domenica 14 ottobre 2012

30 anni fa addio a Del Monaco, tenore che fu Otello



Tenore che fu Otello scomparve il 16 ottobre 1982, omaggio dall'Opera di Roma




di Paolo Petroni
Un personaggio vero, un artista per il quale vita e arte coincidevano, tanto da poter attraversare Piazza San Marco a Venezia vestito col costume di Otello, uno dei personaggi più amati e riusciti tra i tanti della lunga carriera del tenore Mario Del Monaco, di cui il 16 ottobre cadono i trenta anni dalla morte, avvenuta nel 1982. Per l'occasione alcuni suoi costumi sono stati esposti, assieme a locandine, contratti, foto, nel foyer del Teatro dell'Opera di Roma, che lo ha ricordato con un incontro e un concerto di giovani cantanti alle prese con i cavalli di battaglia del suo repertorio, che andava da Boheme ad Andrea Chenier (c'é un Dvd Rai in un'edizione con Antonietta Stella e Giuseppe Taddei), da Carmen alla Cavalleria rusticana, da Norma (nel 1955 quella grande con la Callas) a Butterfly, da Aida a Manon Lescaut (storiche quelle con la Tebaldi alla Scala nel 1950 e al Bolshoi).
Otello resta però il ruolo 'storico', interpretato 427 volte, di questo "ultimo tenore da leggenda, discendente diretto di quella straordinaria schiatta che parte da Caruso, sul principio del Novecento, passa per Martinelli, Pertile e poi arriva a Gigli e poi finalmente trionfa nella sua straripante personalità", come scrive Enrico Stinchelli nella prefazione a un volumetto di memorie famigliari e artistiche della nipote di Del Monaco, Paola Caterina, intitolata non a caso 'Dietro le quinte: luci e ombre di Otello', edito per questa ricorrenza dall'Istituto Nazionale del Melodramma, quello che porta avanti ancora oggi l'insegnamento col metodo, la tecnica Del Monaco, che veniva dal suo maestro Arturo Melocchi e sarà portata vanti da personaggi come Corelli o la Tebaldi.
E a Otello sono legati mille aneddoti e storie, come quello della recita all'Arena di Verona con la regia di Rossellini che, per la scena della tempesta, volle le macchine del fumo che diedero noia ai cantanti che furono fischiati violentemente dal pubblico. Del Monaco sovrastò la contestazione con la sua voce e riuscì a spiegare che si trattava di una conseguenza della scelta della regia, da loro criticata per primi, così che all'uscita fu portato in trionfo dalla folla (ANSA)

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