lunedì 14 maggio 2012

Casapound, il processo a Palladino Marchionne (Pd): "L'ho riconosciuto"

Casa Pound, bandiere

Oggi in aula il militante di Blocco studentesco accusato di avere aggredito il 3 novembre scorso quattro esponenti del Pd in zona Prati Fiscali. Davanti al tribunale, a piazzale Clodio, protesta dei sostenitori di Palladino. Foschi (Pd): "Quelle frange estremiste che erano state isolate ora sono tornate per un certo sostegno diretto o indiretto da alcuni consiglieri comunali". Prossima udienza il 28 maggio

“Grazie per il sostegno. Siamo tutti ai domiciliari. Casapound non si ferma per queste stronzate”. Così Alberto Palladino parlando al megafono alle persone che hanno partecipato al presidio davanti al tribunale mentre era in corso il processo che lo vede sul banco degli imputati accusato di aver aggredito degli esponenti dei Giovani Democratici lo scorso 3 novembre in zona Prati Fiscali. I manifestanti hanno accolto Palladino con abbracci e applausi, mentre lasciava gli uffici giudiziari di piazzale Clodio. Così si è concluso il presidio durante il quale sono stati anche accesi dei fumogeni. L’esponente del Blocco Studentesco è stato accompagnato dai genitori e dai suoi legali, l’avvocato Domenico Di Tullio, al cui è stato affiancato da alcune settimane Giosuè Bruno Naso. Conclusa anche l’udienza davanti al giudice monocratico, che ha aggiornato il processo al 28 maggio.
IL PRESIDIO - Davanti al tribunale, a piazzale Clodio, un centinaio di persone si è riunito a sostegno di Palladino, arrestato lo scorso 30 novembre e ora ai domiciliari. Davanti a loro uno striscione: "Nessuna menzogna può schiacciare mille fratelli Zippo libero!".
  "Il giudizio è un torto nei confronti di Alberto Palladino. C'è la motivazione per cui è stata respinta la richiesta di scarcerazione - così un attivista al megafono - Arrestato il 30 novembre si trova ancora ai domiciliari per un'aggressione per il quale la prognosi massima è stata di 15 giorni. Si dice che non può essere liberato perché fa parte di Casapound. E' un giudizio politico falso. Siamo assaltati continuamente da antifascisti e anche se queste persone che ci assalgono fossero arrestate non starebbero in carcere neanche un quarto d'ora. Casapound è sempre all'attenzione della sinistra politica estrema come nel caso di Casalbertone. Non ci facciamo cacciare via da nessuno. Ora voi volete insegnarci la democrazia quando invece nessuno ce la può insegnare perché noi sappiamo meglio di chiunque altro cosa sia la democrazia". A controllare il presidio carabinieri, polizia, agenti della penitenziaria. In tenuta antisommossa i militari hanno sul posto anche diverse camionette.
LA VERSIONE DI MARCHIONNE - Una versione opposta è quella che racconta Paolo Marchionne, uno dei giovani vittima dell'aggressione: "Aveva il volto scoperto (Palladino ndr) e l'ho riconosciuto perché l'avevo visto in altre occasioni". E aggiunge: "Per noi Casapound non sono avversari politici ma una frangia politica divenuta nota per alcune occupazioni nel territorio. Non sono felice di essere divenuto noto per quell'aggressione e ancora oggi sono fatti volantini e scritte che mi rivolgono accuse false".
“Tanto io e te ci conosciamo”. Così, secondo quanto testimoniato da Marchionne, gli avrebbe detto l’esponente di Casapound, tenendolo per il bavero della giacca prima di scappare all’arrivo dei carabinieri dopo averlo ripetutamente colpito anche alla testa con una spranga di ferro. Una lunga testimonianza, quella di Marchionne, davanti al giudice monocratico nel corso del processo per l’aggressione subita da lui e da altri quattro esponenti dei Giovani democratici: Tommaso Scrivano, Pietro Liverotti, Luca Quartu, Lorenzo Agostini.
L'ACCUSA - Palladino è finito sotto sul banco degli imputati dopo che il pm Francesco Minisci ha chiesto e ottenuto che sia processato con giudizio immediato, rito che permette di saltare la fase dell'udienza preliminare e di andare direttamente al dibattimento. Lesioni personali aggravate, violenza privata e porto d'arma impropria, sono i reati contestati dalla Procura a Palladino. Secondo l'accusa Palladino "per futili motivi, in concorso e riunito con altri soggetti in numero compreso tra dieci e quindici, molti dei quali travisati in volto con caschi e sciarpe - si legge nel capo d'imputazione - utilizzando bastoni di legno e mazze di metallo" avrebbe "ripetutamente" colpito in varie parti del corpo quattro appartenenti del movimento politico "Giovani Democratici" costringendoli a interrompere l'affissione di "di alcuni volantini di denuncia sociale, profferendo contestualmente la frase 'uccidiamo questi comunisti di merda'". Il tutto con l'aggravante di aver commesso il fatto "in numero superiore a cinque, con armi, per futili motivi e in orario notturno, così profittando delle circostanze di tempo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa".
LE REAZIONI - Presente davanti l'aula anche il consigliere regionale Pd Enzo Foschi: "Ormai in tutta la città e non solo nel IV Municipio c'è un clima da anni '70 - commenta - Quelle frange estremiste che erano state isolate ora sono tornate per un certo sostegno diretto o indiretto che hanno da alcuni consiglieri comunali". "Basti pensare - aggiunge Foschi - che nel bilancio sono previsti 12 milioni per comprare la sede di Casapound in via Napoleone. Questa manifestazione ci esprime come viene intesa la democrazia. L'estremismo non è più isolato ma coccolato da parte del centrodestra capitolino".
"Sono stato tra i primi ad accorrere in via dei Prati Fiscali - racconta il consigliere del partito democratico Marco Palumbo - ho ancora ben impresso Paolo Marchionne grondante sangue e gli altri giovani picchiati. Basterebbero dunque queste parole vergognose per far comprendere bene chi sono questi personaggi che negli ultimi tempi, evidentemente sentendosi spalleggiati politicamente da chi regala loro sedi, casali e contributi, si sono resi protagonisti di episodi di violenza organizzata. Il Comune in questo processo non si è neppure costituito parte civile. Torniamo a ribadire come sia non più rimandabile fermare qualsiasi organizzazione incompatibile con i nostri valori fondanti, il nostro sistema costituzionale e civile”.
Commenta la vicenda anche il consigliere comunale Pd Massimiliano Valeriani: "Oggi abbiamo assistito all’ennesimo episodio di violenza e di estremismo da parte di Casapound, uscita allo scoperto ormai con il beneplacito di chi governa il Comune. Roma non può tollerare che questi personaggi manifestino il loro odio e la loro rabbia contro le istituzioni e i cittadini che li rappresentano nel territorio. Alemanno, che oggi ha trovato il tempo di 'fare una difesa d’ufficio' del consigliere Tredicine non ha avuto il coraggio una volta per tutte di condannare in maniera inequivocabile questi comportamenti squadristi e intimidatori. E ha dato l’ennesima prova di non essere il sindaco di tutti e di essere legato con ipocrisia ai fantasmi del passato".

http://www.paesesera.it/Cronaca/Casapound-il-processo-a-Palladino-Marchionne-Pd-L-ho-riconosciuto

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