giovedì 10 maggio 2012

Lavoro ecco cosa cambia



Arriva una sorta di "salario base" per i co.co.pro. E' quanto prevede un emendamento dei relatori al ddl lavoro, presentato in commissione al Senato. Il parametro economico per stabilire il salariobase viene individuato, spiegano i relatori, sulla base della media delle tariffe minime dei lavoratori autonomi e della media delle retribuzioni stabilite dai contratti collettivi.

Il compenso dei collaboratori. «Il compenso corrisposto ai collaboratori a progetto deve essere adeguato - si legge nel testo dell'emendamento - alla quantità e qualità del lavoro eseguito e non può comunque essere inferiore, in proporzione alla durata del contratto, all'importo annuale determinato periodicamente con decreto del ministro del lavoro». Per raggiungere questo obiettivo, i criteri scelti sono «da un lato gli emolumenti previsti per analoghe prestazioni svolte nella forma del contratto d'opera» così come previsto dal codice civile e «dall'altro la media delle retribuzioni previste dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, in riferimento a prestazioni comparabili e omogenee rese in forma di lavoro subordinato. Il decreto ministeriale è emanato sentite le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro».

Un tantum al co.co.pro. che perde il lavoro. Un emendamento prevede che si rafforzi l'attuale una tantum per i parasubordinati. Si puntava ad una mini-Aspi ma al momento non è stato possibile. Si parte con una fase sperimentale di 3 anni: ad esempio, se si lavora 6 mesi come cocopro si prenderanno circa 6.000 euro. Poi ci sarà una verifica e la mini-Aspi.

Contratto a termine senza causale sale a un anno. La durata del primo contratto a termine, che può essere stipulato senza che siano specificati i requisiti per i quali viene richiesto (la causale), sale da sei mesi a un anno. L'emendamento dei relatori stabilisce inoltre che i contratti collettivi potranno prevedere che al posto del requisito dei 12 mesi, per le assunzioni a tempo determinato valga una «franchigia oggettiva» che sia inferiore «al 6% del totale dei lavoratori occupati nell'ambito dell'unità produttiva». Tale franchigia è consentita nell'ambito di determinati processi organizzativi (es. start up, lancio di un nuovo prodotto, cambiamento tecnologico, progetto di ricerca e sviluppo, proroga di una commessa consistente).

Si accorciano di un terzo le pause tra contratti a termine. Si accorciano le pause fra un contratto a tempo e l'altro. La legge prevede che «qualora il lavoratore venga riassunto a termine entro un periodo di 10 giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata fino a 6 mesi, ovvero 20 giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata superiore, il secondo contratto si considera a tempo indeterminato». La riforma innalza i paletti a 60 e 90 giorni, ma con l'emendamento la pausa si accorcia di nuovo a 20 e 30 giorni.

Si allenta la stretta sull'apprendistato. Sarà sempre possibile assumere un nuovo apprendista. L'assunzione di «ulteriori apprendisti» rimane vincolata ai paletti previsti dalla riforma. Secondo il ddl «l'assunzione di nuovi apprendisti è subordinata all'assunzione di almeno il 50% degli apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro.

Per attivare job on call basta un sms. Per attivare il lavoro a chiamata basterà inviare un sms alla direzione provinciale del lavoro invece che ricorrere alla "vecchia" raccomandata. C'è una ulteriore semplificazione: in caso di 'ciclì di lavoro basterà un solo messaggio, fino a un massimo di 30 giorni. I relatori oltre a sottolineare la semplificazione hanno spiegato che si tratta di una regola che eviterà abusi perchè ogni chiamatà sarà collegata a una segnalazione.

Chi non invia l'sms rischia multe fino a 2.400 euro.
I datori devono stare attenti: in caso l'sms per il job on call (ma anche fax o posta elettronica certificata) non sia inviato rischiano una multa da 400 a 2.400 euro «in relazione a ciascun lavoratore per la quale è stata omessa la comunicazione». L'sms dovrà arrivare «prima dell'inizio della prestazione lavorativa o di un ciclo integrato di prestazioni di durata non superiore a 30 giorni».

Job on call sempre possibile per under 25 e over 35. Niente restrizioni sul front del job on call per gli under 25 e gli over 55.

Articolo 18, ritocchi sui licenziamenti disciplinari. Ritocco alla norma sui licenziamenti disciplinari: un emendamento dei relatori cancella dal ddl lavoro il riferimento al pubblico impiego ma non interviene in sulle cosiddette «tipizzazioni» in modo da evitare di toccare in modo esplicito i poteri dei giudici. Il governo avrebbe invece presentato un emendamento che fa sì che i giudici possano stabilire il reintegro del lavoratore licenziato per motivi disciplinari illegittimi sono nelle tipizzazioni previste dai contratti.

Articolo 18 e conciliazione, norme antifrode. Arrivano misure «antifrode» per garantire l'efficacia delle norme sulla conciliazione, prevista nei casi di licenziamento. Un emendamento del relatori prevede il licenziamento intimato all'esito del procedimento disciplinare produca effetto dal giorno della comunicazione con l'eccezione della maternità e degli infortuni sul lavoro.

Partite Iva "vere" se il reddito è di almeno 18mila euro. Le partite Iva che hanno un reddito annuo lordo di almeno 18mila euro sono considerate vere. Sopra questo reddito non saranno valide presunzioni per far scattare l'assunzione. L'emendamento dei relatori modifica anche i tre parametri che il ddl indica come criteri per individuare le vere partite Iva da quelle falsa: la durata complessiva della collaborazione; il livello della retribuzione rispetto ai co.co.co; le modalità di lavoro. Quindi vengono considerate false partita Iva quando si realizzano due delle tre condizioni: la durata di collaborazione è superiore a otto mesi (sei nel ddl); il corrispettivo pagato è superiore all'80% di quello di dipendenti e co.co.co (75% nel ddl); il lavoratore abbia una postazione «fissa» in azienda (nel ddl si parlava di "postazione").

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