Imprenditori Suicidi
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"In questo libro parlo anche della situazione italiana, dove tra l’altro non ci sono differenze tra Nord e Sud. Il Paese è tutto in crisi, gli italiani sono in crisi. C’è una rabbia generale e molti parlano addirittura di violenza, che i problemi si potrebbero risolvere soltanto con una rivoluzione. Quello che è chiaro, è un coro unanime, è che qualcuno deve pagare, quindi chi ha creato questa crisi deve pagare il conto, soprattutto la classe dirigente dovrebbe andare via, non dovrebbe più amministrare questo Paese. Per almeno tre anni il governo Berlusconi ha tenuto nascosto che c’era una crisi, a un certo punto ci sono state dichiarazioni che affermavano che il Paese stava uscendo dalla crisi meglio degli altri paesi europei, Tremonti il 29 aprile 2009 dichiarò che il rischio di un crollo, del peggio, era alle nostre spalle." Samanta Di Persio
Il Passaparola di Samanta Di Persio, scrittrice:
La rabbia dei piccoli imprenditori
"Buongiorno agli amici del Blog di Beppe Grillo, sono Samanta Di Persio oggi sono qui per parlarvi di “Imprenditori Suicidi, il collasso delle imprese italiane”.
Questo libro avrebbe potuto chiamarsi “Lettere dalla crisi”, perché quasi tutti i piccoli imprenditori che ho intervistato hanno scritto alle massime cariche istituzionali per denunciare una condizione sociale.
In molti casi le risposte non ci sono state, ma, quando ci sono state, sono state più offensive del silenzio.All’indomani della quarta vittoria di Berlusconi nel 2008 la stampa estera aveva ben chiara la situazione. L’Economist titolò “Il ritorno del Buffone”, il Financial Times “Deprimente la prospettiva di un nuovo governo Berlusconi”, quindi a chi non era chiaro? Probabilmente proprio agli italiani, infatti molti piccoli imprenditori mi hanno confidato di avere votato il PDL o la Lega. Oggi solo molto arrabbiati, mi raccontano che già dal 2001 ci sono state le prime avvisaglie di crisi, dopo il crollo delle torri gemelle, poi c’è stata una leggera ripresa, ma nel 2008 con la speculazione finanziaria partita dall’America, c’è stata una situazione di stagnazione e di recessione. Chi tutte le mattine si alzava per andare a alzare le saracinesche, aprire i cancelli della propria impresa, a un certo punto si rendeva conto che le telefonate non arrivavano più, gli ordini neanche. Lo stesso per i lavoratori che non si alzavano più per andare a lavorare, perché erano in cassa integrazione per la maggiore parte nella settimana o addirittura del mese.
Nel frattempo c’è stata una sorta di selezione naturale, nel senso che chi poteva attingere ai propri risparmi ha potuto continuare a mandare avanti la propria impresa, mentre altri non potevano più, avevano già dato tutto, e quindi ad aprile di questo anno c’è stato un picco di suicidi. Per un po’ se ne è parlato, ma poi dei suicidi dei piccoli imprenditori non si è parlato più.
Ci fu una dichiarazione del Premier Monti, che in Grecia la situazione era molto più difficile rispetto a quella italiana, che i suicidi erano stati molti di più. Non dovevamo preoccuparci e quindi non si parlò più di suicidi, ma di una ripresa che ci sarebbe stata nel 2013.
Ovviamente il 2013 è alle soglie e ormai di ripresa si parla per il 2014. Quindi non si è parlato di Giuseppe Campaniello, che si è dato fuoco davanti alla agenzia delle entrate a Bologna e della vedova Tiziana Marrone che, dopo un gesto così estremo, si aspettava quello che sperava suo marito, un po’ di attenzione e di aiuto, invece non c’è stato e anzi si è sentita dire: "Signora non si lamenti, perché almeno lei ha un tetto sopra la testa."
In alcuni casi sono state le banche che hanno chiuso i rubinetti. Nel caso di Piera Petrini Levo, per rinnovare i fidi le hanno fatto scrivere contratti derivati e si è ritrovata a pagare degli interessi altissimi che le stavano facendo chiudere l’azienda e ha avuto il coraggio di denunciarlo e quindi di riprendersi la sua attività.
