giovedì 10 maggio 2012

Custode e operaio disperati per il lavoro: due suicidi in 24 ore nel Salernitano

TRAGEDIE DELLA CRISI

Generoso Armenante, 49 anni, si è impiccato nel deposito in cui lavorava. A San Valentino Torio, Angelo Coppola, un operaio licenziato a Natale, si spara una fucilata

 SALERNO — Continua la drammatica escalation di suicidi per licenziamenti. Nelle ultime 24 ore nel Salernitano due persone si sono tolte la vita. In entrambi i casi sono state lasciate lettere d'addio e sono stati i familiari a trovare i corpi dei congiunti gravati da un lavoro che non c'era più, una casa da lasciare entro poco tempo e un futuro incerto. La prima vittima era di Salerno, si chiamava Generoso Armenante, 49 anni, sposato e padre di due figli. È stato trovato impiccato in via Stefano Brun, nella pertinenza di un capannone industriale poco lontano da casa. Da quasi due anni aveva perso il posto di custode del cash&carry al cui interno aveva un alloggio dove viveva con la famiglia. Il destino gli ha giocato un ulteriore brutto scherzo con l'arrivo, pochi giorni fa, di una lettera di sfratto. Entro giugno doveva lasciare l'abitazione dove viveva da otto anni in affitto. Si è sentito perduto. Così, intorno alle 14.30 ha scelto un deposito trovato aperto del supermercato di via Brun, nei pressi di casa, per impiccarsi.

IL BIGLIETTO: "SONO UN FALLITO" - In tasca un biglietto d'addio: «Chiedo perdono a tutti... Visto che sono un fallito ho deciso di farla finita. Senza lavoro non posso vivere». Quell'assenza prolungata ha insospettito la figlia di 19 anni cui è toccata la drammatica esperienza di rinvenire il corpo esamine del padre. Sul posto sono giunti carabinieri e agenti di polizia. «Mio fratello era un uomo di grande dignità e non aveva mai voluto essere aiutato da noi - dice con la voce rotta dal pianto la sorella Tina - siamo sei fratelli, in passato ha aiutato tutti, per noi era un punto di riferimento». Da un mese e mezzo la sua abitazione era senza energia elettrica. «Non era riuscito a pagare una bolletta e gli avevano staccato la luce - conclude Tina - sperava sempre di essere riassunto dalla nuova ditta subentrata a quella che lo aveva licenziato».

"SENZA LAVORO NON SI VIVE" - In mattinata, a San Valentino Torio, un 62enne, Angelo Antonio Coppola, sposato, padre di tre figli di cui uno prossimo al matrimonio, operaio generico fino a Natale scorso, è stato travolto dalla disperazione. Ha atteso che la moglie uscisse, raggiungesse la nuora al piano superiore della palazzina per concretizzare il suo tragico gesto. Su un biglietto ha scritto «Senza lavoro non si può vivere». Ha imbracciato il fucile e si è sparato allo sterno. Non c'è stato nulla da fare. È morto sul colpo.

Rosa Coppola

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2012/9-maggio-2012/custode-operaio-disperati-il-lavoro-due-suicidi-24-ore-salernitano-201101690226.shtml 

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