sabato 1 dicembre 2012

IL SEGRETO DEL DNA NASCOSTO IN MILIONI INTERRUTTORI


 GENOMAROMA - Contrariamente a quanto si credeva, la funzione dei geni non è scritta in pochi pacchetti di istruzioni dalla posizione fissa e bene identificata: a determinare il funzionamento del DNA è invece una moltitudine di punti, chiamati promotori, disseminati nel genoma e dai confini indistinti. Per la prima volta milioni di questi punti di partenza sono stati identificati nel genoma dei mammiferi, dal topo all'uomo, in una ricerca coordinata dal Giappone e pubblicata sulle riviste Nature Genetics e PLoS Genetics.

SECONDA PAGINA DEL PROGETTO GENOMA
Con questi risultati è entrata nel vivo la seconda fase del Progetto Genoma Umano, che nel 2000 aveva portato ad ottenere la sequenza delle informazioni contenute del DNA dell'uomo. Da allora la scommessa é scoprire quali funzioni svolgono i geni, un'impresa che si sta rivelando non facile, considerando che un piccolo numero di geni può essere programmato in modo da svolgere numerose funzioni. Ricerche di questo tipo richiedono grandi sforzi internazionali. I lavori annunciati oggi sono il frutto di un progetto internazionale coordinato dal consorzio Fantom, avviato circa dieci anni fa, finanziato e organizzato dal Gruppo di ricerca sul genoma dell'istituto giapponese Riken. Sono centinaia i ricercatori che hanno contribuito al lavoro da Stati Uniti, Australia, Giappone e numerosi Paesi europei. Importante il ruolo dell'Italia, che ha contribuito con il gruppo dell'Istituto Telethon-Dulbecco presso l'Istituto di genetica e biofisica del CNR di Napoli e il laboratorio della Fondazione Armenise Harvard della Scuola Internazionale di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Ed è un italiano il coordinatore, Piero Carninci, che da dieci anni lavora in Giappone, nell'istituto Riken di Yokohama, e che ha messo a punto le tecniche di raccolta e analisi dei dati su cui si basa la ricerca.

MILIONI DI BANDIERINE SU MAPPA DNA
La mappa del DNA diventa sempre più complessa. In una ricerca pubblicata lo scorso anno su Science dallo stesso gruppo risultava che appena il 2% del genoma serve a produrre proteine, mentre il resto controlla meccanismi che regolano il funzionamento delle cellule e che sono ancora in gran parte sconosciuti. Il passo ulteriore, adesso, è stato individuare i punti da cui partono i comandi che attivano il processo di trascrizione dei geni. I ricercatori hanno identificato i promotori della maggior parte dei geni nel topo e nell'uomo. "Identificare i segnali che regolano il genoma - osservano i ricercatori - è essenziale per ricostruire la logica che controlla i sistemi biologici. In sostanza, abbiamo bisogno di capire il linguaggio con cui le cellule leggono il DNA".

SI APRE LA VIA A PROSSIMA GENERAZIONE CURE
"Comprendere come e quando i geni sono attivi è necessario per la prossima generazione di cure", hanno rilevato gli autori del lavoro."Naturalmente si tratta di una ricerca di base e le applicazioni sono ancora molto lontane", ha detto Valerio Orlando, dell'Istituto Telethon-Dulbecco presso dell'Istituto di genetica e biofisica del CNR. Ma la strada è ormai aperta e promette di fare grandi passi in avanti nel prossimo futuro, anche se scoperte come queste, osservano i ricercatori, "rappresentano una sfida ai paradigmi della biologia moderna e impongono di riconsiderare modelli e teorie generalmente accettati dalla comunità scientifica".

NUOVE CONOSCENZE SULL'EVOLUZIONE
Queste ricerche hanno messo a confronto il genoma di uomo, topo, ratto, cane e scimpanzé. "Inaspettatamente - rilevano gli studiosi - questo studio mostra che la grande maggioranza dei geni non ha affatto confini precisi" e che, contrariamente a quanto si credeva, non c'é una corrispondenza fra determinati promotori e particolari geni, ma che l'architettura del genoma è molto più complessa del previsto e che proprio questa caratteristica che potrebbe spiegare la comparsa di organismi complessi come quelli dei mammiferi.
 (ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento