno alla Difesa con una “flessibilità gestionale” che l’autorizza spendere come vuole. Si prevede in armamenti. F35 da 70 milioni di costo iniziale sono già lievitati a 100 e forse arriveranno a 120. che la si guardi da destra o da sinistra, la legge va giù a pochi, escluso il settore industriale degli armamenti che sembra il vero destinatario del provvedimento. Persino Andrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, un giornale non certo tacciabile di pacifismo, ha criticato Di Paola sul Sole24, chiedendosi quale sia l’impatto strategico della legge e come mai il ministro pensi a comprare nuove armi quando «considerato che i costi fissi di basi e caserme sono incomprimibili i tagli si ripercuoteranno sull’addestramento (ormai un miraggio per molti reparti) e persino sulla possibilità di fare il pieno a navi, aerei e mezzi molti dei quali sottoutilizzati … per mancanza di manutenzione».
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Lalla
Come mai una delle prime cose che Monti ha fatto, senza dire nulla a nessuno, è stato il bonifico di due miliardi e mezzo di euro alla banca americana Morgan Stanley (effettuato il 3 gennaio 2012), senza per altro fornire alcuna spiegazione. Un versamento piuttosto paradossale, per colui che avrebbe dovuto invece provvedere a riportare in attivo le casse dello Stato?
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Nicola Nicolini
E avete fatto caso che il gettito IMU (circa tre miliardi di euro), legiferato da Tremonti e preteso da Monti, corrisponde ai soldi dati al Monte dei Paschi di Siena per "salvarsi"?? (sarebbe questo il modo per risanare i conti dello Stato?)
E avete considerato che nel 2012 abbiamo dato 30 MILIARDI DI EURO al fondo salva stati dell'Unione Europea aumentando pesantemente il nostro debito pubblico di cui tutti gli economisti ci rimproverano? Ma allora a cosa serve il fondo salva stati??? Ad avere un motivo in più per fare debito anche in situazione di crisi?
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SU FAVIA E SALSI ESTROMESSI DA GRILLO DAL M5S
Viviana
Sono addolorata per quanto accaduto, non è tollerabile che chi dovrebbe rappresentare il Movimento agisca contro di esso, in questo caso do ragione a Grillo. I due continueranno a fare i consiglieri fino a fine mandato, ma non rappresenteranno più il Movimento, in quanto non può rappresentarlo chi ha agito a suo danno.
Uno vale uno ma in questo caso i due non valgono nessuno. E raccoglieranno quel che hanno seminato. Pensate che una azienda potrebbe mantenere al suo posto un rappresentante delegato che agisse contro di lei, favorendo la concorrenza?
Al momento godono dell'importanza data loro dai media per infamare Grillo,
tra un po' nessuno si curerà più di loro e allo scadere del loro mandato la lotta visibilità scenderà a zero. In fondo se la sono voluta.
Mi dispiace. Potevano essere risorse utili. Si sono rivelati problemi. E di problemi ne abbiamo anche troppi di fuori al momento per mantenere anche quelli interni.
Il discorso sulla democrazia è analogo al discorso sulla libertà di espressione.
Di per sé sono buone cose. Ma se uno ne fa un uso perverso, si trasformano in cattive.
A ognuno è riconosciuta la libertà di esprimersi, ma non se questa infama, calunnia, molesta, allora non è più una libertà ma un reato.
Lo stesso vale per l'uso di strumenti democratici e le rappresentanze democratiche, valgono finché li usi per il bene comune, ma se ne abusi per la tua vanità o il tuo carrierismo si rovesciano in strumenti negativi.
Nessun valore esiste intrinsecamente, il valore si realizza nel suo uso buono non egoistico e non finalizzato a nuocere.
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Lalla segnala
DRAGHI SVELATO IN GERMANIAI Lupi di Einstein
Il 2° canale della televisione pubblica tedesca, ZDF, ha trasmesso un servizio che svela il vero Mario Draghi al pubblico tedesco, finora imbonito dai vari tabloid che attizzavano odio verso l’artefice della politica inflazionistica dell’Euro, vestendolo però nei panni dell’Arlecchino che è arrivato per "lirizzare" o "italianizzare" la moneta unica.
