mercoledì 8 settembre 2021

Tumore del polmone: nuova terapia mirata raddoppia sopravvivenza nei pazienti Alk positivi

 


Presentati alla Conferenza mondiale sul tumore del polmone i dati di una nuova terapia mirata per questa categoria di pazienti in prevalenza giovani e non fumatori. Allo studio hanno partecipato nove centri italiani

 

Arriva dalla Conferenza mondiale sul tumore del polmone una buona notizia per i pazienti Alk positivi che sono in prevalenza giovani e non fumatori. Grazie ad una nuova terapia viene raddoppiata la sopravvivenza libera da progressione con una buona qualità di vita grazie e un’ottima tollerabilità. I dati sono quelli dello studio eXalt3 a cui hanno partecipato nove centri in Italia e riguardano una terapia mirata di nuova generazione, ensartinib.

I dati dello studio

Lo studio internazionale di fase III, presentato sabato scorso, al simposio presidenziale, in forma virtuale, della Conferenza mondiale sul tumore del polmone (WCLC 2020) dell’International Association for the Study of Lung Cancer, ha coinvolto 290 persone. Lo studio ha evidenziato una sopravvivenza libera da progressione mediana di 25,8 mesi nei pazienti trattati con ensartinib rispetto a 12,7 mesi con crizotinib (lo standard di cura al momento dell’avvio dello studio).

Un attacco mirato

L’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano è uno dei nove centri in Italia che hanno partecipato alla sperimentazione. “Fino al 2011, cioè all’arrivo degli inibitori di Alk di prima generazione, questi pazienti avevano come unica opzione la chemioterapia - spiega Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica allo Ieo. “Nonostante i progressi ottenuti, circa la metà dei malati trattati con queste terapie mirate, di cui crizotinib è il capostipite, sviluppava metastasi cerebrali. Da qui la necessità di trovare nuove armi, gli inibitori di Alk di seconda generazione, in grado di rispondere a necessità cliniche ancora insoddisfatte. Ensartinib, non solo raddoppia la sopravvivenza libera da progressione rispetto a crizotinib, ma garantisce anche una buona qualità di vita grazie all’ottima tollerabilità. Non sono presenti effetti collaterali come diarrea, anemia, astenia e crampi muscolari, registrati invece con farmaci della stessa classe. In questo modo, i pazienti possono condurre una vita normale. Non solo. Ensartinib ha una maggiore capacità selettiva, perché blocca solo il gene Alk, responsabile della proliferazione del tumore, senza colpire altri bersagli molecolari”.

La protezione contro le metastasi cerebrali

Circa il 70% delle persone con tumore del polmone non a piccole cellule Alk positivo è privo di metastasi cerebrali. “Lo studio – continua de Marinis – ha anche dimostrato che ensartinib garantisce un’alta protezione contro le nuove metastasi cerebrali. In questi casi, infatti, la sopravvivenza libera da progressione non è ancora stata raggiunta e si stima che possa avvicinarsi a 40 mesi, in base a dati di proiezione. Nelle persone che già presentano metastasi cerebrali, il tasso di risposta globale è stato del 64% rispetto al 21% con crizotinib. Va evidenziato che tutti i pazienti con metastasi cerebrali hanno mostrato una riduzione del tumore che, nel 64%, è stata superiore al 30% del diametro tumorale, riferimento per qualificare la risposta globale”.

Pazienti Alk positivi: giovani e non fumatori

Nel 2019, in Italia, sono stati stimati 42.500 nuovi casi di tumore del polmone. Il 5-7% presenta riarrangiamento del gene Alk. “I pazienti Alk positivi di solito sono giovani, di età inferiore ai 55 anni, e non fumatori – afferma de Marinis. Queste alterazioni contribuiscono alla crescita incontrollata delle cellule tumorali. Nei fumatori, servono alcuni decenni perché il cancro del polmone si sviluppi, cioè perché l’azione cancerogena del fumo di sigaretta determini mutazioni genetiche nelle cellule. Invece, nei pazienti Alk positivi, il processo tumorale non è causato da fumo di sigaretta ed è molto rapido, perché questa mutazione genetica è altamente proliferativa”.

I progressi possibili con le terapie mirate

Le terapie mirate, nell’ultimo decennio, hanno consentito passi in avanti molto importanti, infatti la sopravvivenza mediana in questi malati supera i 7 anni. L’obiettivo è rappresentato dalla cronicizzazione della neoplasia. Per questo è importante offrire ai pazienti armi sempre più efficaci e ben tollerate.  “Ci auguriamo che i pazienti possano accedere quanto prima a questa nuova arma terapeutica”, conclude Giovanni Selvaggi, Chief Medical Officer di Xcovery. “Attendiamo l’approvazione da parte dell’ente regolatorio americano (Fda) entro luglio 2021 e da parte dall’agenzia europea del farmaco (Ema) entro gennaio 2022. Ed è importante che anche ai pazienti italiani sia garantita la disponibilità in tempi brevi”.  

https://www.repubblica.it/oncologia/news/2020/08/10/news/tumore_del_polmone_nuova_terapia_mirata_raddoppia_sopravvivenza_nei_pazienti_alk_positivi-264218149/

Bossi71

 

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