mercoledì 22 dicembre 2021

Guglielmo Oberdan

 


Si autoaccusò. Sapeva che questo avrebbe significato la morte, ma lo fece lo stesso.


Guglielmo Oberdan aveva capito che per dare forza alla causa, doveva immolarsi lui stesso. Per questo confessò di aver trasportato due bombe da Roma a Trieste.


Era un uomo umile, nato in povertà. Ma sveglio, tenace, onesto. Dormiva in una stanza con due ritratti, quello di Gesù e quello di Garibaldi. E ci credeva davvero dell’unità d’Italia, al punto da sacrificarsi volontariamente.


Gli austriaci lo impiccarono in questo periodo, il 20 dicembre. Non valsero a niente le richieste di grazie di mezza Europa, tra cui quella di Victor Hugo. Per gli austriaci era un traditore e doveva morire.

Gli spezzarono il collo, ma a vincere fu Guglielmo.


Perché dopo la sua morte, sorsero associazioni in suo nome in tutta Italia.


Divenne il primo martire dell’irredentismo italiano. E il suo nome, oggi, vive ancora tra noi.

Leonardo Cecchi 


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