Draghi è un esponente dei circoli finanziari internazionali, ha spiegato la ZDF nel suo servizio, mandato in onda il 6 dicembre nel corso del seguito programma di approfondimento politico Heute Journal, come commento alla riunione del Consiglio e della conferenza stampa della BCE di quel giorno.
Alla conferenza stampa, Draghi ha dovuto rispondere ad un numero insolitamente alto di domande scomode provenienti non solo dal reporter della ZDF, ma anche da altri giornalisti tedeschi, francesi e inglesi che gli hanno chiesto conto dell’intenzione della BCE di assumere poteri assoluti e antidemocratici sul sistema bancario europeo, della disoccupazione record in Europa e della "medicina-killer" applicata in Grecia. Nel suo solito stile sofistico, Draghi ha giustificato ogni devastazione economica e sociale causata dalle ricette della BCE, addossandone la responsabilità ai governi che non avrebbero seguito la disciplina di bilancio prima della crisi, ignorando il fatto che i bilanci pubblici sono saltati a causa dei salvataggi bancari – la cui indisciplina di bilancio era non solo nota, ma favorita dalla BCE!
Il servizio della ZDF è indice che sta cambiando l’aria e il tiro viene aggiustato, precondizione per una via d’uscita costruttiva. "Draghi godeva di relazioni eccellenti nel mondo della finanza quando non era ancora presidente della BCE", esordisce il servizio. "Da tempo egli è membro di un club esclusivo e discreto, il Gruppo dei 30:
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L’ITALIA HA UN SOLO GRAVE PROBLEMA: LA MONETA SBAGLIATA
Roma ha in mano delle carte vincenti. Il grande ostacolo è il primo Mario Monti, installato a capo di una squadra di tecnocrati nel Putsch di novembre 2011 dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dalla Banca Centrale Europea – tra gli applausi dei media Europei e della classe politica. Monti può anche essere uno dei migliori gentlemen europei ma è anche il sommo sacerdote del Progetto UE e un personaggio chiave dell’adesione dell’Italia all’euro. Prima se ne va, prima l’Italia può fermare lo scivolamento nella depressione cronica. I mercati sono, naturalmente, inorriditi del fatto che si dimetterà una volta che il bilancio 2013 sarà stato approvato, aprendo la porta al caos politico all’inizio del prossimo anno. I rendimenti sui titoli a 10 anni del debito italiano lunedì sono saliti di 30 punti base al 4.85%. “L’armistizio è durato 13 mesi. Ora la guerra continua. Il mondo ci guarda con incredulità “, ha scritto il Corriere della Sera. Il rischio immediato per gli investitori obbligazionari è un parlamento diviso, con un “25%” di possibilità di vittoria allo schieramento euroscettico di Berlusconi, la Lega Nord e il comico Beppe Grillo, che ora nei sondaggi è vicino al 18%. “Se non c’è una maggioranza chiara in Parlamento siamo condannati”, ha dichiarato il Prof. Giuseppe Ragusa dell’Università Luis Guido Carli di Roma. Qualsiasi risultato del genere lascerebbe i mercati obbligazionari palesemente esposti, come durante l’ultimo spasimo della crisi del debito a luglio. Roma sembrerebbe ancor meno disposta a richiedere un salvataggio e firmare un “Memorandum” rinunciando alla sovranità fiscale – i presupposti per un intervento della BCE che metta un tetto massimo ai rendimenti dei titoli italiani. Tutti gli investitori che si sono precipitati sul debito italiano – o spagnolo – dopo che Draghi della BCE si è impegnato a fare tutto il possibile per tenere insieme l’UEM, potrebbero scoprire che Draghi non è in grado di mantenere la sua promessa. Le sue mani sono legate dalla politica. Gli obbligazionisti diventerebbero molto preoccupati. Ma gli interessi della democrazia italiana e dei creditori stranieri non sono più allineati. Le politiche deflazionistiche stile anni ’30 imposte da Berlino e Bruxelles hanno spinto il paese in un vortice greco. Il lobby del business di Confindustria ha detto che il paese si sta riducendo in “macerie sociali”.
