Il grande vincitore alle elezioni italiane è stato il leader populista Beppe Grillo, ma il giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi ne sta emergendo come l’inaspettato beneficiario, dopo l’enorme risultato del voto di protesta che minaccia di distruggere il vecchio sistema politico.
Renzi, che ha 38 anni e che ha attraversato l’Italia in camper prima che Grillo facesse lo stesso per la sua campagna elettorale, è all’opposto dell’attuale leader del centrosinistra Pierluigi Bersani, il gran perdente delle elezioni di febbraio.
Mentre i discorsi di Bersani spesso fanno sbadigliare il pubblico, Renzi è un oratore eloquente, elettrizzante, rapido, che cammina su e giu’ per il palco in maniche di camicia, trovando gli argomenti giusti per arringare le folle.
Ha già dimostrato un certo sarcasmo nel pungolare Grillo, un attore comico capellone più vecchio di 20 anni, che ha catalizzato la rabbia della gente contro i politici screditati, ottenendo che il suo partito fosse il più votato.
La scialba campagna di Bersani ha buttato via i 10 punti di vantaggio che i sondaggi davano alla coalizione di centrosinistra, per ottenere solo una vittoria di misura alla Camera nei confronti del centrodestra di Silvio Berlusconi, ma senza ottenere il controllo del Senato, che è essenziale per governare. Nessun altro partito ha la maggioranza per governare.
Ora Renzi aspetta il suo momento, mentre Bersani lotta per la sopravvivenza tentando disperatamente di raggiungere un accordo con Grillo per formare un governo di minoranza con l’appoggio del Movimento 5 Stelle, guidato dall’ex comico.
Con Grillo che riversa insulti su Bersani appena se ne presenta l’occasione, il sessantunenne leader di centrosinistra sembra avere solo una minima chance di successo, nonostante l’appoggio quasi unanime della base del suo Partito Democratico (PD).
Renzi, più favorevole al libero mercato, aveva sfidato Bersani a novembre alle primarie del partito, minacciando di “eliminare” la vecchia classe dirigente italiana. Era stato duramente battuto quando la macchina del partito si era mobilitata per appoggiare il leader. Ma la pessima campagna elettorale di Bersani ha aperto la strada al suo ritorno.
Un sondaggio di venerdi’ [1 marzo 2013, NdT] ha mostrato che tra gli elettori italiani Renzi è alla lunga il candidato favorito per la carica di primo ministro, con più del doppio dei consensi di Grillo.
La ricerca dell’istituto SWG ha mostrato che il sindaco di Firenze ha un ampio appoggio tra tutti i partiti, con il 28% di consensi contro il 14% di Bersani e il 13% di Grillo. Berlusconi ha il 10% e l’ex primo ministro Mario Monti il 6%.
“A me sembra impossibile che Bersani possa riuscire a formare un governo, quindi sinceramente penso che il suo tentativo sia un errore che non ha possibilità di riuscita” ha detto alla Reuters un deputato del PD vicino alla corrente di Renzi.
Ma Renzi sta mostrando cautela, conscio del fatto che un attacco prematuro potrebbe mandare in fumo sia le sue chances di vincere la leadership del partito che una possibile vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni, che potrebbero tenersi tra pochi mesi. E’ un evento che molti specialisti giudicano altamente probabile, date la sua abilità in campagna elettorale e il suo appeal tra gli elettori, anche quelli conservatori.
(pubblicato l’8 marzo 2013)
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