Nei giorni scorsi ero aNapoli (una blogger ogni tanto deve pur separarsi dal suo computer…) e ho sentito con queste mie orecchie un medico, il dottor Gennaro Esposito, dire davanti a molti testimoni, compresi alcuni giornalisti ed alcuni onorevoli, che in base ai dati forniti dalle Aslnella cosiddetta “terra del fuochi” i casi di cancro sono spaventosamente aumentati, a volte anche triplicati, negli ultimi cinque anni.
L’ho sentito e mi sono detta: qui domani succede uncasino. Non è successo niente. E un po’ di casino allora provo a farlo io: non si può lasciare morire una terra in questo modo.
Allora. La Campania in generale, e la piana di Caserta e Napoli in particolare, sono notoriamente il luogo prescelto dalla malavita organizzata per lo smaltimento abusivo di rifiuti tossici, che vengono fra l’altro periodicamente incendiati.
Non ci vuole molta fantasia ad immaginare che lasalute pubblica, come dire?, non ne tragga giovamento. Ma soltanto un registro tumori della Campania, dopo lunghi studi, potrebbe determinare il numero dei casi di cancro direttamente attribuibili all’inquinamento.
In attesa che questo fra un tot di anni qualcosa del genere avvenga, i medici di famiglia stanno chiedendo all’Asl il numero dei loro pazienti che – nel 2008 e nel 2012 – hanno presentato richiesta di esenzione dal pagamento del ticket sanitario perchè colpiti da tumore maligno.
Si viene così a comporre lentamente, tessera per tessera, un mosaico di cui per ora sono noti tre, impressionanti tasselli.
Nel distretto sanitario di Nola nel 2008-2012 le richieste di esenzione dal ticket per cancro sonoaumentate del 70% mentre nei distretti sanitari diFrattamaggiore e Casoria sono triplicate. Sì,triplicate: avete capito bene.
Credo che in qualsiasi altro luogo del mondo una notizia del genere sarebbe su tutti i giornali, diventerebbe oggetto di polemiche, inchieste ed approfondimenti. Vediamo se in Italia succede almeno un po’ di casino.
Fonte: http://blogeko.iljournal.it/nella-terra-dei-fuochi-i-casi-di-cancro-sono-triplicati-negli-ultimi-cinque-anni/74645
Napoli, campi coltivati a veleni. “Il 60% dei residenti svilupperà tumori o gravi malattie”
Nelle province di Napoli e di Caserta (la zona conosciuta come “terra dei fuochi”) i casi di cancrosono addirittura triplicati dal 2008 e nelle ultime settimane – per la prima volta, a quanto mi risulta – sono stati sequestrati quattro campi farciti di veleni e sostanze cancerogene. Erano tutti coltivati a verdure.
Di fronte ad uno di questi sequestri il professor Antonio Giordano, napoletano, ordinario di Anatomia Patologica all’Università di Siena e direttore dello Sbarro Insititue for Cancer Resarch, ha dichiarato al quotidiano Il Mattino: “Posso dire con la certezza dell’osservazione dei dati statistici, delle mappe dell’inquinamento e dai tipi di sostanze ritrovate, che il 60% dei residenti svilupperà tumori od altre gravi patologie”.
Dunque per capire costa sta succedendo basta unire i puntini. O meglio, basta voler unire i puntini. L’Istituto superiore di sanità dice che in Campania sono particolarmente diffuse le abitudini a rischio (fumo, sedentarietà, obesità) ed è impossibile dire se i danni alla salute sono provocati da questo o dall’inquinamento. Sembra di essere a Taranto, non vi pare?
Certo, solo un registro tumori ben fatto potrebbevalutare rigorosamente, dal punto di vista statistico, quanto peso ha l’inquinamento nell’indubitabile aumento dei tumori in Campania. Ma ci vorranno anni prima di avere quei dati.
Ci sono però gli studi, sebbene parziali, effettuati dall’istituto per tumori Pascale di Napoli (mortalitàper tumore aumentata fino al 47%) e i dati grezzi ma ufficiali procurati dai medici attraverso le Asl: casi di cancro aumentati fino al 300%.