Gli ultimi dati confermano che la produzione industriale in Italia è in caduta libera, giù del 6.2% nel mese di ottobre rispetto all’anno precedente. “Negli ultimi 12 mesi abbiamo visto una capitolazione completa del settore privato”, ha detto Dario Perkins di Lombard Street Research. “La fiducia delle imprese è tornata ai livelli della crisi finanziaria nella sua fase più profonda. La fiducia dei consumatori è ai minimi di sempre. Berlusconi ha ragione nel dire che l’austerità è stata un disastro completo.”
I consumi sono calati del 4.8% rispetto allo scorso anno, sul peso della maggiore pressione fiscale. “Non ci sono precedenti nei dati. Il rischio per il 2013 è che il crollo possa essere ancora peggiore,” ha dichiarato la Confcommercio, federazione dei commercianti.
Le origini di questa crisi risalgono alla metà degli anni ’90, quando il marco e la lira sono stati agganciati in un cambio fisso. L’Italia aveva un sistema di scala mobile dei salari e delle abitudini di inflazione. Le vecchie abitudini sono dure a morire.
Ha perso dal 30 al 40% di competitività del lavoro contro la Germania, con un lento declino. Il suo storico surplus commerciale con la Germania è diventato un grande deficit strutturale.
Ormai il danno è fatto. Non è possibile riportare indietro l’orologio. Ma è esattamente ciò che le élite politiche UE stanno cercando di fare, attraverso le drastiche misure di austerità e “svalutazione interna”.
Una politica di questo tipo può funzionare in una piccola economia aperta come l’Irlanda. In Italia si sta ripetendo l’esperienza britannica quando Winston Churchill nel 1925 riportò la sterlina alla parità aurea ad un tasso sopravvalutato. Come Keynes disse acidamente, i salari sono “rigidi” verso il basso. I salari britannici si spostarono di poco nei cinque anni successivi. L’effetto principale di questa politica è portare in alto il tasso di disoccupazione. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è al 36.5% e ancora in aumento.
Monti ha colpito con una stretta fiscale del 3.2% del Pil quest’anno, tre volte la dose terapeutica. Non vi è alcuna ragione economica per farlo. L’Italia ha avuto un saldo primario vicino all’equilibrio nel corso degli ultimi sei anni. E’ stata, anche sotto Berlusconi, un raro esempio di rettitudine.
L’avanzo primario raggiungerà il 3.6% del PIL quest’anno e il 4.9% l’anno prossimo. Non si potrebbe essere più virtuosi.
Eppure questa sofferenza è stata peggio che inutile.
La stretta fiscale stessa ha spinto il debito pubblico Italiano da una situazione di equilibrio stabile ad una zona di pericolo. Il FMI dice che il rapporto debito/Pil sta crescendo molto più velocemente di prima, saltando dal 120% dell’anno scorso al 126 % di quest’anno e al 128 % nel 2013.
L’economia ha subito una contrazione per 5 trimestri. Citigroup dice che questa caduta andrà per le lunghe, con cali dell’1.2% nel 2013 e dell’1.5% nel 2014, con in seguito una crescita vicino allo zero fino al 2017, e lungo la strada la ristrutturazione del debito.
Sarebbe sorprendente se gli elettori italiani tollerassero a lungo questa débacle, anche se Pier Luigi Bersani vincesse le elezioni con un programma di centro-sinistra, pro-riforme, pro-euro. I dati dell’indagine Pew Trust mostrano che ora solo il 30% pensa che l’euro sia stata una “buona cosa”.
Il coro a favore dell’uscita dall’UEM si è sopito dopo che Draghi ha promesso la salvezza. 5 mesi più tardi, è chiaro che la crisi è sempre più profonda e si sta ancora avvitando. Le voci si alzano di nuovo, sempre più forti. Berlusconi ci gioca con malizia, un giorno lanciando con aria di sfida la “pazza idea” di dire alla Banca d’Italia di stampare euro, il giorno dopo dicendo che “parlare di lasciare l’euro non è una bestemmia .”
Questa settimana ha usato un linguaggio più duro. “L’Italia è sull’orlo del baratro. Non posso permettere che il mio paese sprofondi in una spirale di recessione senza fine.”
