I semafori hanno un loro fascino.
Tre luci che in via automatica provano a conferire una sorta di ordine nel caos del traffico cittadino.
Pedoni, auto, camion, moto, biciclette tutti imprigionati dal rosso
e liberati dal verde di quel segnale luminoso, inventato a Nottingham
verso la fine del 1800.
Ora vi domanderete perchè parlo del semaforo?
Semplice.
Perchè a volte ci si deve occupare anche di quelle piccole cose che
condizionano la quotidianità, quelle piccole cose che in realtà possono
divenire grandi cose e se la grande cosa è la prevenzione, allora non
posso non parlare del semaforo e della errata sincronizzazione dello
stesso.
Mi riferisco in particolar modo ai semafori disposti lungo le rive
triestine,e nel particolare del particolare ai semafori disposti innanzi
la seconda piazza più grande d’Europa che sfocia sul mare, la Piazza
dell’Unità d’Italia.
Accade che non appena attraversi la prima corsia, con il semaforo
verde, devi sostare qualche lungo ed interminabile secondo, in un breve
limbo di terra, che divide le due corsie, quella che conduce verso il
Molo VII e quella che conduce verso la Stazione centrale dei Treni. Un
limbo di terra ove auto, camion e moto sfrecciano a pochi centimetri di
distanza dalle persone.
Il problema è ora più rilevante specialmente visto l’arrivo della
stagione turistica ed estiva e del contestuale arrivo delle navi da
crociera che inevitabilmente incrementono l’affollamento proprio di quel
tratto di strada.
Allora perchè non sincronizzare diversamente i semafori?
Che quando è verde da un lato sia verde anche dall’altro, in modo
tale che il pedone possa attraversare direttamente l’intera strada per
recarsi dalle rive verso la piazza o viceversa, senza dover sostare, a
rischio della propria incolumità, nel bel mezzo di quel breve e stretto
tratto di strada?
Parliamo di una cosa da nulla, che in realtà potrebbe rivelarsi una grande cosa.
I problemi che connotano la vita della città sono tanti, ma iniziamo con il risolvere le cose più semplici.
Trieste è una città ove i cittadini si attivano e parlano delle
problematiche presenti nel proprio territorio, inviando segnalazioni e
lettere al principale giornale della Città nonché ai minori, ai siti
internet, ai blog, inviando anche svariate mail.
Alcune hanno riscontro altre si perdono nel vuoto del silenzio.
Sarà così anche per questa ennesima segnalazione?
Evviva la democrazia diretta e partecipata e questo è un piccolo
esempio, di come il cittadino può e deve contribuire al buon
funzionamento della vita cittadina,
Il semaforo, la cassetta della posta, il tutor sulla Costiera, il
ponte sul Canal Grande, l’utilizzo delle risorse pubbliche, il sistema
dei parcheggi, il degrado, la manutenzione mancata come il Molo Audace,
sono alcune delle segnalazioni effettuate all’amministrazione pubblica
che non sempre hanno avuto un riscontro concreto.
Penso per esempio al degrado del Canal Grande, che dopo una mia
denuncia in rete,il Sindaco della Città di Trieste, Roberto Cosolini,
così commentava verso fine febbraio del 2012,sulla sua pagina facebook,«Assieme
all’assessore all’ambiente Laureni, stiamo programmando una serie di
iniziative per pulire il Canal Grande, non appena le condizioni
climatiche saranno più clementi».
E’ estate, il tempo è clemente da almeno due mesi, ma il Canale è
sempre sporco, per non dire di più. Oppure penso al molo quel molo che
soffre ancora, nella sua parte finale, quell’angolo che dovrebbe
congiungere lo sguardo dell’uomo sognante con l’Ursus, il gigante di
ferro, è interrotto da un cedimento strutturale di quel molo che è per
vari versi, non sempre poetici, il simbolo della Città. Un simbolo che
perde pezzi, un simbolo che dovrebbe vivere in armonia con il mare, ma
che ora soffre l’agonia di quel degrado che soffoca ogni senso di
bellezza. Mesi e mesi di incuria, ed il molo cade letteralmente a pezzi.
Se è questo che deve accadere ad uno dei simboli della città, non
oso pensare cosa accade al resto di quella città invisibile ai
turisti, come la periferia, ove ruota la vita ordinaria di migliaia e di
migliaia di persone.
Marco Barone
http://baronemarco.blogspot.it/
Nessun commento:
Posta un commento