Filippo Goti
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Il XIX secolo ha rappresentato un periodo estremamente florido per la ripresa moderna dell’esoterismo, o forse con maggiore precisione una rottura con un concetto tradizionale dello stesso, caratterizzandosi nella nascita di una molteplicità di espressioni a carattere più o meno iniziatico, o esoterico. Organizzazioni rosacruciane, gnostiche, massoneria di frangia, ordini a carattere teurgico, e ripresa di movimenti neopagani, tutto ciò che poteva offrire un approdo ai bisogni e alla fantasia dell’uomo a cavallo fra la rivoluzione francese, l’età dei lumi, e le prossime trasformazioni delle nazioni, mieteva sicuro successo nello strato borghese e aristocratico della società. Due furono gli epicentri di questo sisma esoterico, la Francia e l’Inghilterra, e sicuramente alla prima nazione spetta il dubbio merito di aver avviato questo rincorsa verso una spiritualità variopinta quanto spuria.
Per coloro che sono interessati alle origini del templarismo moderno, il nome di Philippe Ledru rappresenta una pietra fondamentale del loro studio. Questo personaggio, che incarna quella qualità così tipica nell’esoterista del tempo, la fantasiosa ricerca di una “legittimità apparente” al proprio agire, è legato alla Loggia Massonica dei Cavalieri della Croce. Struttura a carattere esoterico, che come professa lo stesso nome, si inseriva in un ambito di massoneria di frangia, pretendendo di incarnare una “continuità” con la tradizione templare. Continuità, è bene precisare non solo ideale, ma come vedremo sostanziale. Anello dopo anello, della catena iniziatica, il “potere spirituale” che era dell’Ordine Templare sarebbe giunto fino al 1804, anno in cui Leudru appare sulla scena della storia dell’esoterismo.
Vi sono due versioni dissonati, ma entrambe rocambolesche, su come Leudru si inserisce nel meccanismo della continuità iniziatica templare, ed è bene precisare che quelli erano veramente anni eccezionali, sconvolti com’erano dalla follia post rivoluzionaria: una società stravolta, continui cambiamenti di potere, mancanza di punti tradizionali di riferimento. La prima versione vede Ledru negli abiti di medico personale del Duca Cossè Bisac (vittima della rivoluzione), che sostiene di aver rinvenuto in un archivio segreto del nobile, una pergamena che svelava come l’Ordine del Tempio non si fosse mai estinto, ma che “continuava regolarmente”. Secondo il documento l’ultimo Gran Maestro dell’Ordine era proprio il Duca Cossè, e si invitava i cavalieri a procedere immediatamente all’elezione di un nuovo Gran Maestro.
Nella seconda versione un certo Claude Mathieu Radix de Chevillon, minato dalla vecchiaia e dalla malattia, reggente dell’Ordine Templare durante gli anni della rivoluzione francese ed investito di tale potere dall’ultimo grande maestro il Duca Cossè Bisac, avrebbe indetto una riunione con degli “amici” per garantire la continuità dell’Ordine stesso ( un Ordine estremamente eseguo come seguito, se costretto ad aprirsi così alla profanità ). Il gruppo di amici era formato dal dottor Philippe Ledru, Prosper Charpentier De Saintot e il notaio Bernard Raymond Fabré-Palaprat (1773-1838). Oltre dal vincolo di amicizia queste persone erano legate alla comune appartenenza alla loggia massonica dei Chevaliers de la Croix (Cavalieri della Croce). Loggia che aveva una posizione “autonomista” rispetto alla subordinazione della “cavalleria” all’Obbedienza massonica, e in tale ottica una regolarità diretta con l’Ordine Templare poteva rappresentare l’affrancazione rispetto al riconoscimento massonico. Claude Mathieu Radix de Chevillon, al termine della riunione, non volendo ricoprire la carica di Grande Maestro dell’Ordine insignì di tale grado Fabré-Palaprat, nominando Ledru Tenente-Generale per l’Africa, e Prosper Charpentier De Saintot Tenente Generale per l’Asia.