“La situazione di oggi è molto peggiore di un anno fa, quando ho lasciato il governo. Abbiamo un milione in più di disoccupati, il debito è in aumento, le imprese stanno chiudendo, la proprietà è al collasso, e il mercato delle auto è distrutto. Non possiamo continuare ad andare avanti in questo modo. “
No davvero.
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VV
Ottima segnalazione!
E' orribile il lavaggio dei cervelli che fanno i media italiani per distrarre l'opinione pubblica, disinformarla e far credere alla gente che il loro interesse coincide con quello delle grandi banche che hanno prodotto questa crisi e se ne arricchiscono!
Ed è davvero criminale vedere come TUTTI i partiti, Pd in testa, siano succubi del sistema bancario e ingannino i loro elettori!
Quello che sta avvenendo è un gigantesco tradimento dei popoli, perpetrato da parte di coloro che sono stati eletti per tutelarli e salvarli!
E ancora qualcuno viene a chiedere che il M5S si allei con questi rinnegati traditori??!!
E ancora qualcuno ha la faccia di fare confronti o trovare somiglianze tra Grillo e altri leader politici??!!
Ma allora davvero non capite una cippa di quello che succede!
In quanto ai TROLL che hanno in odio che si sconfessi questo immane inganno mediatico e politico e vengono qui a fare stalking, si dovrebbero vergognare della loro bassezza mentale! Se l'Italia cadrà, come è nelle intenzioni di questi farabutti della finanza, nel Terzo Mondo, perdendo ogni diritto così come ha perso la sua sovranità monetaria ed è stata soggetta a una depredazione di massa, non ci sarà NESSUNO, nemmeno gli imbecilli o i perversi che si salverà!
Questa gente non opera solo per la nostra morte, ma per la propria morte! Il che è l'idiozia più tremenda.
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Vito Asara
Il disegno è evidente. Non più cdx e csx ma 2 partiti capeggiati da Monti e Bersani ( o uno solo con Monti e Bersani), che si contenderanno (o faranno finta) il ruolo di maggiordomi. Chiunque vinca avrà il compito di andare a prendere gli ordini da Bruxelles. Il tutto dentro una democrazia, solo, formale.
Diamoci da fare altrimenti sarà la catastrofe! Spero che anche gli altri popoli europei capiscano, visto che il problema non è solo nostro. Posso solo sperare che possano essere evitate le guerre civili (le più crudeli tra tutte le guerre) ma....la vedo dura.
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Mandato da Sauro
LO SPIRITO DEL TEMPO
Barbara Spinelli
L'Europa, cui ci siamo abituati a guardare come al Principe che ha il comando sulle nostre esistenze, sta manifestando preoccupazione, da giorni, per il ritorno di B sulla scena italiana. È tutta stupita, come quando un'incattivita folata di vento ci sgomenta. I giornali europei titolano sul ritorno della mummia, sullo spirito maligno che di nuovo irrompe. Sono desolate anche le autorità comunitarie: "B è il contrario della stabilità", deplora Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo.
Tanto stupore stupisce. Primo perché non è così vero che l'Unione comandi, e il suo Principe non si sa bene chi sia. Secondo perché i lamenti hanno qualcosa di ipocrita: se il fenomeno Berlusconi ha potuto nascere, e durare, è perché l'Europa della moneta unica lo ha covato, protetto. Una moneta priva di statualità comune, di politica, di fiato democratico, finisce col dare questi risultati. La sola cosa che non vien detta è quella che vorremmo udire, assieme ai compianti: la responsabilità che i vertici dell'Unione (Commissione, Consiglio dei ministri, Parlamento europeo) hanno per quello che succede in Italia, e in Grecia, in Ungheria, in Spagna.
