venerdì 13 settembre 2013

Sclerosi multipla, partito il test delle staminali. Paziente numero uno è un italiano



“From dream to reality”, ovvero “Dal sogno alla realtà”. E' stata intitolata così la sessione di lavoro dove - nell'ambito del Congresso europeo sul trattamento e la cura della sclerosi multipla (Sm), Ectrims, in corso a Lione - l'esperto italiano Antonio Uccelli ha illustrato le potenzialità delle cellule staminali adulte per il trattamento della malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale e che solo in Italia conta oltre 65mila pazienti, ed annunciato l'avvio della sperimentazione clinica sull'uomo a livello mondiale basata proprio sull'utilizzo di cellule staminali mesenchimali adulte. Lo studio vede coinvolti una decina di Paesi, con l'Italia capofila, e arruolerà 160 pazienti di cui una trentina italiani. Il pazienti “number one”, al quale le staminali sono state trapiantate solo poche settimane fa, è italiano ed è in cura a Genova.
Lo studio è il primo e il più ampio mai effettuato con staminali su pazienti con sm - La comunità scientifica, spiega Uccelli, responsabile del Centro Sm dell'Università di Genova e coordinatore mondiale della sperimentazione, "ha dato enorme risalto all'avvio di questo studio di fase due sull'uomo. Si tratta infatti del primo studio, denominato “Mesems” e il più ampio mai effettuato finora con staminali su pazienti con sm, che potrà dare una risposta definitiva sulla efficacia delle cellule staminali contro questa patologia. Dalla comunità scientifica internazionale, dunque, l'avvio di un test di tali dimensioni sull'utilizzo delle staminali è stato considerato un “sogno” che diventa appunto “realtà". Lo studio coinvolge Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Canada, Svizzera e Australia.
Molti i centri italiani coinvolti nella ricerca - La ricerca, per la parte italiana e parte dello studio internazionale, è finanziata dalla Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism). In Italia i centri coinvolti sono l'Università di Genova, l'Ospedale San Raffaele di Milano, l'Ospedale di Verona e gli Ospedali riuniti di Bergamo, nei cui laboratori si produrranno le staminali da utilizzare nei test condotti nel nostro Paese. I primi risultati sono attesi per il 2015. "Noi - spiega l'esperto - siamo partiti per primi, mentre gli altri Paesi avvieranno i test da qui a Natale. E italiano è il primo paziente con sm al quale, lo scorso settembre, sono state trapiantate le staminali. Gli altri pazienti italiani saranno reclutati nell'arco di prossimi mesi". Ambizioso l'obiettivo del test, che ha destato l'interesse del Congresso Ectrims che vede la partecipazione di circa 7mila esperti da tutto il mondo.
Staminali vengono iniettate via endovena ai pazienti - Il fine, chiarisce Uccelli, "è dimostrare che le staminali mesenchimali, originate dal midollo osseo del paziente stesso, sono in grado nell'uomo di 'spegnere' l'infiammazione dovuta alla sm, così come già dimostrato nei topi di laboratorio, e di riparere i tessuti danneggiati". Le staminali vengono iniettate via endovena ai pazienti: "Vogliamo verificare la loro capacità si spegnere l'infiammazione causata dalla malattia e misurata attraverso parametri di risonanza magnetica. Ulteriore obiettivo è "dimostrare la capacità delle staminali di ridurre le ricadute e anche di riparare i tessuti danneggiati, a patto che non siano definitivamente compromessi". La speranza per il futuro è dunque quella di arrivare ad ottenere farmaci a base di staminali con una duplice azione rispetto alle terapie attuali: bloccare l'infezione e anche riparare i tessuti quando possibile, con un parziale recupero della funzionalità e minori sintomi della malattia. Un traguardo a cui si lavora in un momento in cui, nel campo di studio sulla sm, conclude Uccelli, "si sta vivendo una sorta di 'Rinascimento', con l'arrivo di nuovi farmaci e tecniche diagnostiche più raffinate".

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