venerdì 13 settembre 2013

FIUMICINO: finanzieri sospesi per aver picchiato un marocchino clandestino.


arrestato
Sono stati sospesi dal servizio per due mesi due finanzieri in servizio all’aereoporto di Fiumicino, per aver “maltrattato” un immigrato algerino, che cercava di entrare in Italia attraverso l’aereoporto. Abdelhak Hailat aveva cercato di entrare nel Belpaese clandestinamente, senza documenti, quando è stato intercettato allo scalo romano da Giorgio Colasanti e Luigi Ferrelli, era stato portato nella cella di sicurezza dell’ufficio di polizia di frontiera di Fiumicino.
E proprio presso l’ufficio di polizia, sembra che i due finanzieri non siano stati molto comprensivi con chi cercava di entrare clandestinamente in Italia. Secondo un video, effettuato da una telecamera a circuito che riprende tutta la scena, uno dei due finanzieri avrebbe date qualche schiaffo al clandestino Abdelhak, mentre l’altro agente osserva impassibile la scena. Non l’avesse mai fatto, perché in conseguenza di questo episodio sono stati sospesi. sono finiti sul registro degli indagati della Procura di Civitavecchia con l’accusa di abuso d’autorità e lesioni personali.
Vittima del pestaggio un cittadino extracomunitario che era stato fermato all’interno dello scalo mentre correva su una pista. Per i due il procuratore di Civitavecchia Gianfranco Amendola e il pm Paolo Calabria erano intenzionati a chiedere l’arresto, ma la legge «svuota carceri» l’avrebbe impedito. L’arresto è previsto solo per delitti puniti con 5 anni di reclusione e la misura della sospensione è l’unica applicabile: i due finanzieri sono stati dunque sospesi per due mesi dal servizio. Abdelhak Halilat era stato sorpreso all’interno dell’aeroporto dove era entrato passando attraverso l’ingresso della zona sbarco.
L’uomo cercò di fuggire ma venne fermato con l’aiuto dei due Finanzieri. I due, intorno alle 19,30, si recarono nelle camere di sicurezza dello scalo e, con la scusa di dover fare un controllo, avrebbero aggredito Halilat. A malmenare l’uomo sarebbe stato in particolare uno dei militari spinto, secondo il giudice, da «motivi del tutto abietti e futili, da ricondursi alla frustrazione per essere l’extracomunitario riuscito a sfuggirgli.

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