martedì 24 giugno 2014

UN CANTONE TUTTO PER SE’ - NELLA QUERELLE PER LA VIGILANZA SUGLI APPALTI LA SPUNTA L'AUTORITA' NAZIONALE ANTI-CORRUZIONE GUIDATA DA RAFFAELE CANTONE. L'AUTORITA' DI VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI VIENE ABOLITA

A 12 giorni dall'approvazione del Consiglio dei ministri, cambia ancora il decreto legge su riforma appalti e Pa. Ieri è stato messo un punto fermo, con la «bollinatura» della Ragioneria generale e l'invio al Quirinale per la firma. Se non ci saranno rilievi dal Colle, il decreto dovrebbe andare oggi in Gazzetta ufficiale…

Giorgio Santilli per "il Sole 24 Ore"

raffaele cantoneRAFFAELE CANTONE
A dodici giorni dall'approvazione del Consiglio dei ministri, cambia ancora il decreto legge su riforma appalti e Pa. Ieri è stato messo un punto fermo, con la «bollinatura» della Ragioneria generale e l'invio, in serata, del testo al Quirinale per la firma. Se non ci saranno rilievi dal Colle, il decreto dovrebbe andare oggi in Gazzetta ufficiale, mentre l'altro provvedimento urgente varato dal Governo il 13 giugno - quello su competitività e semplificazioni - potrebbe arrivare stamattina al Quirinale.

Nel capitolo appalti, non poche le novità dell'ultimo testo. Anzitutto il braccio di ferro sull'attribuzione dei poteri attualmente affidati all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici: si torna al testo originario, la spunta alla fine Raffaele Cantone che ottiene il trasferimento immediato di tutte le competenze e del personale dell'Avcp all'Autorità nazionale anti-corruzione (Anac).

RAFFAELE CANTONE CONCITA DE GREGORIO E WALTER VELTRONI - Copyright PizziRAFFAELE CANTONE CONCITA DE GREGORIO E WALTER VELTRONI - COPYRIGHT PIZZI
Non ci sarà commissariamento, quindi, ma abolizione immediata dell'Avcp e trasferimento all'Anac, mentre resta il piano che Cantone dovrà portare all'approvazione del Governo entro dicembre 2014 per riorganizzare uffici e funzioni della vigilanza. Salta così anche la norma che disponeva preventivamente il trasferimento di alcune delle attuali funzioni dell'Avcp, quelle «consultive» e di «precontenzioso», al ministero delle Infrastrutture. Niente spacchettamento, dunque, le competenze restano integre, salvo diverse proposte dello stesso Cantone.

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Salta anche un'altra norma voluta dal ministero delle Infrastrutture, quella che puntava alla semplificazione delle verifiche dei requisiti delle imprese partecipanti alla gara prima dell'apertura delle buste. Il decreto legge consentiva alle amministrazioni di svolgere la verifica solo dopo l'apertura delle buste e solo sull'impresa vincente. All'obiezione che questo avrebbe potuto consentire la partecipazione alla gara, per condizionarne gli esiti, anche a imprese non qualificate, il ministero delle Infrastrutture aveva aggiunto una norma con cui aumentava le sanzioni per chi avesse presentato offerta senza avere i requisiti per partecipare.
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Si conferma che la norma sui commissariamenti delle aziende avrà effetti limitati «alla completa esecuzione del contratto d'appalto oggetto del procedimento penale», come aveva annunciato Matteo Renzi. Il presidente dell'Anac potrà proporre al prefetto, in caso di reati gravi contro la Pa o «in presenza di rilevate situazioni anomale e comunque sintomatiche di condotte illecite o eventi criminali attribuibili a un'impresa aggiudicataria di un appalto», di rinnovare gli organi sociali «mediante la sostituzione del soggetto coinvolto» o di «provvedere direttamente alla straordinaria e temporanea gestione dell'impresa appaltatrice».

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Confermate le norme che puntano ad accelerare le sentenze dei Tar e a scoraggiare le liti temerarie con sanzioni elevate fino all'1% del valore contrattuale. Confermata la norma che impone di comunicare all'Anac le varianti in corso d'opera. Entra nel decreto la norma sul modulo standard per Scia relative a lavori edilizi e attività produttive.

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