martedì 16 aprile 2024

LETTERA APERTA AL SINDACO DI ROMA ROBERTO GUALTIERI

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Roma, 30 settembre 2022

 
LETTERA APERTA AL SINDACO DI ROMA ROBERTO GUALTIERI

 
Egregio Sindaco,
con la presente il COMITATO SPONTANEO VILLAGGIO OLIMPICO intende portare alla
sua attenzione quanto è previsto dal progetto denominato “Intervento di Pedonalizzazione e
Riqualificazione di Viale XVII Olimpiade” del Municipio II e che interessa uno dei quartieri
residenziali più pregiati di Roma.

Il Villaggio Olimpico, inaugurato nel 1960 e progettato dai più significativi architetti dell’epoca, Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti, rischia di perdere una parte importante delle qualità e delle caratteristiche architettoniche, urbanistiche, residenziali e ambientali che lo hanno reso noto a livello internazionale.

Uno degli obiettivi principali del progetto è infatti la creazione di un “parco che ambisce a
diventare un forte polo di attrazione a disposizione degli abitanti dei quartieri limitrofi e per tutta la città”. Ciò in contrasto con l’indicazione in esso contenuta, ossia l’eliminazione dell’area verde
centrale che verrebbe interamente pavimentata.

 
Il progetto interessa una larga porzione del quartiere (circa 40mila mq) e prevede un investimento di 2 milioni di euro di denaro pubblico, con interventi che andrebbero a incidere, stravolgendole, la funzionalità, le caratteristiche residenziali e la vivibilità del quartiere, senza risolverne le criticità, a partire dalla cura del verde esistente, dal recupero della funzionalità delle aree gioco,
degli arredi urbani, dei sottoservizi e dei percorsi pedonali.

 
Puntando su una più facile manutenzione delle aree verdi, il progetto cancella più di mezzo ettaro di prato, sostituendolo con pavimentazioni artificiali, senza considerare le differenze fondamentali in termini di costi, servizi ecosistemici forniti e aspetti estetici e paesaggistici. Così si legge infatti nella documentazione di progetto: “le aree verdi sono difficilmente accessibili e come tutte le aree libere del quartiere necessitano di un ripensamento che le renda fruibili dagli abitanti del quartiere e facilmente gestibili da parte del Municipio". A tale proposito teniamo a precisare che la difficoltà di accessibilità è dovuta unicamente all’incuriadel Comune e del Municipio, che hanno determinato una situazione per gli abitanti a dir poco difficile e indecorosa, nonostante i costi da essi sostenuti per la cura e la manutenzione delle aree verdi.

Tale “ripensamento” non si traduce in un progetto di sistemazione e di potenziamento del
verde, a cui viene destinato meno del 4% dell’investimento totale previsto, ma in interventi di riduzione di quello esistente, in controtendenza con quanto espresso dalla normativa e dalle disposizioni nazionali e europee, a partire dal PNRR, dalla Legge 10/2013 "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani" e dal Decreto 63/2020 del Ministero dell'Ambiente sui Criteri MinimiAmbientali, che promuovono lo sviluppo del verde urbano.

Inoltre, sottovalutando il grande valore architettonico del viadotto di Corso di Francia, progettato anch’esso dagli architetti summenzionati, con la partecipazione, per la sezione strutturale dello Studio Nervi e pubblicato su tutti i testi di Storia dell’Architettura Moderna e Contemporanea, se ne prevede la settorializzazione, con la destinazione dell’area sottostante a pista da skateboard. La “progettazione” per l’utilizzazione dell’area, mai graficizzata ma solo descritta brevemente nella
Relazione di progetto, informa circa l’ulteriore inserimento di punti ristoro, posizionati negli
intercolumni (con la previsione di lasciare alla “street art” la decorazione dei piloni).
Visto lo stato di deterioramento in cui esso attualmente versa considerata l’assenza totale di manutenzione perpetrata negli anni, più che una ridicolizzazione della struttura attraverso la “street art” a decorazione dei piloni, servirebbe un intervento di conservazione e restauro, più volte richiesto ma che non ha mai trovato risposte.
 
Tutto ciò non tiene in alcun conto quanto indicato nel Progetto di Riqualificazione degli spazi pubblici e delle aree verdi del Villaggio Olimpico promosso dall’Architetto Francesco Ghio e predisposto nel 2007 dal Dipartimento VI di Roma Capitale nell’ambito del Piano urbano
Flaminio del 2002 nel quale, partendo dalle richieste, esigenze e proposte della cittadinanza, si offriva una visione globale e equilibrata del territorio dove l'armonia tra sistema insediativo, mobilità e verde è evidente.
 
Auspicando un suo cortese e sollecito riscontro, anche attraverso l’organizzazione di un incontro, le
inviamo cordiali saluti.
 
COMITATO SPONTANEO VILLAGGIO OLIMPICO 

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