Mentre continuano a ripetersi i roghi tossici di rifiuti, nelle ultime settimane sono stati sequestrati quattro campi campi su cui sono avvenuti in passatosversamenti di rifiuti tossici e cancerogeni: si trovano tutti a Caivano e sono vasti appezzamenti su cui per anni sono cresciuti tranquillamente cavolfiori, broccoli,asparagi e pomodori, ortaggi vari: nell’ultimo caso alcuni agenti, scavando per disseppellire i rifiuti, si sono sentiti male e i loro guanti di plastica si sono letteralmente sciolti a contatto con le sostanze.
Come afferma un graduato della Forestale in un video pubblicato sul sito de Il Mattino, sotto quel campo c’era l’anticamera dell’inferno, c’era di tutto: amianto, scorie industriali, morchie… Centinaia di migliaia di metri cubi di rifiuti pericolosi quasi a contatto con la falda d’acqua, coperti con mezzo metro di terra e coltivati a verdure.
I quattro sequestri hanno avuto risalto solo sulle cronache locali. Si sa che la Campania è terra di smaltimento illegale di rifiuti. Nessuno ha maimappato i terreni e l’acqua dei pozzi usati per l’irrigazione, nessuno ha mai stabilito dove i raccolti sono “puliti” e dove no.
Un pomodoro farcito di sostanze inquinanti e cancerogene è a prima vista assolutamente indistinguibile da un pomodoro normale. Frutta e verdura cresciuta nelle campagne di Napoli e Caserta vengono venute in tutt’Italia. Ogni giorno i contadinisi chinano sui loro campi come se giocassero allaroulette russa: magari toccano una terra che poco per volta li avvelena, magari no.
Basta unire i puntini per capire cosa sta succedendo nella “terra dei fuochi”. Basta volerlo fare, lo si devefare: perchè è inaccettabile lasciar morire la gente in questo modo.
Fonte: http://blogeko.iljournal.it/napoli-campi-coltivati-a-veleni-il-60-dei-residenti-sviluppera-tumori-o-gravi-malattie/74695
Tumori e rifiuti tossici.
Scoperta choc a Caivano, in provincia di Napoli. Il Corpo Forestale dello Stato, scavando in un terreno coltivato a cavoli, ha rinvenuto alcuni fusti tossici. La triste scoperta a pochi giorni dopo il sequestro di un ampio terreno irrigato da pozzi inquinati. In questo caso solventi chimici tossici altamente aggressivi, scarti industriali, scorie di fusioni di vetro e materiali contenente fibre di amianto sono stati trovati dal Corpo Forestale dello Stato seppelliti in un’area alla periferia di Caivano. L’area del ritrovamento è nel perimetro della «Terra dei fuochi», una vasta zona così denominata per gli incendi notturni di rifiuti i cui fumi avvelenano l’aria. I rifiuti erano coperti da uno strato di terreno vegetale di una cinquantina di centimetri. Gli uomini del Comando provinciale della forestale di Napoli, coordinati dal primo dirigente Sergio Costa, e del nucleo investigativo hanno prima analizzato alcune foto aeree. Successivamente, sono stati fatti specifici appostamenti e poi sono state avviate le opere di scavo, e sono state ritrovate le scorie industriali.
AVEVI PARLATO DI STILI VITA: GUARDATI QUESTO VIDEO:
INTERVISTA SHOCK: EPIDEMIA IN CORSO- Antonio Giordano lo ripete da anni. Napoletano, ordinario di anatomia patologica all’università di Siena e direttore dello Sbarro Insititue for cancer resarch, ha ereditato il testimone del padre, Giovangiacomo, il primo scienziato a mettere nero su bianco, nel ’77, che la Campania era travolta da un’epidemia silente e causata dall’uomo. Ora tocca a lui, con denunce raccolte più dalla comunità scientifica internazionale che dall’opinione pubblica italiana, ripetere che la nostra terra, già felix – fortunata – è «un laboratorio di cancerogenesi dove le cavie non sono topi, ma i napoletani ed i campani». Un’epidemia di tumore, malformazioni congenite flagella la Campania infelix. Accompagnata da mutazioni nell’ambiente. Un ‘epidemia da rifiuti tossici, tombati in Campania in ogni campagna, con la camorra a smistare le scorie velenose delle grandi imprese del nord in un traffico che vale, per la prima e per le seconde, miliardi.
