Alla scoperta del deserto del Sahara, tra laghi salati, gole, oasi e palmeti da sogno
le palme di Douz, citt-oasi chiamata anche la 'porta del Sahara'
la cittadina di Le Kef, 150 chilometri a sud di Tunisi
il massiccio roccioso piatto di Jugurtha Table's, dalla cui sommit si ammira un paesaggio straordinario sul deserto
in jeep tra le alte dune del Sahara tunisino
il deserto del Sahara, nel cuore e a sud della Tunisia
la cittadina di Gafsa, in pieno deserto, tra edifici color ocra, palmeti e cactus fioriti
la cittadina di Le Kef, 150 chilometri a sud di Tunisi
il massiccio roccioso piatto di Jugurtha Table's, dalla cui sommit si ammira un paesaggio straordinario sul deserto
in jeep tra le alte dune del Sahara tunisino
il deserto del Sahara, nel cuore e a sud della Tunisia
la cittadina di Gafsa, in pieno deserto, tra edifici color ocra, palmeti e cactus fioriti
(di Ida Bini)
Sono stati più di 300mila i turisti italiani che lo scorso anno si sono recati in Tunisia dopo la rivolta del gennaio 2011, la Primavera Araba che ha coinvolto tutto il Nordafrica. Per favorire lo sviluppo turistico quest’anno il Paese mediterraneo punta non solo sul mare e sui resort lungo i mille chilometri di spiagge dalla sabbia finissima ma anche sull’archeologia, sullo sport – in particolare il golf - e su un ricco calendario di coinvolgenti festival tradizionali. Venite a vedere con i vostri occhi - è il messaggio del direttore dell’Ente del turismo tunisino Habib Ammar, che è certo di una ripresa del settore del proprio Paese. I turisti tornano, quindi, nell’accogliente Paese mediterraneo per visitare Tunisi e la città santa di Kairouan, le rovine archeologiche di Dougga e Cartagine, e le dune e le oasi del misterioso Sahara. Attraversare in jeep il deserto è un’esperienza davvero entusiasmante, ricca di fascino e di spettacolarità: si parte da Tunisi e si viaggia su una strada asfaltata in direzione sud verso la cittadina di Le Kef, che si raggiunge percorrendo 150 chilometri. Si prosegue sempre verso sud fino a Kalaat Es-Senan lungo una strada sassosa e impegnativa che attraversa uliveti e campi coltivati. Nelle immediate vicinanze si visita il sito storico di Giugurta, re della Numidia, che si nascose in questa zona per sfuggire ai nemici romani. Jugurtha Table’s è oggi un massiccio roccioso piatto, accessibile da un corridoio naturale scavato nella roccia, dalla cui sommità si ammira un paesaggio straordinario. Riscendendo verso la pianura e deviando verso ovest si arriva a Kasserine, dove è bene fare una sosta prima di affrontare la pista sabbiosa fino a Gafsa e a Redeyef, in pieno deserto, tra inaspettate oasi, capanni e cactus fioriti. Da qui comincia la celebre “pista Rommel”, percorso costruito dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale per trasportare i mezzi corazzati e che porta il nome del generale tedesco, conosciuto anche come “la volpe del deserto”. La strada regala scorci bellissimi e paesaggi indimenticabili, punteggiati dalla presenza delle rose del deserto, i celebri minerali color giallo ocra, da immortalare con la macchina fotografica. Superato il lago di Chott El-Gharsa si viaggia su una striscia di terra ricoperta da canali per l’irrigazione e palmeti che regalano datteri dolcissimi fino alle due città-oasi di Tozeur e Nefta: è la regione dello Jerid, il cui nome significa appunto “il paese dei palmeti” e che segna il confine con l’Algeria. E’ consigliabile fare una sosta a Tozeur per visitare il cuore della città antica, dove gli edifici color ocra sono decorati con iscrizioni islamiche, e il museo Dar Cherait; qui le palme sono spettacolari tra piante di melograno, fichi e banani. Il centro romano di Nefta, invece, merita una visita per le 24 moschee e le strettissime vie del centro, spesso coperte da volte a botte. Da qui si torna indietro e si supera la grande distesa salina di Chott El-Jerid fino alla città di Douz, la porta del Sahara. E’ l’oasi più grande e famosa della Tunisia con un palmeto di 400mila piante e una grande piazza circondata da edifici bianchi, ampi porticati e tanti localini dove gustare prelibatezze locali, dalle zuppe al cous cous di pollo e verdure. Il viaggio può proseguire verso sud su un tracciato molto impegnativo tra dune e alte montagne di sabbia infuocata fino al Jebil National Park, dove è consigliabile sostare almeno una notte per godere della bellezza del tramonto nel deserto. Sempre attraverso il Sahara si raggiunge un altro sito, in direzione ovest, che vale la pena visitare: l’oasi di Ksar Ghilane con un fortino romano che riporta ancora le iscrizioni latine della descrizione del luogo quale ultima frontiera romana prima del mondo inesplorato. Tornando indietro verso nord si giunge all’oasi di El Hamma e, su piste anche asfaltate, al lago salato di Chot El-Fejaj; da qui in poi il paesaggio cambia e fino a Saket, non lontano da Gafsa, si attraversano villaggi rurali e gole profonde che bucano le montagne. Si sale anche fino a 1.200 metri d’altezza lungo strade un po’ anguste ma piene di fascino e di scorci di grande atmosfera. Scendendo sul versante opposto si raggiunge facilmente Sened e da qui la costa dove ci si può fermare nella cittadina di Sfax, a sud di Monastir e Tunisi.
(ANSA)
Nessun commento:
Posta un commento