martedì 24 giugno 2014

VA IN SCENA LA COMMEDIA DELL'ASSURDO - DIETRO ALLA DECISIONE DELL'INGLESE CAMERON DI METTERSI DI TRAVERSO ALLA NOMINA DI JUNCKER IN COMMISSIONE EUROPEA C'E' UNA INCOMPRENSIBILE LEGGEREZZA O UNA PRECISA STRATEGIA DI RENDERE PLATEALE LA DEBACLE?

Il premier potrebbe alzare sia i toni della retorica interna, sia quelli in Europa, per riunire gli euroscettici e sperare di incassare ampie concessioni sulla futura membership inglese dell'Ue. L'assunto è che la sconfitta gli consentirà di essere in credito con i partners, assicurando a Londra più ampi gradi di autonomia...

Leonardo Maisano per "il Sole 24 Ore"

Il presidente Herman Van Rompuy lascia Londra dopo aver incontrato il premier britannico David Cameron con la certezza di aver a che fare con un Paese unito. L'incontro è stato «franco e completo», probabilmente anche brusco, ma al di là delle parole ufficiali la Gran Bretagna tutta riafferma il "no" sia alla procedura, sia alla scelta del prossimo capo della Commissione. O almeno di chi entra Papa al conclave europeo del 26 - 27 giugno, l'ex premier lussemburghese Jean Claude Juncker.

Downing street conferma che, con un gesto senza precedenti, Londra forzerà la conta sul candidato presidente per poi volgere il pollice a terra. Nell'incontro sono stati discussi i contenuti dell'azione del prossimo esecutivo e i possibili candidati inglesi alla Commissione, ma il piatto forte è stata la teatrale bocciatura di Jean Claude Juncker e l'insistenza, pretesa da David Cameron, per un voto pubblico che formalizzi la dissociazione inglese dalla scelta dei partners.

junckerJUNCKER
Sviluppo atteso, dopo tanti avvertimenti. Il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne sostiene che troppa gente «nell'Ue dice in privato il contrario di quanto afferma in pubblico». Come dire: tanti non vogliono Jean Claude Juncker, ma nessuno lo ammette. Si allineano i Liberaldemocratici, unica forza eurofila del Regno, e anche il Labour, da sempre spaccato sui rapporti con Bruxelles. Ma nonostante gli endorsement quanto accade a Londra è per certi versi incomprensibile.

Mario Monti and Jean Claude Juncker cMARIO MONTI AND JEAN CLAUDE JUNCKER C
Un pensiero tortuoso suggerisce che David Cameron abbia adottato una tattica apparentemente autolesionista: punterebbe tutto e solo sulla vittoria finale, epilogo di una rischiosa strategia che contempla la sconfitta nelle prime battaglie. Si ipotizza, cioè, che il premier britannico, consapevole dell'ineluttabile scelta di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione, si sia lanciato in una sceneggiata mai vista prima per rendere plateale la propria debacle.

Sulla scorta dello scontro perduto - prosegue questo ragionare - il premier potrebbe alzare sia i toni della retorica interna, sia quelli in Europa, per riunire gli euroscettici e sperare di incassare ampie concessioni sulla futura membership inglese dell'Ue. L'assunto è che la sconfitta gli consentirà di essere in credito con i partners, assicurando a Londra più ampi gradi di autonomia. Cameron porterebbe poi il Regno Unito al referendum sostenendo il "sì" a un'adesione all'Ue meno «soffocante».

Anche con sguardo benevole un esercizio del genere somiglia a una "strategia (negoziale) dell'assurdo" - l'attesa di un Godot-Juncker che però arriva - più che a un'azione diplomatica. Eppure è l'unica spiegazione per dar senso all'impazzimento fra Londra e il resto d'Europa: l'alternativa è convincersi che David Cameron abbia scelto l'angolo, in consapevole attesa di essere umiliato. Il "no" britannico a Jean-Claude Juncker ha motivazioni profonde a cominciare dall'impronta federalista del politico lussemburghese.

per tommaso labate la merkel quando c'e' il rigore e' sempre felicePER TOMMASO LABATE LA MERKEL QUANDO C'E' IL RIGORE E' SEMPRE FELICE
Nulla di irragionevole, dunque, soprattutto dopo un voto europeo che indica voglia di discontinuità con il passato. L'arcano non sta nell'avversione a Juncker, ma nel modo in cui è stata espressa. Non si ricorda una campagna tanto personale e tanto aggressiva. Si può solo pensare a un errore politico che, ugualmente, in questa misura, non ha precedenti.

Davvero il premier di Sua Maestà credeva che la percepita incertezza di Angela Merkel sarebbe stata da vinta buttando sul tavolo un ricatto da "o la va o la spacca"? David Cameron s'è fatto un nemico, è ovvio. Sul breve gli può anche giovare in termini di popolarità interna perchè la Gran Bretagna euroscettica, e non solo, si compatta quando individua un avversario.

Ma è evidente che si tratta di una popolarità effimera, destinata a dissolversi quando (e se) la scelta sarà stata compiuta. Apparirà sconfitto. Battuto da un'Europa che guarda e passa senza curarsi troppo dei lamenti d'oltre Manica. È impossibile dire ora se alla fine prevarrà il consueto pragmatismo inglese che, dopo l'azzardo, impone la tutela dell'interesse ultimo, o se, davvero, questa volta, avrà la meglio la volontà isolazionista.
renzi con merkel cameron van rompuy harperRENZI CON MERKEL CAMERON VAN ROMPUY HARPER
Il destino politico di Cameron è legato all'Europa dal giorno stesso in cui ha annunciato il referendum sull'Ue. Quello consumato in queste ore è il passo successivo. Un inciampo grave che avrebbe potuto evitare se avesse scelto di tessere la tela sottotraccia, senza fare dell'opposizione a Juncker la prima tappa della marcia di Londra su Bruxelles. Ha scelto il gesto plateale. Resta da capire se è un atto di incomprensibile leggerezza o la deliberata scelta della "strategia dell'assurdo".

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