venerdì 10 gennaio 2014

Tor Bella Monaca, la pista della rapina
dietro l'agguato del 17enne in fin di vita




di Laura Bogliolo e Chiara Acampora

Aveva 500 euro con sé, tanti soldi per un ragazzo. Ma sul corpo di Federico non è stato trovato niente. 
Non aveva neanche i documenti, né il cellulare il diciassettenne in fin di vita dopo che lunedì sera è stato vittima di un agguato in via Villabate a Tor Bella Monaca: due colpi di pistola alla testa, un’esecuzione. I carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati sono sulle tracce di un’auto che secondo alcuni testimoni è sfrecciata via, a forte velocità, subito dopo l’agguato. I militari indagano in ogni direzione, e quei soldi scomparsi fanno pensare anche alla pista della rapina finita male e stanno visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona.

I DUBBI
Ma i dubbi sono tanti. Quel ragazzone con una vita difficile è nato e cresciuto a Tor Carbone e non frequentava Tor Bella Monaca. Lo confermano i familiari, i residenti del quartiere piazza dello spaccio del centro Italia e le forze dell’ordine. Il passato del padre, ora in carcere con l’accusa di traffico internazionale di droga, getta un’ulteriore ombra sulla notte dell’agguato. Qualcuno ha dato un appuntamento a Federico: perché a Tor Bella Monaca? Chi lo stava aspettando in via Villabate, una stradina buia, senza marciapiedi, conosciuta nel quartiere come covo di spacciatori senza scrupoli.
Il giovane ha precedenti per furto e droga, una vita difficile, un carattere definito «aggressivo». L’uso di stupefacenti e poi quel viaggio da Tor Carbone a Tor Bella Monaca. Come è arrivato lì? Qualcuno lo ha accompagnato? E, soprattutto, con chi aveva appuntamento Federico?

LE IPOTESI
Un’auto che fugge a forte velocità dopo gli spari. Gli investigatori stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere di zona per cercare di identificare l’auto che alcuni testimoni hanno visto dileguarsi per le vie buie e desolate di Tor Bella Monaca. In un primo momento chi ha trovato Federico in terra in una pozza di sangue, ha pensato fosse stato investito. Sono stati i medici del pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata a scoprire i due fori nella testa. Si pensa a una pistola di piccolo calibro. Il giovane non era tra le file degli spacciatori di Tor Bella Monaca, non era un pusher, secondo gli investigatori era «un consumatore». Prima di finire lunedì sera in fin di vita nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Tor Vergata, il giovane era assistito da una comunità di recupero. Viveva con i nonni, disperati per le condizioni del giovane, che ha riportato gravi danni cerebrali. I medici, viste le condizioni gravissime, hanno deciso di non operare. L’attività cerebrale ieri si è ridotta ancora di più, le condizioni di Federico si sono aggravate.
I carabinieri hanno subito ascoltato la famiglia del giovane, ieri gli amici e i conoscenti. È fondamentale ricostruire le ore prima dell’agguato, anche con l’aiuto dei tabulati telefonici. Già, perché neanche il cellulare di Federico è stato trovato. Addosso non aveva neanche i documenti e ci sono volute ore prima di identificare il diciassettenne. Vicino al corpo sono state trovate delle dosi di cocaina. I militari indagano a 360 gradi. Una rapina finita male, un’esecuzione, tra le piste seguite c'è anche quella di un regolamento di conti per droga a Tor Bella Monaca, nel quartiere martoriato dallo spaccio, dove anche i ragazzini fanno le vedette come a Scampia. Sembra che Federico non avesse problemi di soldi, che potesse avere la disponibilità di comprare la droga. Forse un comportamento sbagliato, forse una parola di troppo nel quartiere che non perdona. Ma i soldi che aveva con sé il giovane sono stati presi, barbaramente, dopo due colpi in testa.

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/tor_bella_monaca_rapina_agguato/notizie/434639.shtml


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