Esiste una terza versione, priva di Chevillon, che in generale appare come una figura “tramite”, in cui i documenti attestanti l’esistenza e la regolarità dell’Ordine sarebbero stati rinvenuti da Ledru, in un mobile del duca Cossè andato all’asta.
La Loggia Massonica dei Cavalieri della Croce, “così” investita di regolarità e continuità templare, benchè fondata da borghesi seppe richiamare, in virtù del proprio attivismo, buon numero di nobili, accrescendone così il prestigio e la diffusione.
Successivamente, visto l’enorme successo dell’iniziativa, Bernard Raymond Fabré Palaprat, che oltre ad essere notaio era anche ex seminarista, fondò una nuova Chiesa di stampo razionalista e Giovanita. Esprimendo quindi la seconda qualità che accompagna l’esoterismo moderno: l’eclettismo.
Personalmente non ritengo affatto errato prendere ad esempio la storia della Loggia Massonica dei Cavalieri della Croce, per tratteggiare lo stato attuale delle organizzazioni che a vari titolo pretendono, attraverso legittimazioni più o meno machiavelliche, la continuità con l’Ordine del Tempio. Ordine che in virtù della sua origine monastica, all’interno della Chiesa Cattolica, è sottoposto alla discrezionalità del “potere religioso” e costituito da religiosi. Se esistesse, e prove certe non sono mai state portate, sarebbe nei fatti una realtà “eretica” posta oltre la comunità dei fedeli, e bisognerebbe interrogarci con quale compito da assolvere in questi tempi moderni. Ridotta all’essenzialità la questione continuità dell’Ordine Templare non si pone per mancanza di reali prove, mentre si pone quella dell’eredità spirituale dello stesso. Anche se poi dobbiamo discorrere attorno alla delimitazione e all’essenza di tale eredità, e se essa può o deve essere appannaggio di coloro che alla qualità dell’anima, antepongono la qualità della foggia del mantello
C’è chi sostiene che è solamente dopo la risoluzione dell’intreccio con la massoneria, che il templarismo potrà ritrovare una propria dignità ed identità. Per quanto sensazionale, la questione è mal riposta. Ogni realtà spirituale per prosperare deve risolvere ogni intreccio, ogni commistione, ogni confusione, e porre in luce la propria identità ed individualità “spirituale”, ammesso e non concesso che questa esista.
Sicuramente buona parte della “ripresa templare” è stata determinata dalla tensione fra la massoneria inglese e quella continentale, e le varie spaccature orizzontali e verticali che da sempre hanno caratterizzato la libera muratoria. E’ possibile dare una dignità ad un simbolo vuoto, attraverso il ricorso a “pergamene” ritrovate, ostentazioni di regolarità e continuità che sfidano ogni logica elementare, se non quella di preservare o conquistare un potere meramente dialettico ?
A prescindere da quanto sopra il nucleo della reale discussione risiede non tanto nell’occultamente o meno dell’Ordine Templare, e nella successione dello stesso, oggi nella forma associazionistica, ma bensì la sua odierna missione. Può esistere un percorso iniziatico “templare” ? I templari erano costituiti come organizazzione esoterica ? E se si a chi il “reale deposito” dei riti ?
Nei fatti cosa dovrebbe proporre un Ordine Cavalleresco o una Fratellanza Cavalleresca, a parte la sicumera di un riconoscimento da parte si una struttura terza, spesso disconosciuta da altre ? Non è raro constatare che chi declama la propria regolarità, è perchè sa di non esserlo, o che la stessa offre ampi spazi di dubitazione. Rimane quindi aperto l’interrogativo di fondo in cosa un templare moderno, può essere equiparato ad un templare di ieri ?
La Storia della Loggia Massonica dei Cavalieri della Croce è un monito per tutti.
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