lunedì 15 luglio 2013

Gli affari d’oro degli imprenditori dell’immondizia.

immondizia
L’immondizia non conosce crisi e gli imprenditori che lavorano i n questo settore guadagnano sempre di più. Guadagnano milioni di euro ripulendo le nostre strade, gestiscono attraverso monopoli centinaia di migliaia di tonnellate di spazzatura, controllano discariche grandi come città, investono nell’affare degli inceneritori, trattano con i politici e le amministrazioni locali, finiscono, spesso ,  nelle inchieste della magistratura per reati ambientali e corruttivi.

Sono ricchissimi e potentissimi, si spartiscono affari di miliardi di euro, grazie ad uno Stato che ha deciso di affidare e le emergenze , soprattutto al Sud , non sono l’eccezione, ma la regola. Volendo stilare una classifica degli imprenditori dell’immondizia più ricchi e potenti, immanicati con politici di ogni corrente, il primo posto toccherebbe di diritto a  il laziale Manlio Cerroni, il proprietario di Malagrotta, la più grande discarica d’Europa estesa come 150 campi di calcio. Un ultraottantenne nato nel borgo di Pisoniano nel lontano 1926 e chiamato da ex dirigenti regionali, in alcune intercettazioni ancora secretate, «il Supremo» .
Otre a Malagrotta,  a Malagrotta, controlla in tutto il mondo, dall’Argentina ,all’Australia, passando per Brasile, Egitto, Oman e Lituania. Secondo alcune stime attuali, il suo patrimonio si aggirerebbe sui due miliardi di euro. Nonostante  età conua a gestire tutto in house, con la collaborazione delle due figlie e di pochi, storici collaboratori. Il suo nome è diventato noto negli anni Settanta, quando riuscì a mettere le mani su un “grande buco” vicino al Raccordo anulare, una cava esaurita di ghiaia e sabbia usata nel dopoguerra per la costruzione dei quartieri della Tuscolana e dell’Appia nuova.
La discarica viene inaugurata nel 1978 e nonostante l’età continua a gestire tutto in house, con la collaborazione delle due figlie e di pochi, storici collaboratori. Il suo nome è diventato noto negli anni Settanta, quando riuscì a mettere le mani su un “grande buco” vicino al Raccordo anulare, una cava esaurita di ghiaia e sabbia usata nel dopoguerra per la costruzione dei quartieri della Tuscolana e dell’Appia nuova. La discarica viene inaugurata nel 1978nonostante l’età continua a gestire tutto in house, con la collaborazione delle due figlie e di pochi, storici collaboratori. Il suo nome è diventato noto negli anni Settanta, quando riuscì a mettere le mani su un “grande buco” vicino al Raccordo anulare, una cava esaurita di ghiaia e sabbia usata nel dopoguerra per la costruzione dei quartieri della Tuscolana e dell’Appia nuova. La discarica viene inaugurata nel 1978 e da   allora  i politici che si  succeduti hanno sempre dovuto fare i conti con lui, perché se avesse deciso di chiudere la sua discarica alle porte della capitale, Roma sarebbe sprofondata nella sua immondizia. Nel corso degli anni molte inchieste sono state aperte a suo carico, ma nessuna è mai approdata a nulla.
Qulche mese fa però, ualche mese fa, infatti, l’Avvocato e i suoi fedelissimi sono finiti nel mirino dei pm di Velletri, che hanno aperto un’inchiesta su un impianto localizzato ad Albano ipotizzando reati gravissimi, come associazione a delinquere e concorso in truffa ai danni dello Statoocato e i suoi fedelissimi sono finiti nel mirino dei pm di Velletri, che hanno aperto un’inchiesta su un impianto localizzato ad Albano ipotizzando reati gravissimi, come associazione a delinquere e concorso in truffa ai danni dello Stato. Ad oggi Malagrotta , che per legge dovrebbe essere chiusa da anni, ha ottenuto giorni fa l’ennesima proroga.

Nessun commento:

Posta un commento