venerdì 13 settembre 2013

BERLUSCONI, LA PAZZA IDEA DEI SUOI:
"CANDIDIAMOLO ALLE EUROPEE IN ESTONIA"


Silvio Berlusconi

di Ettore Colombo
ROMA - «E se Silvio Berlusconi, pur decaduto da senatore, si candidasse in Europa?». «In Europa? Impossibile! Il Cavaliere è incandidabile». «No, non alle Europee dalle liste formate in Italia, ma in un altro degli altri 27 Paesi europei dove la legge Severino non ha alcun valore giuridico...». 

Il dialogo, intercettato in un corridoio del Transatlantico di Montecitorio, ha per protagonisti l’onorevole del Centro democratico Nello Formisano e un esponente del Pdl di cui è meglio tacere il nome, anche se ha ricoperto e ricopre importanti cariche dentro la Camera ed è pure autorevole esponente del partito delle colombe, all’interno del Pdl.

La pazza idea, per quanto possa apparire bislacca, ha dunque i suoi fan, nei febbrili conciliaboli che si tengono nel corridoio di Montecitorio e che vedono le colombe del centrodestra come del centrosinistra rompersi la testa nel tentativo di aiutare una soluzione al caso Berlusconi.

La pazza idea, però, va spiegata. Come si sa, ove Giunta e Aula di palazzo Madama dovessero dichiararlo decaduto, il Cavaliere perderebbe il diritto all’elettorato attivo e passivo. Ma nulla vieta che possa presentare la sua candidatura alle europee in un altro Paese dell’Unione dove la legge Severino, appunto, non vale. Un precedente esiste e, per puro paradosso, riguarda un comunista tutto d’un pezzo come Giulietto Chiesa. Il giornalista già corrispondente da Mosca poi entrato in politica, prima con Di Pietro poi in diverse formazioni neo-comuniste, si presentò alle Europee del 2009 candidato in Lettonia all’interno della lista ”Per i diritti umani in una Lettonia unita”, formazione che rappresenta la minoranza russa lettone. Il Pctvl mandò a Strasburgo una sola deputata eletta. Non era Chiesa, purtroppo, che non ce la fece e la cui carriera si disperse. Ove eletto, tuttavia, l’elezione di Chiesa sarebbe risultata valida.

Ma dove li prenderebbe, i voti, Berlusconi? Magari non in Lettonia né Lituania, ma, chissà, in Estonia sì. Per pura combinazione, infatti, a Tallin, capitale della ridente repubblica baltica, ha il suo quartier generale Ernesto Preatoni. Immobiliarista di fama e peso, titolare del gruppo Domina, che vanta grossi insediamenti turistici in Italia come in Egitto, Preatoni è chiamato il Gianni Agnelli estone, ma soprattutto è un grande e sincero amico del Cav: procurargli i voti sarebbe un gioco da ragazzi.

Ma perché il Cav dovrebbe fare tutta questa fatica? «Perché – spiega Formisano – al Parlamento Ue lo scudo dell’immunità parlamentare è altissimo come dimostra il caso De Magistris. Quando era parlamentare europeo, usò le sue prerogative e il suo status per difendersi da semplici rinvii a giudizio, entrambi rispediti al mittente dal Parlamento di Strasburgo, che non accetta mai sui suoi membri richieste di indagine, figurarsi di arresto, da parte dei giudici locali». Insomma, per Berlusconi si tratterebbe, né più né meno, dell’uovo di Colombo. Chissà se ci pensa.

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