L'uomo è decollato da Vigevano ed è atterrato a Noli "parcheggiando" in mare a 200 metri dalla costa
L'idrovolante (foto del Secolo XIX)
C'è coda verso il mare? Gustavo Saurin ha risolto il problema.
«Volevo andare in spiaggia, in autostrada c’era traffico, e allora ho
preso l’aereo e sono atterrato in mare. Perché guidare se si può
volare?». L'uomo, 64 anni, pilota argentino, proprietario di un'azienda
che produce idrovolanti, racconta la sua impresa dopo essere atterrato
alle 20.15 di domenica a casa sua a Vigevano. A riportarne le gesta è
il Secolo XIX.
IL PARCHEGGIO - Dopo essere stato
un’intera giornata a mollo, a fare il bagno, a Noli, Saurin è ripartito
alle 19.25 a bordo del suo idrovolante. Per il pilota-imprenditore il
suo ultraleggero anfibio Sea -Max è come una barca volante. «Non ci vedo
niente di strano, si tratta di un modello ultraleggero che non consuma
molto di più di un'auto», spiega a Corriere.it. E non solo. «Con questo
sistema mi diverto e mi faccio anche un po' di pubblicità». L'uomo è
decollato da Vigevano ed è planato a 200 metri da riva in mezzo a barche
e bagnanti attoniti a capo Noli. Alcuni di loro domenica sorpresi
dall’ammaraggio hanno chiamato la Capitaneria segnalando un aereo in
difficoltà, precipitato in mare, per un atterraggio di emergenza. Ma le
apparenze ingannano. L'atterraggio era voluto. Il pilota è sceso ed è
andato a farsi il bagno, dicendo ai militari della motovedetta che
sarebbe andato a riprendersi il velivolo prima di sera. Per tutta la
giornata di domenica la capitaneria ha monitorato a scopo precauzionale
l’idrovolante parcheggiato nello specchio d'acqua.I DUBBI DELLA CAPITANERIA - Gustavo Saurin, 64 anni, imprenditore della provincia di Pavia, di origini argentine, come verificato dagli uomini della Capitaneria aveva toccato il mare a 200 metri da riva, rispettando la fascia di rispetto dei bagnanti. E non è la prima volta che Saurin si dedica a imprese simili. Formentera, la Croazia, Cala Volpe. Poi Noli, dove era già atterrato l'anno scorso. «Nessun incidente, atterraggio regolare. Sono in regola, la legge numero 133 del novembre 2010 istituisce la nuova figura dell’ultraleggero anfibio, che deve essere considerato come un natante quando tocca il mare» ha sciorinato il pilota argentino davanti ai militari attoniti della motovedetta della Guardia Costiera. D'accordo anche le autorità. Ma dalla sede di Savona è arrivato l’ordine di sorvegliare lo stesso l’idrovolante nell’attesa di accertamenti. Il comandante Giulio Giraud, caposervizi operazioni della Capitaneria, e l’ufficiale di turno, il maresciallo Roberto Lufrano, sono andati a fondo alla questione: «Se tutti cominciassero a fare così però sarebbe il caos quest’estate». La replica del pilota? «A Mentone, in Francia, esiste una boa apposita per l'attracco degli idrovolanti. Mentre in Italia non siamo ancora organizzati».
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