In altri casi invece è stata la stessa agenzia delle entrate che, basandosi sugli studi di settore, e non tenendo conto che c’è stato un cambiamento del quadro economico. Furia Verena mette in risalto una sanzione che si vede arrivare per avere evaso alcune migliaia di Euro.
Lei incredula, chiede al suo commercialista e si rende conto che questa evasione in realtà non c’è stata, per fare ricorso occorrono troppi soldi ed è quindi ostretta a pagare. Dice “Se avessi evaso 200 mila Euro, come loro mi contestano, pagando una multa di 10 mila Euro, a questo punto me ne sarei intascati 190 mila e invece così non è stato”.
"Buongiorno agli amici del Blog di Beppe Grillo, sono Samanta Di Persio oggi sono qui per parlarvi di “Imprenditori Suicidi, il collasso delle imprese italiane”.
Questo libro avrebbe potuto chiamarsi “Lettere dalla crisi”, perché quasi tutti i piccoli imprenditori che ho intervistato hanno scritto alle massime cariche istituzionali per denunciare una condizione sociale.
In molti casi le risposte non ci sono state, ma, quando ci sono state, sono state più offensive del silenzio.All’indomani della quarta vittoria di Berlusconi nel 2008 la stampa estera aveva ben chiara la situazione. L’Economist titolò “Il ritorno del Buffone”, il Financial Times “Deprimente la prospettiva di un nuovo governo Berlusconi”, quindi a chi non era chiaro? Probabilmente proprio agli italiani, infatti molti piccoli imprenditori mi hanno confidato di avere votato il PDL o la Lega. Oggi solo molto arrabbiati, mi raccontano che già dal 2001 ci sono state le prime avvisaglie di crisi, dopo il crollo delle torri gemelle, poi c’è stata una leggera ripresa, ma nel 2008 con la speculazione finanziaria partita dall’America, c’è stata una situazione di stagnazione e di recessione. Chi tutte le mattine si alzava per andare a alzare le saracinesche, aprire i cancelli della propria impresa, a un certo punto si rendeva conto che le telefonate non arrivavano più, gli ordini neanche. Lo stesso per i lavoratori che non si alzavano più per andare a lavorare, perché erano in cassa integrazione per la maggiore parte nella settimana o addirittura del mese.
Nel frattempo c’è stata una sorta di selezione naturale, nel senso che chi poteva attingere ai propri risparmi ha potuto continuare a mandare avanti la propria impresa, mentre altri non potevano più, avevano già dato tutto, e quindi ad aprile di questo anno c’è stato un picco di suicidi. Per un po’ se ne è parlato, ma poi dei suicidi dei piccoli imprenditori non si è parlato più.
Ci fu una dichiarazione del Premier Monti, che in Grecia la situazione era molto più difficile rispetto a quella italiana, che i suicidi erano stati molti di più. Non dovevamo preoccuparci e quindi non si parlò più di suicidi, ma di una ripresa che ci sarebbe stata nel 2013.
Ovviamente il 2013 è alle soglie e ormai di ripresa si parla per il 2014. Quindi non si è parlato di Giuseppe Campaniello, che si è dato fuoco davanti alla agenzia delle entrate a Bologna e della vedova Tiziana Marrone che, dopo un gesto così estremo, si aspettava quello che sperava suo marito, un po’ di attenzione e di aiuto, invece non c’è stato e anzi si è sentita dire: "Signora non si lamenti, perché almeno lei ha un tetto sopra la testa."
In alcuni casi sono state le banche che hanno chiuso i rubinetti. Nel caso di Piera Petrini Levo, per rinnovare i fidi le hanno fatto scrivere contratti derivati e si è ritrovata a pagare degli interessi altissimi che le stavano facendo chiudere l’azienda e ha avuto il coraggio di denunciarlo e quindi di riprendersi la sua attività.
