martedì 17 giugno 2014

50 SFUMATURE DI AZZURRO - IN ARRIVO PER I FETICISTI L'AUTOBIOGRAFIA DI MICHAELA BIANCOFIORE: UN VIAGGIO NELLA VITA DELLA "DUDESSA" DAL CINEMA FINO AL FANATISMO BERLUSCONIANO SPINTO

Michaela Biancofiore era una ragazzina normale, tra le montagne del Trentino Alto Adige. Il dolore per i genitori divisi, i cartoni animati e le soap di Mediaset, il Tempo delle Mele, le bravate a scuole, i Big Mac, i Moncler, Luca Carboni, Samantha Fox e Gerardina Trovato...

Fabrizio d’Esposito per "il Fatto Quotidiano"

COPERTINA DEL LIBRO DI MICAELA BIANCOFIORECOPERTINA DEL LIBRO DI MICAELA BIANCOFIORE
Ogni epoca ha i propri “primi quarant’anni” che si merita. Negli Ottanta fu Marina Lante della Rovere poi Ripa di Meana. Oggi, invece, il crepuscolo del Condannato ci regala l’autobiografia di Michaela Biancofiore, deputata forzista, per i tipi di Mondadori. Quattrocento pagine dal titolo Il cuore oltre gli ostacoli.

La mia storia. Valchiria azzurra, vatussa alpina, amazzone, pasionaria altoatesina, Candy Candy, Giovanna d’Arco, Lady Oscar, Cenerentola della politica, Bridget Jones in salsa istituzionale (questi i suoi soprannomi raccolti nel tomo), la Biancofiore ha infatti iniziato a vergare la sua esistenza appena compiuti i fatidici “anta”, nel 2010.

La lettura è istruttiva soprattutto per un motivo: Berlusconi e il berlusconismo, che sono stati il male peggiore della Seconda Repubblica, vengono invece rievocati e trasfigurati nelle pagine di Biancofiore come una fede assoluta, pura, luccicante e senza macchia. Il libro è la testimonianza di una suora laica del Caimano che ha scandito tutta la sua vita di pari passo con l’ascesa imprenditoriale e politica dell’ex Cavaliere.

Titolo del primo capitolo: “La mia infanzia e la nascita della tv commerciale”. Il berlusconismo come religione è rivendicato con vigore: “Io in Berlusconi credevo con un’osservanza quasi religiosa. Sono una fondamentalista berlusconiana”.
laura ravetto con micaela biancofiore e fedele confalonieriLAURA RAVETTO CON MICAELA BIANCOFIORE E FEDELE CONFALONIERI

Michaela Biancofiore era una ragazzina normale, tra le montagne del Trentino Alto Adige. Il dolore per i genitori divisi, i cartoni animati e le soap di Mediaset, il Tempo delle Mele, le bravate a scuole, i Big Mac, i Moncler, Luca Carboni, Samantha Fox e Gerardina Trovato. Le prime esperienze di lavoro sono nel cinema, con Mario Cecchi Gori. Poi la giovane Biancofiore incrocia un berlusconiano doc, Giancarlo Innocenzi. La vocazione per B. esplode dopo la morte di Cecchi Gori (“Mario mi consegnava a Silvio”).

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO MICAELA BIANCOFIOREMANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO MICAELA BIANCOFIORE
È l’anno della discesa in campo. La ventiquattrenne Michaela è depressa. Un amico le regala I fioretti di Padre Pio, lei compulsa il libro e alla fine corre a iscriversi alla sede di Forza Italia di Bolzano. “Misi la firma su un sogno”. Lo stile è guerriero. In casa Biancofiore la destra è una tradizione: il papà di Michaela era un missino originario di San Giovanni Rotondo. “Non avevo nulla, ma tutto quanto stava accadendo per mano di Berlusconi mi dava una gioia infinita”.

Pure un altro incontro decisivo, quello con Franco Frattini, viene inserito nella cornice dell’“umanesimo berlusconiano”: “Franco arrivò a Bolzano su una Lancia Dedra démodé e vestito sportivo. Indossava un paio di pantaloni di velluto beige, un maglione a collo alto giallo e una giacca marrone”. Le definizioni del berlusconismo abbondano (tipo: “impercettibile dolce incoscienza”) e si mischiano con le confidenze da diario su flirt e amori.

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO MICAELA BIANCOFIOREMANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO MICAELA BIANCOFIORE
È la descrizione della “Berlusconi Generation”. A discolpa di Biancofiore, va detto che il suo berlusconismo non si ammanta mai di opportunismo. E questo già è tanto. Ecco, lei è una che ci crede e che grida a tutti di non essere andata a letto con “il Presidente”. “A Macherio conobbi Silvio Berlusconi. Fu un’esplosione nel cuore, un marchio a fuoco nella pelle”.

Da “Jihadista” del Condannato, Biancofiore racconta di avere “una sintonia totale” con B. e di anticiparne le mosse. S’intesta la primogenitura del legittimo impedimento e non risparmia cattiverie ad Alfano. Un capitolo è dedicato a Francesca Pascale e all’amicizia tra Puggy e Dudù, anzi Dudino come viene chiamato ad Arcore. Puggy è il carlino di “Michaela” che ha imparato a cantare Meno male che Silvio c’è (in realtà ulula il motivetto).
MICAELA BIANCOFIOREMICAELA BIANCOFIORE

Dudù, ovviamente, è il barboncino della fidanzata di Berlusconi: Biancofiore rivela di aver visto Dudino “stretto in un vestitino blu a righe bianche”. E adesso che quel sogno del ‘94 sta tramontando, la speranza è che “Marina diventi presidente del Consiglio e lui salga al Quirinale”. Il berlusconismo come religione, appunto.
Guido CrosettoGUIDO CROSETTOMicaela Biancofiore Italo Bocchino e Mara CarfagnaMICAELA BIANCOFIORE ITALO BOCCHINO E MARA CARFAGNABERLUSCONI R MICAELA BIANCOFIOREBERLUSCONI R MICAELA BIANCOFIORE

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