Il sindaco di Firenze esplicito: 'E' inaudito'. Viceministro Economia: 'Non e' figura garanzia'
Matteo Renzi
L'idea della Convenzione ipotizzata dai 'saggi' rischia di trasformarsi in un gigantesco boomerang. Nata per 'unire' Pd e Pdl sul cammino delle riforme, ora sta diventando 'il' terreno di scontro. Con la 'strana maggioranza' in disaccordo su quasi tutto: presidenza, composizione, contenuti e procedura.
"Io non mi impiccherò sulla Convenzione - sbotta alla fine di una giornata densa di polemiche il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello - quello che mi interessa è fare i provvedimenti necessari a migliorare questo Paese. E chi sia a farlo non importa. L'importante è farlo".
"Vorrei ricordare - insiste - che la Convenzione è uno strumento, non il fine". E quale sorte toccherà a questo 'organismo' lo si capirà a breve, subito dopo la costituzione definitiva di Commissioni e Giunte, prevista per martedì prossimo. Nel frattempo i 'fioretti' dei quasi-alleati tornano ad incrociarsi sul nome del presidente. Il Cav si è autocandidato nei giorni scorsi e l' intero Pdl non può che confermare. L'esperienza "alla guida della Nazione e nel consesso internazionale - tuona Maurizio Gasparri - sono garanzia per poterlo indicare alla presidenza della Convenzione". Il Pd, aggiunge, "sbaglia a porre pregiudiziali". Tutto "si può discutere - incalza Sandro Bondi - ma nessuno ha il diritto di porre veti sulle persone, tantomeno su chi ha reso possibile la nascita di questo governo".
E il coro è unanime: sono 'pro-Cav' Renato Brunetta ("Senza di lui non può esserci né pacificazione né coalizione"), Altero Matteoli, Barbara Saltamartini, Giuseppe Esposito, Elisabetta Casellati, tra gli altri.
E altrettanto 'forte' e il 'no' che arriva dal Pd, Matteo Renzi in testa. "Pensare di fare Berlusconi capo della Costituente è inaudito - afferma - non capisco perché dobbiamo dargli il compito di scrivere la Costituzione per i prossimi 50 anni". 'Altola'' anche da Stefano Fassina: l'ex premier non è "una figura di garanzia". La polemica esplode con il neo sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Sabrina De Camillis (Pdl) che 'bolla' Renzi come "populista". Un giudizio che scatena l'ira dei Democratici. Tenta di calmare gli animi Dario Ginefra (Pd) ricorrendo per l'ennesima volta all"arbitro per eccellenzà Giorgio Napolitano. Facciamola presiedere a lui la Convenzione, dice, ma nessuno gli risponde.
(ANSA)
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