Professor Giordano, tre anni fa il Mattino anticipò la ricerca scientifica firmata da lei e dall’allora senatore del Pd professor Ignazio Marino. In sintesi, in Campania, e nell’area fra Napoli e Caserta, si muore molto di più di tumore. Fino al 13% in più di mortalità. La pubblicazione del suo team sottolineò il nesso di causalità fra tumori e rifiuti.
« E fu sollevazione. Il professor Marino, non ancora sindaco di Roma, fu addirittura accusato di manovre politiche. Di fronte all’evidenza del legame, dimostrato nella ricerca, si preferì negare l’evidenza dei dati scientifici. E mi rifiuto di pensare che l’allora ministro Fazio non li sapesse leggere: eppure affermò che la diossina non è cancerogena. Ricorderà che la sollevazione fu tutta italiana. Il caso Campania scoppiò nella sua gravità davanti agli occhi del mondo. Ma l’Italia se ne dimenticò. Fino a quando non si scopre, come scrivete oggi, che esistono giacimento di veleni sotto gli ortaggi».
Il Mattino riporta, per la seconda volta in pochi giorni, la scoperta di giacimenti tossici sotto i campi coltivati. L’epidemia è ancora in corso?
«Le posso dire con la certezza dell’osservazione dei dati statistici, delle mappe dell’inquinamento e dai tipi di sostanze ritrovate, che il 60% dei residenti svilupperà tumori od altre gravi patologie».
Professore, è gravissimo. Che fare?
«Quello che la politica, troppo intimorita dall’entità della catastrofe finora non ha fatto. Due le linee. Bonifiche e prevenzione sanitaria. Occorre mettere sotto screening i campani, soprattutto quelli residenti in areee ormai ben individuate».
Come arginare i rischi per la catena alimentare?
«Come devo ripeterlo? Con le bonifiche. L’allarme è altissimo. I fuochi che tutte le notti distruggono copertoni e rifiuti completano l’opera di un avvelenamento che entra nel codice genetico dell’ambiente dalle falde acquifere, dall’aria. Insetti scompaiono. Altri organismi risultano geneticamente modificati. Con il professor Donato Matassino, ordinario emerito di miglioramento genetico animale della facoltà di Agraria di Portici, abbiamo affrontato il problema. Mutazioni, trasmissibili geneticamente. Negli animali, nelle piante e negli uomini. Dei ceppi genetici pericolosissimi».
Abbiamo un’arma in più rispetto a tre anni fa?
«Oh sì. Fino a tre anni fa si poteva negare anche la natura delle sostanze tossiche disperse. Oggi apprendo che sotto le coltivazioni sono stati trovati amianto, cloruro di vinile, benzopirene, metalli pesanti».
Era intuibile. Cosa cambia?
«Cambia che abbiamo le impronte digitali di due assassini. Il tumore in primis. La genotossicità di queste sostanze non è negabile, ma fino a tre anni fa se ne negava l’esistenza come nei Promessi Sposi don Ferrante negava il contagio della peste».
Il secondo assassino?
«Occorrerà la volontà di volerlo accusare. La pistola fumante c’è. Dal tipo di materiale sversato non è difficile risalire alle provenienze, alle imprese in grado di produrli ed in quelle quantità. Almeno si potrebbe scoprire un’altra cosa. La coscienza nera e pesante del nord verso il suo mezzogiorno avvelenato con la complicità della camorra».
Professore, lei ha scritto un libro bianco, con il professor Giulio Tarro, che raccoglie la denuncia dei suo padre e la motiva scientificamente in modo ancora più solido.
«Sì, e il 12 luglio torneremo a presentarlo a Salerno, alla provincia, Salone Bottiglieri. Lo abbiamo chiamato Campania, Terra di veleni. Con il professor Tarro e moltissimi ricercatori, per fortuna anche al di fuori dalla Campania, l’abbiamo promesso. L’epidemia campana è e sarà un caso mondiale. Finchè non si farà qualcosa».
TUTTO DA ILMATTINO.IT
Fonte: http://www.napospia.it/25897_tumori-e-rifiuti-tossici-stronza-avevi-detto-stili-di-vita-mo-guardati-sto-video.html
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