giovedì 9 settembre 2021

Viva il rdc!

 



"Prima, per portare da mangiare a casa, ero costretto ad accettare qualsiasi cosa. O lavoro in nero a due soldi o imprenditori che ti dicevano prendi questa cifra qui e se poi ho altro da farti fare te lo do in nero.


Il Reddito mi ha permesso di uscire da tutto questo. Ho pagato bollette, arretrati, ho ripreso la mia dignità personale.


Io non so se alcuni capiscano cosa significa la disperazione. La disperazione non è non mandare i figli a scuola di danza: la disperazione è non sapere cosa mettere in tavola. È avere paura ogni volta che suona il citofono, perché può essere un’ingiunzione, perché non puoi pagarla”. 


La storia di Massimo, raccontata al Fatto Quotidiano, getta luce sulle vicende della maggioranza delle persone che percepiscono l’Rdc. La maggioranza che ha bisogno, che si è trovata disperata e che grazie a quel denaro è uscita dalla disperazione. La maggioranza che troppo spesso i media oscurano per far risaltare una minoranza di criminali – e qui sì – fannulloni che rubano soldi allo Stato abusando di questo strumento. 


La maggioranza dei percettori è come Massimo. Non capirlo è volerlo non capire e fare un torto alla giustizia sociale.

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