In altri casi invece è stata la stessa agenzia delle entrate che, basandosi sugli studi di settore, e non tenendo conto che c’è stato un cambiamento del quadro economico. Furia Verena mette in risalto una sanzione che si vede arrivare per avere evaso alcune migliaia di Euro.
Lei incredula, chiede al suo commercialista e si rende conto che questa evasione in realtà non c’è stata, per fare ricorso occorrono troppi soldi ed è quindi ostretta a pagare. Dice “Se avessi evaso 200 mila Euro, come loro mi contestano, pagando una multa di 10 mila Euro, a questo punto me ne sarei intascati 190 mila e invece così non è stato”.
Chi ha creato questa crisi deve pagare il conto
E' questa la rabbia dei piccoli imprenditori, che non c’è mai stata una lotta seria all’evasione fiscale. Quest’estate c’è stato il tormentone dello scontrino, come se i piccoli esercenti fossero il problema dell’evasione, invece c’è Giuseppina Virgini, un’imprenditrice di Empoli, che spiega benissimo come la sua attività sia stata messa in crisi dalle attività cinesi,un’attività del settore tessile, e come loro ogni anno attraverso il transfer money mandano in Cina miliardi di Euro.
In questo libro non parlo soltanto in generale della situazione italiana, tra l’altro non ci sono differenze tra Nord e Sud. Il Paese è tutto in crisi, gli italiani sono in crisi. C’è una rabbia generale e molti parlano addirittura di violenza, che i problemi si potrebbero risolvere soltanto con una rivoluzione. Quello che è chiaro, è un coro unanime, è che qualcuno deve pagare, quindi chi ha creato questa crisi deve pagare il conto, soprattutto la classe dirigente dovrebbe andare via, non dovrebbe più amministrare questo Paese. Per almeno tre anni il governo Berlusconi ha tenuto nascosto che c’era una crisi, a un certo punto ci sono state dichiarazioni che affermavano che il Paese stava uscendo dalla crisi meglio degli altri paesi europei, Tremonti il 29 aprile 2009 dichiarò che il rischio di un crollo, del peggio, era alle nostre spalle.
A un certo punto i cittadini si sono rimboccati le maniche. Quando vedevano che non avevano risposte dai politici, dagli assessori, hanno deciso di creare dei movimenti. Luca Peotta racconta la storia della sua azienda. La eredita dal papà, Luca Peotta si ritrova a difenderla con le unghie e i denti. Cerca interlocutori politici, che non lo ascoltano. Lui dice “Io cosa posso fare? Parlare con il massimo esponente della mia regione, (era Presidente della regione Piemonte Bresso), e quando sei arrivato al massimo livello e non hai avuto risposte devi trovare una soluzione e quella che trova insieme a altri piccoli imprenditori è quella del “Movimento imprese che resistono”. Mario Frasacco è uno degli imprenditori che si toglie la vita. Ho intervistato Giorgia Frasacco, la figlia che si rende conto che si poteva evitare la sua morte se fossero stati ascoltati. Lei puntualizza sulla campagna fatta contro l’evasione fiscale e dice “Mio padre non era un parassita”. I piccoli imprenditori che non possono pagare le tasse spesso non hanno i soldi e comunque hanno dichiarato quel reddito, perché se non lo avessero dichiarato i loro soldi sarebbero alle isole Cayman. Il piccolo imprenditore e i lavoratori lavorano fianco a fianco e l’imprenditore tra pagare le tasse e pagare lo stipendio all’operaio preferisce pagare lo stipendio, perché si rende conto che il dipendente ha una famiglia e delle spese da affrontare.
Questo lato umano non viene mai preso in considerazione. Quando si è insediato il governo Monti, che ha parlato di rigore, di equità, alcuni hanno pensato “Finalmente, finalmente si parla di equità”. Poi in realtà non sono stati tolti i privilegi alla casta, la Chiesa ha ancora le sue esenzioni e le concessioni pubbliche non sono state ritoccate, quindi nuovamente si è andati a pescare sul sicuro, sulla fascia di reddito medio bassa.
