martedì 19 giugno 2012

L’involuzione tragica di Roger Garaudy


Roger Garaudy
Roger Garaudy

La scomparsa del filosofo prima marxista poi attrato dalle religioni e infinte nagazionista

Luca Rolandi ROma

E' morto all'età di 98 anni il filosofo francese Roger Garaudy, controversa figura di intellettuale ex leader dei comunisti parigini, poi cristiano e infine musulmano e negli ultimi vent’anni anima oscura delle correnti negazioniste d'oltralpe.

All’epoca del  Concilio il suo nome è molto ascoltato anche nel mondo cattolico progressista. Quando pubblica nel 1980 il saggio “Appel aux vivants” la sua visione di dialogo tra le religioni suscita molto interesse perché prefigura il contesto odierno di una società in rapida trasformazione, multiculturale e interreligiosa. Poi la conversione all’islam e la progressiva deriva verso posizioni negazoniste.
  
Nato a Marsiglia il 17 luglio 1913, Garaudy, il ''polemista eretico'', entra nel 1933 nel Partito Comunista Francese e tre anni dopo ottiene la laurea in filosofia. Tra le due grandi guerre fa parte di quella nutrita schiera di intellettuali (tra gli altri Anatole France, Louis Aragon, Georges Politzer e Paul Nizan) che aderiscono al marxismo perché le loro esigenze ideali non soddisfatte dalla cultura borghese astrattamente spiritualista ed esistenzialista.
  
Sostenitore di Leon Blum e della politica del Fronte Popolare, nel 1939 si arruola nell'esercito transalpino nel tentativo di fermare l'invasione nazista ma viene catturato dalla polizia del governo di Vichy e rinchiuso fino al 1942 in un campo di concentramento situato a Djelfa, in Algeria.
  
A conflitto ultimato diventa membro del comitato centrale del PCF (1945) e fu eletto deputato in rappresentanza dapprima del dipartimento di Tarn (1945-1951) e poi della Senna (1956-1958), per poi essere eletto anche senatore a Parigi dal 1959 al 1962.
  
Marxista ortodosso, Garaudy è autore di alcune ricerche come Dieu est mort: etude sur Hegel (Dio è morto: studio su Hegel, 1962), Karl Marx (1965) e Lenine (Lenin, 1968). Nell'opera De l'anatheme au dialogue (Dall'anatema al dialogo, 1965) descrive i cambiamenti dei rapporti tra comunisti e cattolici attraverso l'analisi del Concilio Vaticano II.  Critico verso l'URSS viene  espulso dal PCF e nel 1970 per deviazionismo di destra.

Dopo aver abbracciato la fede cattolica, nel 1982 si converte all'islamismo e adotta il nome di Ragaa. Da qual momento le sue opere divennero una ''sponsorizzazione'' e una riflessione sulla religione maomettana: Promesses de l'islam (Promesse dell'Islam, 1981) a Pour un islam du XX siècle (Per un'Islam del XX secolo, 1985), Palestine, terre des messages divins (Palestina, terra dei messaggi divini, 1986) e Où allons-nous? (Dove stiamo andando?, 1990) ne sono emblematici esempi.

Nel 1995 scrive un saggio negazionista Les Mythes fondateurs de la politique israelienne (I miti fondanti del moderno Stato di Israele) ed è accusato di aver dato luogo a una campagna di diffamazione e di incitamento all'odio razziale. Nel testo Garaudy sostiene l'esistenza di un complotto sionista che avrebbe inventato l'Olocausto per giustificare l'espansionismo israeliano: il filosofo nega  il genocidio commesso dai nazisti contro gli ebrei e respinge gli argomenti che gli storici hanno riconosciuto per decenni. A causa di queste tesi subisce cinque procedimenti penali che si conclusero il 16 dicembre del 1998 con una condanna a 6 mesi di carcere e a numerose ammende.

http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/documenti/dettaglio-articolo/articolo/garaudy-ilsm-negazionismo-16038/ 

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