mercoledì 2 aprile 2014

Vendiamo le armi ai paesi in guerra

Nel 2013 oltre 316 milioni di euro di fatturato per fucili e munizioni anche nel Medio Oriente


Oltre 316 milioni di euro nel 2013.  E’ il  fatturato dell’export mondiale di “armi comuni da sparo e munizioni”, in forte aumento soprattutto verso le zone di maggior tensione del mondo come il Medio Oriente e l’Africa. Lo riferisce l’inchiesta di Carmine Gazzanni su La Notizia.
Questo è il dato scioccante che emerge da un dossier realizzato dall’Opal (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere) sulla base di dati forniti dall’Istat. E pensare che stiamo parlando soltanto del distretto industriale della Val Trompia, in provincia di Brescia. È qui, infatti, che si concentrano le principali aziende italiane di armi leggere. Un business incredibile trainato dalla Beretta Holding, seguita poi dalle più modeste ditte delle famiglie Bernardelli, Fausti, Sabatti, Tanfoglio e Perazzi. Armi ad uso civile, per la difesa personale, le competizioni sportive, la caccia e il collezionismo, ma che sono acquistate anche dai corpi di polizia di mezzo mondo, a cominciare proprio dai Paesi in conflitto o responsabili di violazione dei diritti umani. Se ad aumentare sono anche le esportazioni verso i Paesi da sempre acquirenti di armi leggere italiane come quelli del Nord America e dell’Unione Europea, il dato che desta meraviglia è relativo agli incrementi che si registrano per i Paesi del Medio Oriente (più 23% rispetto al 2012) e dell’Africa (più 36%). Stiamo parlando, in soldoni, di un passaggio dai 14 milioni del 2012 ai 36 del 2013 per i primi, e di un passaggio da 9 a 24 per i secondi.

http://www.lafucina.it/2014/04/02/vendiamo-le-armi-ai-paesi-in-guerra/#

Nessun commento:

Posta un commento