Se in Italia può candidarsi per la sesta volta un boss televisivo che ha rovinato non poco la democrazia; se in Ungheria domina un Premier - Viktor Orbán - che sprezza la stampa libera, i diritti delle minoranze, l'Europa; se in Grecia i neonazisti di Alba Dorata hanno toni euforici in Parlamento e alleati cruciali nell'integralismo cristiano-ortodosso e perfino nella polizia, vuol dire che c'è del marcio nelle singole democrazie, ma anche nell'acefalo regno dell'Unione. Che anche lì, dove si confezionano le ricette contro la crisi, il tempo è uscito fuori dai cardini, senza che nessuno s'adoperi a rimetterlo in sesto. Gli anni di recessione che stiamo traversando, e il rifiuto di vincerla reinventando democrazia e politica nella casa europea, spiegano come mai Berlusconi ci riprovi, e quel che lo motiva: non l'ambizione di tornare a governare, e neppure il calcolo egocentrico di chi si fa adorare da coorti di gregari che con lui pensano di ghermire posti, privilegi, soldi. Ma la decisione - fredda, tutt'altro che folle - di favorire in ogni modo, per l'interesse suo e degli accoliti, l'ingovernabilità dell'Italia. Chi parla di follia non vede il metodo, racchiuso nelle pieghe delle sue mosse. E non vede l'Europa, che consente il caos proprio quando pretende arginarlo.
Cosa serve a B? Un mucchietto di voti decisivi, perché il partito vincente non possa durare e agire, senza di lui, poggiando su maggioranze certe alla Camera come al Senato, dove peserà il voto di un Nord (Lombardia in testa) che non da oggi ha disappreso il senso dello Stato. Così fu nell'ultimo governo Prodi, che aveva il governo ma non il potere: quello annidato nell'amministrazione e quello della comunicazione, restato nelle mani di Berlusconi. La guerra odierna non sarà diversa da quella di allora: guerra delle sue televisioni private, e di una Rai in buona parte assoggettata. Guerra contro l'autonomia dei magistrati, mal digerita anche a sx. Guerra di frasi fatte contro l'Europa (Che c'importa dello spread?). Guerra del Nord contro il Sud, se risuscita l'asse con la Lega. L'arte del governare gli manca ma non quella del bailamme, su cui costruire un bellicoso potere personale d'interdizione. La democrazia non funziona, senza magistrati e giornali indipendenti, e proprio questo lui vuole: che non funzioni. Se non teme una candidatura Monti, è perché non è detto che essa faciliti la governabilità.
Ma ecco, anche in questo campo l'Europa ha fallito, non meno degli Stati. La libera stampa è malmessa - in Italia, Ungheria, Grecia, dove vai in galera se pubblichi la lista degli evasori fiscali. Ma nessun dignitario dell'Unione, nessun leader democratico ha rammentato in questi anni che il monopolio esercitato da Berlusconi sull'informazione televisiva viola in maniera palese la Carta dei diritti sottoscritta nel 2007. È come se la Carta neanche esistesse, quando importano solo i conti in ordine.

Nessuno ricorda che la Carta non è un proclama: da quando vige il Trattato di Lisbona, nel 2009, i suoi articoli sono pienamente vincolanti, per le istituzioni comuni e gli Stati. Nel libro che ha scritto con l'eurodeputata Sylvie Goulard (La democrazia in Europa), Monti neppure menziona la Carta. Forse non ha orecchie per intendere quel che c'è di realistico (e per nulla comico), nell'ultimo monito di Grillo: "Attenzione alla rabbia degli italiani!". Forse non presentiva, mentre redigeva il libro, il ritorno di Berlusconi e il suo intonso imperio televisivo. Eppure parla chiaro, l'articolo 11 della Carta: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche". Niente è stato fatto, in Europa e negli Stati, perché tale legge vivesse, e perché la stabilità evocata da Schulz concernesse lo Stato di diritto accanto ai conti pubblici.
Il silenzio sulla libera stampa non è l'unico peccato di omissione delle autorità europee, nella crisi. Probabilmente era improrogabile, ridurre i debiti pubblici negli Stati del Sud. Ma l'azione disciplinatrice è stata fallimentare da tanti, troppi punti di vista. Non solo perché alimenta recessioni (due, in cinque anni) che aumentano i debiti anziché diminuirli. Ma perché non ha intuito, nella stratificazione dei deficit pubblici, una crisi politica della costruzione europea (una crisi sistemica). Perché l'occhio fissa lo spread, dimentico del nesso fatale tra disoccupazione, miseria, democrazia. Perché senza inquietudine accetta che si riproduca, nell'Unione, un distacco del Nord Europa dal Sud che tristemente echeggia le secessioni della Lega.
