domenica 30 gennaio 2022

Il Pd il coraggio non l'ha mai avuto

 


Venerdì sera, dopo l’annuncio sul Presidente donna (Belloni) di Salvini e Conte e prima di fare la diretta di Accordi&Disaccordi, ho pensato: “Adesso dipende tutto da Letta”.


Poi c’è stato il silenzio. Mentre Grillo si intestava il nome della Belloni con un tweet retorico, sbagliato, fuoriluogo, a cazzo e destinato puntualmente a bruciarla, arrivavano i no secchi di Berlusconi e Berluschino, cioè Renzi. Ottimi motivi per votare Belloni. 


L’ipotesi mi è parsa però subito tramontata. Per due motivi. Uno: l’opposizione dell’ala dimaiana dei 5 Stelle, o per meglio dire di quel che resta di quel movimento. E il silenzio di Letta. Era ovvio che, a quel punto, Letta avrebbe dovuto scegliere se appoggiare una splendida candidata (che aveva sempre giurato e spergiurato di sostenere) oppure obbedire una volta di più ai renziani dentro il partito e dire no alla Belloni per interessi di bottega. Peggio: per calcoli politici e gelosie personali. 


Ad Accordi&Disaccordi ho detto: “Il rischio è che Letta dica no a Belloni perché, se lei fosse eletta, suonerebbe come la vittoria politica di Conte e Salvini. E non di Letta”. È andata esattamente così. I killer di Belloni sono stati non tanto Renzi e Berlusconi, che contano poco, ma Di Maio, i renziani dentro il Pd (su tutti Guerini) e Letta. 


Nove anni fa, uccidendo politicamente Prodi e Rodotà, il Pd diede il peggio di sé. Ora è accaduto lo stesso. E il fatto che al Quirinale stavolta non ci sia un personaggio per me irricevibile come Napolitano, ma un galantuomo come Mattarella, non assolvono Letta e il suo partito da un atteggiamento pavido, scorretto e avvilente.


Molto male.

Andrea Scanzi 

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