da Roberto Bosio
Abbiamo già scritto nei giorni scorsi del rapporto Bes 2013 per dire che 6,7 milioni di italiani si trovano in situazione di grave deprivazione. Ma in questo lavoro - portato avanti da Istat e Cnel - non c’è solo questo.
Siamo al debutto di un nuovo modello di benessere che andrà a integrare il prodotto interno lordo: il Benessere equo e solidale. Si tratta di un insieme di 134 indicatori messo a punto da Istat e Cnel che può rappresentare uno strumento importante - ci ricorda il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini - per ”cambiare il dibattito pubblico e orientare meglio le scelte della politica”.
Quale ritratto del paese viene tratteggiato da questo rapporto? Quello di uno paese che ha poca fiducia nel prossimo: solo il 20% di chi ha più di 14 anni (il 15,2% al Sud) pensa che gran parte della gente sia degna di fiducia - la media nell’Ocse è del 33%, mentre in paesi come Danimarca e Finlandia si arriva addirittura al 60%.
Questo dato fa pensare che la maggior parte degli italiani non si sentano sicuri e tutelati al di fuori delle reti di relazioni familiari e amicali. Questa sfiducia si allarga alle istituzioni nazionali e locali: dal 2,3 - su 10 - ai partiti politici, al 3,6 del Parlamento, il quattro delle amministrazioni locali , ed il quattro e mezzo circa del sistema giudiziario. Le sole “istituzioni” che si salvano sono i Vigili del Fuoco e le forze - 8,1 i primi e 6,5 i secondi.
Aumentano i Neet - si tratta dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano: tra il 2009 e il 2011 sono passati dal 19,5% al 22,7% della popolazione in quella fascia di età.
Dati negativi da associare a quelli sulla partecipazione politica: il 42,5% non partecipa in alcuna forma alla politica (nel 2011 era il 40,1%), e il 63,5% non parla né si informa di politica (era il 61,5% un anno prima).
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