I cittadini che ho intervistato propongono sono stanchi, sono finiti, per loro è una situazione intollerabile. La loro soluzione è che se ne vadano tutte le persone che hanno causato la crisi di questo Paese, la loro crisi, e soprattutto coloro che hanno stracciato i diritti dei lavoratori e per loro l’unico modo possibile è quello che paghino finalmente loro, che ci siano delle responsabilità personali. Passate parola.
(ANSA)
http://www.beppegrillo.it
E' questa la rabbia dei piccoli imprenditori, che non c’è mai stata una lotta seria all’evasione fiscale. Quest’estate c’è stato il tormentone dello scontrino, come se i piccoli esercenti fossero il problema dell’evasione, invece c’è Giuseppina Virgini, un’imprenditrice di Empoli, che spiega benissimo come la sua attività sia stata messa in crisi dalle attività cinesi,un’attività del settore tessile, e come loro ogni anno attraverso il transfer money mandano in Cina miliardi di Euro.
In questo libro non parlo soltanto in generale della situazione italiana, tra l’altro non ci sono differenze tra Nord e Sud. Il Paese è tutto in crisi, gli italiani sono in crisi. C’è una rabbia generale e molti parlano addirittura di violenza, che i problemi si potrebbero risolvere soltanto con una rivoluzione. Quello che è chiaro, è un coro unanime, è che qualcuno deve pagare, quindi chi ha creato questa crisi deve pagare il conto, soprattutto la classe dirigente dovrebbe andare via, non dovrebbe più amministrare questo Paese. Per almeno tre anni il governo Berlusconi ha tenuto nascosto che c’era una crisi, a un certo punto ci sono state dichiarazioni che affermavano che il Paese stava uscendo dalla crisi meglio degli altri paesi europei, Tremonti il 29 aprile 2009 dichiarò che il rischio di un crollo, del peggio, era alle nostre spalle.
A un certo punto i cittadini si sono rimboccati le maniche. Quando vedevano che non avevano risposte dai politici, dagli assessori, hanno deciso di creare dei movimenti. Luca Peotta racconta la storia della sua azienda. La eredita dal papà, Luca Peotta si ritrova a difenderla con le unghie e i denti. Cerca interlocutori politici, che non lo ascoltano. Lui dice “Io cosa posso fare? Parlare con il massimo esponente della mia regione, (era Presidente della regione Piemonte Bresso), e quando sei arrivato al massimo livello e non hai avuto risposte devi trovare una soluzione e quella che trova insieme a altri piccoli imprenditori è quella del “Movimento imprese che resistono”. Mario Frasacco è uno degli imprenditori che si toglie la vita. Ho intervistato Giorgia Frasacco, la figlia che si rende conto che si poteva evitare la sua morte se fossero stati ascoltati. Lei puntualizza sulla campagna fatta contro l’evasione fiscale e dice “Mio padre non era un parassita”. I piccoli imprenditori che non possono pagare le tasse spesso non hanno i soldi e comunque hanno dichiarato quel reddito, perché se non lo avessero dichiarato i loro soldi sarebbero alle isole Cayman. Il piccolo imprenditore e i lavoratori lavorano fianco a fianco e l’imprenditore tra pagare le tasse e pagare lo stipendio all’operaio preferisce pagare lo stipendio, perché si rende conto che il dipendente ha una famiglia e delle spese da affrontare.
Questo lato umano non viene mai preso in considerazione. Quando si è insediato il governo Monti, che ha parlato di rigore, di equità, alcuni hanno pensato “Finalmente, finalmente si parla di equità”. Poi in realtà non sono stati tolti i privilegi alla casta, la Chiesa ha ancora le sue esenzioni e le concessioni pubbliche non sono state ritoccate, quindi nuovamente si è andati a pescare sul sicuro, sulla fascia di reddito medio bassa.
I cittadini che ho intervistato propongono sono stanchi, sono finiti, per loro è una situazione intollerabile. La loro soluzione è che se ne vadano tutte le persone che hanno causato la crisi di questo Paese, la loro crisi, e soprattutto coloro che hanno stracciato i diritti dei lavoratori e per loro l’unico modo possibile è quello che paghino finalmente loro, che ci siano delle responsabilità personali. Passate parola.
(ANSA)
http://www.beppegrillo.it
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