NUN CE FREGA NIENTE DI PUTIN: DATECE IL GAS! (DALL'UCRAINA TRANSITA IL 30% DEL GAS ITALIANO) – GIORNATA DI PANICO IERI SUI MERCATI PER LE MINACCE DI PUTIN: OVVIAMENTE NON SONO PREOCCUPATI TANTO PER IL RISCHIO DELLA GUERRA IN SÉ, MA PER LE POSSIBILI RIPERCUSSIONI SULLE FORNITURE DI GAS E SUL PREZZO DEL PETROLIO – A PUTIN NON CONVIENE L'INVASIONE: IL RUBLO È IN PICCHIATA SUL DOLLARO, E SE GLI AMERICANI VANNO AVANTI CON LE SANZIONI E CHIUDONO IL SISTEMA FINANZIARIO ALLE BANCHE RUSSE, ZIO VLAD QUESTA VOLTA RISCHIA I FORCONI IN CASA
Francesco Semprini per "la Stampa"
tensione alle stelle russia ucraina
I venti di guerra in Ucraina e le previsioni di manovre più aggressive della Federal Reserve alimentano la volatilità sul comparto azionario tra le due sponde dell'Atlantico. In Europa gli investitori si disfano delle attività più rischiose, in prospettiva di manovre restrittive da parte della Banca centrale Usa e in virtù dei potenziali effetti di un'ulteriore escalation di tensioni tra Stati Uniti e Russia e le ricadute sulle forniture di gas.
truppe russe ammassate al confine con l ucraina
I timori tengono in scacco le Borse, tanto da parlare di «Lunedì nero»: l'indice Stoxx 600 che riunisce i principali titoli quotati nel Vecchio continente ha chiuso a -3,6%, che equivale a 386 miliardi di capitalizzazione persi in una sola seduta.
Milano è stata di qualche frazione la Borsa peggiore, Piazza Affari ha chiuso la prima seduta della settimana con l'indice Ftse Mib in ribasso del 4,02% a 25.972 punti, dopo un minimo di giornata a quota 25.801 punti.
esercitazioni esercito ucraino
Non è andata molto meglio alle altre Borse, con Londra che ha provato a contenere le perdite, ma ha comunque concluso in calo del 2,6%. Molto peggio hanno fatto Parigi (-3,9%) e Francoforte, che ha ceduto il 3,8% finale.
La seduta nera ha riguardato gran parte dei settori, ma i ribassi maggiori sono stati accusati dai titoli informatici, con l'indice europeo del loro comparto che ha ceduto quasi il 6%.
A Wall Street, il Dow Jones è andato in rosso di oltre mille punti per recuperare nel finale e chiudere sopra la parità così come lo S&P 500 che tuttavia potrebbe chiudere il mese di gennaio come il peggiore dal marzo 2020, quando lo tsunami pandemico travolse gli Stati Uniti.
Anche il Nasdaq interrompe la striscia di ribassi che lo aveva portato a -13% dall'inizio dell'anno, candidandolo a segnare il peggior mese dall'ottobre 2008, quando, sulla scia del fallimento di Lehman Brothers, crollò del 17,7%. «Penso che il peggio debba arrivare», mette in guardia Jeremy Siegel, professore di finanza della Wharton School, secondo cui la corsa alle vendite rischia di causare un effetto contagio.
La guerra in Ucraina e le sue possibili conseguenze, inclusa la chiusura del sistema finanziario statunitense alle banche russe, potrebbero manifestarsi sui mercati in modi imprevedibili, afferma Sebastien Galy, stratega di Nordea Asset Management. «Più ti avvicini alla scogliera, più nervoso è il mercato - prosegue - perché domina incertezza e non si hanno le informazioni necessarie per fare trading».
vertice biden putin sull ucraina
Intanto i venti di guerra in Ucraina hanno causato un'ulteriore perdita alla valuta russa, scesa ieri del 2,1% rispetto al dollaro che ora è scambiata a 78,9 rubli. Anche l'euro perde terreno rispetto al dollaro (1,1319), pagando le criticità dell'Europa in questa nuova crisi geopolitica.
CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN
In attesa di indicazioni sulla crescita dalla revisione, attesa per oggi, del World Economic Outolook del Fmi, si guarda alle mosse della Fed nella riunione di oggi e domani.
Nelle ultime settimane la Banca centrale Usa ha inasprito il linguaggio nei confronti dell'inflazione che, col +7% di dicembre su base tendenziale, è giunta ai massimi degli ultimi 40 anni.
I toni sono ben diversi rispetto a quando la maggioranza dei governatori di Constitution Avenue parlava di fenomeno transitorio. Il cambio penalizza gli operatori che hanno optato per scommesse più speculative come azioni tecnologiche e criptovalute.
L'aumento dei tassi di interesse e le incertezze geopolitiche incoraggiano infatti trasferimenti di denaro in attività più sicure, come le obbligazioni, e riducono il valore dei flussi di cassa futuri attesi da società in rapida crescita, danneggiando i prezzi delle loro azioni.
La fuga verso lidi più sicuri ha innescato l'aumento dei prezzi dei titoli di Stato con conseguente calo dei rendimenti: i buoni del Tesoro decennali sono così scesi all'1,74%.
Prosegue la corsa dell'oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, che si è assestato a 1.839 dollari l'oncia. Sul fronte energetico infine, sia greggio che gas naturale segnano ribassi in virtù delle mosse della Fed, ma al di là dei trend di giornata a mettere in guardia è il guru Kenneth Polcari: «Abbiamo la Russia sul punto di invadere l'Ucraina, il segretario di Stato Tony Blinken che che Vladimir Putin pagherà un caro prezzo se solo tocca il confine.
Lo Zar vi sembra preoccupato? Dobbiamo prepararci: se la Russia invade l'Ucraina, il barile schizza a 100 dollari. Se il 2021 è stato l'anno dei Tori, il 2022 rischia di essere quello degli Orsi».
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