La sentenza è arrivata a cinque anni dal caso
Doveva essere un semplice intervento di routine, si è trasformato in una storia drammatica e paradossale. Antonio Gigliola, un uomo di 78 anni, era stato operato al Policlinico di Bari per rimuovere i calcoli alla colicisti, ma poco tempo dopo è morto. La colpa del decesso, a cinque anni di distanza, è stata attribuita al medico che l'ha operato e ai due infermieri che lo hanno assistito. Il motivo? Hanno lasciato una pinza nell'intestino e hanno richiuso la ferita senza rendersene conto. Una svista, che è costata alla vittima altre tre operazioni, poiché nella seconda non si erano accorti dello strumento. Dopo essere finito in coma, non si è più svegliato.
Per il decesso di Antonio Gigliola, sono stati condannati a un anno (con sospensione della pena) il professore di Gastroenterologia Onofrio Caputi Iambrenghi e gli infermieri Vincenzo Storelli e Massimo De Francesco, che avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il giudice Marco Galesi ha contestualmente rinviato a giudizio il direttore della Chirurgia generale Leonardo Vincenti e la dottoressa Valeria Andriola. Sono tutti accusati di omicidio colposo.
Le indagini erano partite dopo la denuncia dei nipoti della vittima, che hanno raccontato tutte le fasi del dramma, dal ricovero al calvario dopo l'operazione («dai drenaggi usciva fluido verde scuro»). Il primo intervento risale al 15 febbraio 2017, il secondo al 21, un terzo il 25 al termine del quale veniva estratto il corpo estraneo dall'addome. L'8 marzo l'uomo ha subìto un quarto intervento ed è stato poi trasferito nel reparto di Rianimazione, dove è entrato in coma. «La presenza di quel corpo estraneo - hanno spiegato i periti - è stata determinata dalla condotta negligente dei sanitari e ha assunto rilevanza causale nel determinare la morte».
Pinza nell'intestino, tre condanne
Per il decesso di Antonio Gigliola, sono stati condannati a un anno (con sospensione della pena) il professore di Gastroenterologia Onofrio Caputi Iambrenghi e gli infermieri Vincenzo Storelli e Massimo De Francesco, che avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il giudice Marco Galesi ha contestualmente rinviato a giudizio il direttore della Chirurgia generale Leonardo Vincenti e la dottoressa Valeria Andriola. Sono tutti accusati di omicidio colposo.
Le
indagini erano partite dopo la denuncia dei nipoti della vittima, che
hanno raccontato tutte le fasi del dramma, dal ricovero al calvario dopo
l'operazione («dai drenaggi usciva fluido verde scuro»). Il primo
intervento risale al 15 febbraio 2017, il secondo al 21, un terzo il 25
al termine del quale veniva estratto il corpo estraneo dall'addome. L'8 marzo l'uomo ha subìto un quarto intervento
ed è stato poi trasferito nel reparto di Rianimazione, dove è entrato
in coma. «La presenza di quel corpo estraneo - hanno spiegato i periti -
è stata determinata dalla condotta negligente dei sanitari e ha assunto
rilevanza causale nel determinare la morte».
https://www.leggo.it/italia/cronache/antonio_gigliola_morto_pinza_intestino_26_gennaio_2022-6463717.html
Battaglia71
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