L'antieuropeismo che Lega e Grillo hanno captato, e che B vuol monopolizzare, è una malattia mortale (una disperazione) che affligge in primis l'Europa, e in subordine le nazioni. È il frutto della sua letale indolenza, della sua mente striminzita, della cocciuta sua tendenza a rinviare la svolta che urge: l'unità politica, la comune gestione dei debiti, la consapevolezza - infine - che il rigore nazionale immiserirà le democrazie fino a sfinirle, se l'Unione non mobiliterà in proprio una crescita che sgravi i bilanci degli Stati.
L'ultimo Consiglio europeo ha toccato uno dei punti più bassi: nessun governo ha respinto la proposta di Van Rompuy, che presiede il Consiglio: la riduzione di 13 miliardi di euro delle comuni risorse (10% in meno) di qui al 2020. L'avviso non poteva essere più chiaro: l'Unione non farà nulla per la crescita, anche se un giorno mutualizzerà parte dei debiti. Di un suo potere impositivo (tassa sulle transazioni finanziarie, carbon tax: ambedue da versare all'Europa, non agli Stati) si è taciuto. Anche se alcune aperture esistono: da qualche settimana si parla di un bilancio specifico per l'euro-zona, quindi di mezzi accresciuti per una solidarietà maggiore fra Stati della moneta unica. Ma la data è incerta, né sappiamo quale Parlamento sovranazionale controllerà il bilancio parallelo.
Non sorprende che l'anti-Europa diventi spirito del tempo, nell'Unione. Che B coltivi l'idea di accentuare il caos: condizionando chi governerà, destabilizzando, lucrando su un antieuropeismo popolare oltre che populista. Dilatando risentimenti che reclameranno poi un uomo forte. Un uomo che, come Orbán o i futuri imitatori di Berlusconi, scardinerà le costituzioni ma promettendo in cambio pane, come il Grande Inquisitore di Dostoevskij. È grave che il governo Monti non abbia varato fin dall'inizio un decreto sull'incandidabilità di condannati e corrotti. Che non abbia liberalizzato, dunque liberato, le televisioni. Che abbia trascurato, come la sinistra, la questione del conflitto d'interessi. Magari credeva, come l'Europa prima del 1914, che bastassero buone dottrine economiche, e il prestigio personale di cui godeva nell'economia-mondo, per metter fine alla rabbia dei popoli.
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Lentamente muore
PABLO NERUDA

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
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CON MONTI SIAMO SCESI DI 5 POSTI NELLA CLASSIFICA DELLA LIBERTA’ DI STAMPA
Reporter senza frontiere
“Molti mezzi d’informazione hanno pagato a caro prezzo la loro copertura mediatica delle aspirazioni democratiche o dei movimenti di opposizione. Il controllo delle notizie e delle informazioni continua a rappresentare una sfida per i governi e a essere motivo di sopravvivenza per i regimi repressivi e totalitari. L’anno appena trascorso ha anche messo in luce il ruolo fondamentale giocato dagli internauti nel produrre e diffondere le notizie”.
Nella classifica su 179 paesi, siamo al 61° posto dopo il Guyana e la Bosnia e poco prima la repubblica centroafricana e Tonga. Nel 2010 eravamo al 50° posto. In un anno di Monti siamo scesi di 5 posti. Davvero un bel risultato! Complimenti! Merita proprio di tenerselo e di osannarlo uno come Monti! Ma poi basta vedere come i media unanimi diano ormai solo disinformazione, evitando con cura di nominare il dominio perverso delle banche, le vere cause speculative dello spread, i motivi per cui l’amministrazione americana ha volutamente provocato questo sconquasso con la liberazione predatoria dei titoli tossici e delle regole bancarie! E Monti evita con cura di tassare proprio le transazioni peggiori della Borsa! Complimenti Bersani! Davvero un bel soggetto da sostenere per portare avanti l’Agenda Monti! Avanti così nel completo tradimento del Paese verso la morte! Meglio mandare i tuoi troll a fare hackeraggio o stalking perverso sul blog di Grillo, vero???
