E se non piangi, di che pianger suoli?
Doro parla 7 lingue tra cui inglese, francese e arabo. Sulla nave partecipa alla vita di bordo dando una mano in cucina.
In Libia, Doro è stato torturato senza pietà. Lo hanno appeso per le mani e gli hanno tagliato la faccia mentre video-chiamavano sua mamma chiedendole soldi per liberarlo. È stato torturato innumerevoli volte. Gli hanno spento le sigarette sulla pelle e spaccato la faccia colpendolo con un kalashnikov e procurandogli la perdita della vista da un occhio. È stato pugnalato allo stomaco e picchiato ancora e ancora. Le sue cicatrici sono lì a testimoniarlo.
Ma non si sono fermati: gli hanno fatto patire la fame, gli hanno preso tutti i suoi soldi, hanno estorto denaro ai suoi genitori che sono stati costretti a vendere la loro casa per permettergli di sopravvivere. Poi lo hanno venduto. Lo hanno usato come schiavo. Lo hanno venduto più e più volte eppure brilla ancora. È un faro.
In prigione il suo migliore amico è morto proprio al suo fianco. Lui è riuscito a scappare e a cercare di raggiungere l’Europa. È stato catturato dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica, respinto e nuovamente venduto come schiavo. Ci ha riprovato ma è stato riportato indietro ancora una volta.
La classe operaia va in paradiso
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