Iraq, caccia siriani bombardano postazioni jihadiste
I ribelli controllano principale raffineria irachena, governo smentisce
I ribelli avrebbero preso la principale raffineria irachena (foto: EPA)
In mano ai ribelli sunniti la principale raffineria di petrolio (foto: ANSA )
Iraq: l'avanzata dei jihadisti (foto: Ansa)
Iraq (foto: EPA)
Aerei del regime siriano e non droni americani, come dicevano le prime notizie diffuse dalle tv arabe, hanno compiuto raid contro postazioni di miliziani a ridosso del confine siro-iracheno: l
I ribelli sunniti in Iraq hanno annunciato di avere preso il controllo della principale raffineria petrolifera in Iraq, quella di Baiji, nella provincia di Salahuddin, a nord di Baghdad. La raffineria, che è rimasta sotto assedio per 10 giorni, produce un terzo del fabbisogno di petrolio raffinato del Paese
Onu, oltre 1.000 morti in 17 giorni Oltre mille persone sono state uccise in Iraq tra il 5 e il 22 giugno in varie regioni del Paese, la maggior parte civili. Lo ha reso noto l'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani. A maggio oltre 900 persone avevano trovato la morte, sempre secondo fonti delle Nazioni Unite.
Kerry partecipa a ministeriale Nato
Il segretario di stato Usa John Kerry sarà alla cena di lavoro con cui si apre la ministeriale Nato stasera a Bruxelles, e domani parteciperà alla giornata di lavori. Già alla cena è previsto uno scambio di vedute sulla situazione in Iraq, dove Kerry oggi è in missione, a partire dalla questione del rapimento del personale diplomatico turco.
Il segretario di stato Usa John Kerry sarà alla cena di lavoro con cui si apre la ministeriale Nato stasera a Bruxelles, e domani parteciperà alla giornata di lavori. Già alla cena è previsto uno scambio di vedute sulla situazione in Iraq, dove Kerry oggi è in missione, a partire dalla questione del rapimento del personale diplomatico turco.
Corruzione, mancanza di addestramento, di leadership, di equipaggiamenti, di intelligence, di motivazione: sono molteplici i problemi dell' esercito iracheno che si troveranno a dover affrontare i trecento consiglieri militari che Obama ha deciso di inviare a Baghdad. Le forze armate che dovrebbero difendere l'integrita' dell'Iraq sono al collasso psicologico, dopo sconfitte e diserzioni, e non sono neanche in grado di difendere se stesse. E' impietosa l'analisi che diversi esperti americani fanno della situazione dei militari iracheni, secondo i quali per riconquistare il territorio finito sotto il controllo dell'Isis, lo Stato Islamico in Iraq e in Siria (o Levante), potrebbero volerci mesi, se non anni.
"Cio' che e' successo mostra che l'esercito non e' in grado di difendere se stesso", dice Rick Brennan, ex consigliere delle forze Usa in Iraq e analista del Rand Corp, un autorevole think-tank. "Se non troviamo il modo per fare la differenza - ha affermato al Washington Post - cio' che vediamo potrebbe essere l'inizio della disintegrazione dell'Iraq".
"Cio' che e' successo mostra che l'esercito non e' in grado di difendere se stesso", dice Rick Brennan, ex consigliere delle forze Usa in Iraq e analista del Rand Corp, un autorevole think-tank. "Se non troviamo il modo per fare la differenza - ha affermato al Washington Post - cio' che vediamo potrebbe essere l'inizio della disintegrazione dell'Iraq".
Michael Knights, dell'Institute fon Near East Policy, ha scritto di recente che 60 dei 243 battaglioni da combattimento dell'esercito iracheno "sono irreperibili e tutto il loro equipaggiamento e' andato perso". Fonti Usa citate dal New York Times affermano che secondo le loro valutazioni, cinque delle 14 divisioni irachene sono "inadeguate al combattimento".
(ANSA)
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