RATLINE, LA VIA DI FUGA DEI CRIMINALI DI GUERRA IDEATA E GESTITA DA VESCOVI E PRETI
La Ratline o via del ratto, in gergo marinaresco “linea del ratto”, deve il suo nome al fatto che sulle navi l’ultimo piolo di corda che porta alla cima degli alberi dei velieri, costituisce un rifugio sicuro per i topi durante un naufragio, prima di morire risucchiati dalle acque.
Fu creata dopo la fine del secondo conflitto mondiale per consentire l’evacuazione di agenti dei servizi nazisti, di molti gerarchi ed illustri personaggi del regime, tra cui, ad esempio Eichmamm e Mengele.
Due erano le più importanti vie di fuga: una organizzata del vescovo Alois Hudal, specializzata nella fuga dei criminali di guerra tedeschi, un’altra per gli ustascia croati, diretta e coordinata da Padre Krunoslav Draganović, segretario dell’Istituto Croato di San Girolamo, uno dei principali organizzatori delle Ratline.
L’intento di queste organizzazioni era quello di nascondere i nazisti ricercati nonostante i crimini di cui si erano resi responsabili.
In sostanza, chi partecipò attivamente alla Ratline, decise di regalare la libertà ad assassini sadici e sanguinari, che si erano macchiati delle peggiori azioni in nome dell’affermazione della superiorità di una razza sulle altre.
Nel 1947 i nazisti che erano riusciti a nascondersi fra la gente comune e quindi a sfuggire al processo di Norimberga, diedero vita ad un’organizzazione dal nome O.D.E.SS.A, Organisation der ehemaligen SS-Angehörigen, cioè a dire Organizzazione degli ex-membri delle SS.
Tale organizzazione si prefiggeva di spostare i capitali accumulati, per lo più sottratti alle vittime dell’Olocausto, all’estero e di produrre documenti per facilitare la fuga di altri membri del partito rimasti in Europa.
Le mete preferite furono Argentina, Paraguay, Brasile, Uruguay, Cile e Bolivia. In altri casi furono scelti Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Medio Oriente.
Il percorso seguito prevedeva la partenza dalla Germania, verso la Spagna e poi verso l’Argentina, oppure, in alternativa, partenza dalla Germania verso Roma, poi Genova ed infine Sudamerica.
La connivenza fra il Vaticano e questi fatti è stata dimostrata in molti modi.
I testi sull’argomento che si possono consultare sono parecchi, ad appannaggio di tutti, ma soprattutto dei più scettici che vogliono la chiesa estranea a questo vile traffico di assassini.
Come si è soliti dire, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.
Articolo di Rosella Reali
I viaggiatori ignoranti
La ''Ratline'' o ''via dei Monasteri'', come la Chiesa ha aiutato i criminali nazisti a mettersi in salvo.
Principale organizzatore di questa infame via di fuga, fu il potente Vescovo cattolico austriaco Alois Hudal (Graz 1885 – Roma,1963), che in quegli anni risedeva a Roma, con l’incarico di Rettore del Pontificio Collegio di Santa Maria dell'Anima. Hudal nel 1937, nel suo libro “I Fondamenti del nazionalsocialismo”, aveva elogiato Adolf Hitler e le sue politiche anticomuniste e nel 1948 scrisse che i rifugiati nazisti, non erano criminali bensì combattenti anticomunisti ''il cui sacrificio in tempo di guerra aveva salvato l'Europa dal dominio sovietico”.
La classe operaia va in paradiso
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