Istanbul, 25 maggio 2005:
Il Liverpool e il Milan stanno per giocarsi la finale di Champions League ai rigori, dopo l’incredibile rimonta in sei minuti di follia dallo 0-3 al 3-3.
Dudek sta ascoltando Ochotorena, il preparatore dei portieri dei Reds, quando gli si avvicina Jamie Carragher che gli dà un suggerimento "curioso":
-“Fai come Grobbelaar, te lo ricordi Grobbelaar, no?”.
-“Jamie, per favore, ho solo due minuti. Fammi ascoltare”
-“Li devi mettere sotto pressione. Fai qualcosa sulla linea, cerca di deconcentrarli”.
Il resto è storia: Jerzy Dudek diventa il "portiere ballerino" o "l'asino ballerino" come lo ha definito Andrea Pirlo nel suo libro.
Inizia una strana danza sulla linea di porta (anche un po' più avanti) che ipnotizza prima Serginho, poi Pirlo e infine Shevchenko.
La Coppa è del Liverpool e negli occhi di tutti resteranno i buffi movimenti di quel portiere polacco, nato il 23 marzo 1973, "normale mestierante" per una vita ma baciato dalla sorte in una sera di Maggio, in cui riuscì anche a fare una doppia parata su Sheva quasi senza rendersene conto.
"Vedere la sua doppia parata su Shevchenko al 119esimo quando chiude gli occhi e fa quel miracolo è stato un incubo per tanti anni.
Qualche volta quell’incubo appare ancora”
(R. Gattuso)
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