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NUOVA STRAGE AMERICANA. UN RAGAZZO UCCIDE 20 BAMBINI IN UNA SCUOLA
Non è vero che le stragi americane siano avvenute tutte nelle scuole, anche se, quando gli autori sono adolescenti, è facile che sia la scuola il luogo dove hanno accumulato più frustrazioni, basti vedere sui blog quanti TROLL spostati e fuori di testa hanno un vero odio per gli insegnanti, i laureati o chiunque mostri un minimo di cultura, è il tipico odio degli emarginati scolastici. A volte però si fanno stragi anche nei supermercati o nei cinema, in luoghi comunque affollati.
Nel luglio 2012, a Denver, durante la proiezione dell'ultimo episodio della saga di Batman, il 24 enne James Holmes aprì il fuoco sugli spettatori armato di mitra e pistole tutte regolarmente acquistate: morirono in 12.
Massacro di Aurora 12 morti, 58 feriti
Massacro di Ludlow 21 minatori uccisi dalla polizia
Sparatoria di North Hollywood la polizia uccise 4 studenti e ne ferì 14
Sparatoria di Tucson del 2011 6 morti e 14 feriti
Secondo l’Fbi, i cittadini americani possiedono 270 milioni di armi (su 310 milioni di abitanti), senza contare quelle delle forze armate e dell’ordine (sono armati anche i vigili urbani, si pensi al caso del motociclista freddato da un colpo di pistola per aver superato le 90 miglia orarie). In pratica circa ogni cittadino ne possiede una, al di là della effettiva necessità e soprattutto del proprio stato di salute psico-fisica. Il principale gruppo di pressione, la Nra, conta 4 milioni e 300 mila di iscritti. E nelle ultime elezioni politiche, come da tradizione ha fatto il tifo per il candidato del Grand old party, Mitt Romney. Una delle accuse a Obama era che poteva cambiare il secondo emendamento che permette a ognuno di detenere armi.
Il bello è che il Vaticano faceva il tifo per Romney!
E il meglio è la battaglia permanente della Lega di dare armi a tutti abbassando l’età minima a 16 anni!
In USA ci sono 270 milioni di armi da fuoco, senza contare quelle dell’esercito: quasi un’arma a testa, lattanti compresi. La vendita di armi è libera, i fucili si vendono ai grandi magazzini o ovunque. Ogni ora 4 americani sono uccisi da colpi d’arma da fuoco. In 20 anni sono morte 670.000 persone, una strage pari a 150 volte quella delle Torri gemelle.
In Giappone solo una cinquantina di persone ha il permesso di possedere armi e, anche se i criminali le introducono clandestinamente, nel 99 si sono avuti solo 28 morti per arma da fuoco. Negli USA nello stesso anno furono 26.800! Una carneficina di Americani contro altri Americani!
In Inghilterra, severi controlli sulle armi riducono gli omicidi a 1/6 rispetto agli USA, nonostante la criminalità diffusa sia superiore a quella americana.
L’America fa la guerra al terrorismo esterno ma sostiene il terrorismo interno dei pazzi armati e scatenati e lo difende come un diritto inalienabile. La potente lobbie delle armi si oppone a qualsiasi regolamentazione nella vendita delle armi. Nonostante le frequenti stragi, quasi tutti sorvolano, convinti che portare le armi sia un diritto scritto in Costituzione. Come se si trattasse di un’anomalia genetica e non di una scelta umana che potrebbe essere cambiata, visti i risultati delittuosi. In realtà questo falso diritto si basa su una truffa interpretativa. Il 1° Congresso USA approvò il Bill of Rights, carta dei Diritti,10 Emendamenti fondamentali della Costituzione che stabilivano i diritti individuali degli Americani. Il 2° emendamento pone, è vero, che “Il diritto dei cittadini di tenere e portare armi non potrà essere violato” ma poi prosegue:: “essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben ordinata milizia”. Dunque doveva servire per formare la milizia dello Stato, non a uso privato. Ma la potente lobbie delle armi con 4 milioni di soci, porta voti e sostanziosi contributi ai partiti preferendo i repubblicani, quindi non può essere contrastata.
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