domenica 8 settembre 2013

Demolisce il Sessantotto: "Idioti, violenti, ignoranti. E poi terroristi"


PANSA


La nuova anticipazione dell'ultimo libro del giornalista: demolisce il bluff della stagione rivoluzionaria più pompata dalla retorica


Pansa demolisce il Sessantotto: "Idioti, violenti, stupidi, terroristi"
Giampaolo Pansa

Per gentile concessione dell’autore e dell’editore, pubblichiamo gran parte del capitolo «Il bluff del Sessantotto. 1968», tratto da Sangue, sesso, soldi. Una controstoria d’Italia dal 1946 a oggi (Rizzoli, pp. 450, euro 19) di Giampaolo Pansa, ex inviato del Corriere della Sera, ex vicedirettore di Repubblica e ora firma di punta diLibero. Il volume - disponibile anche in formato e-book - sarà nelle librerie a partire da mercoledì 11 settembre.
Personale rilettura di oltre 65 anni della nostra storia, scritto da uno dei più autorevoli giornalisti e storici italiani, il libro è suddiviso in otto parti, dall’immediato dopoguerra (dominato dalle figure di De Gasperi e Togliatti) al ventennio berlusconiano. In mezzo, Stalin e la legge Merlin, il boom economico del Belpaese, la tragedia del Vajont, gli anni di piombo, le stragi di mafia, i morti di Tangentopoli e la morte di Andreotti.
Fu un tragico bluff il Sessantotto. Per di più coperto e difeso da un’ondata di retorica mai vista prima in Italia. Eppure molti politici, molti intellettuali e molti giornalisti lo ritennero un miracolo. A sentir loro, iniziava una stagione fantastica ed esaltante per la democrazia. Il Sessantotto avrebbe cambiato tutto in meglio: la politica, l’economia, la società, la scuola, la cultura, la famiglia, i rapporti tra maschio e femmina, persino l’educazione dei bambini. A conti fatti non accadde nulla di tutto questo. L’unico, vero frutto fu il terrorismo di sinistra, il mostro delle Brigate rosse. (...)
Su Libero di sabato 7 settembre una parte di un capitolo dell'ultimo libro di Giampaolo Pansa, che ricorda il Sessantotto: "Idioti, violenti, ignoranti...". Il grande giornalista demolisce il bluff della stagione rivoluzionaria più pompata dalla retorica: "Fu l'incubatrice del terrorismo rosso".

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