Commozione nazionale, ricorda la vicenda di Alfredo Rampi
di Maurizio Salvi
Mahi, una minuta bambina indiana di cinque, sta tenendo con il fiato sospeso l'intera India per un imprevedibile e sfortunato incidente di cui è stata protagonista mercoledì sera quando, mentre giocava con amichetti nel giorno del suo quinto compleanno, è caduta in un pozzo profondo 25 metri in un villaggio vicino a Manesar, a 40 chilometri a sud di New Delhi. La vicenda di questa bimbetta vispa, dagli occhi scuri ed i capelli tagliati alla maschietta, ha riportato subito alla mente la tragedia italiana di Alfredino Rampi, il bambino di sei anni morto nel giugno 1981 a Vermicino, vicino a Frascati, in un pozzo di 60 metri, nonostante lo sforzo prodotto per salvarlo. Il grosso dei soccorritori è arrivato sul posto giovedì mattina, in un quadro di confusione agitata tipico delle emergenze indiane, con un via vai di soldati, vigili del fuoco, medici, ingegneri, esperti di escavazioni ed automezzi, ma anche di curiosi, passanti, fotografi, giornalisti e cameramen. Le tv "all news" hanno seguito non stop praticamente quasi da subito le operazioni di salvataggio. Mostrando di volta in volta le lacrime disperate di Sonia, mamma della piccola ("La sorte di mia figlia non interessa a nessuno!"); la fredda rassegnazione del papà, Neeray, secondo cui "le autorità stanno facendo il possibile", e segnando le lunghe ore di trepidante attesa con interviste ad esperti, responsabili locali e semplici cittadini. Dopo varie ore di esitazione sulla strategia da adottare per raggiungere la piccola sul fondo del pozzo, un fatto denunciato dai media, si è deciso di scavare un pozzo verticale parallelo a quello esistente, ma di due metri più profondo, e poi uno orizzontale per poter poi realizzare il salvataggio da sotto. La situazione a fine giornata oggi era che la trivellazione del tratto orizzontale era arrivata, secondo le fonti "a pochi metri", o addirittura a "decine di centimetri" dalla meta, ma che ora "dei blocchi di pietra su tre lati" stavano rendendo complicata la fase finale del salvataggio. "Dobbiamo scavare ancora per raggiungerla - ha detto il commissario aggiunto di polizia Anil Rao - perché abbiamo trovato rocce durissime e dobbiamo portare anche via una grande quantità di detriti". Nessuno quindi parla di tempi per questa operazione, ma quello che davvero preoccupa è che nulla si sa di certo sulle condizioni di Mahi che non risponde più alle sollecitazioni, mentre ossigeno viene pompato continuamente nel pozzo per assicurarne l'aerazione. Una microcamera, calata all'interno del canale non è riuscita a fornire indicazioni significative sullo stato di salute della bambina. Sconsolato papà Neeray ha detto che sua figlia ha pianto e chiesto aiuto all'inizio del dramma ma che poi "non ha più reagito a sollecitazioni e richiami dall'esterno" (ANSA)
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