Piccoli motori e poco peso, la 'rivoluzione' nascosta
Molte delle novità di Francoforte influenzate da riduzione CO2
Piccoli motori e piccoli pesi, la 'rivoluzione' nascosta
FRANCOFORTE - Piccoli motori e piccoli pesi per raggiungere obiettivi che, se non interverranno cambiamenti sul fronte delle politiche comunitarie nella lotta alla CO2, sembrano essere davvero impegnativi per l'industria dell'auto da qui al 2020, visto il target di soli 95 g/km. Le novità più significative, tra quelle presentate alla 65ma edizione della IAA - l'evento meglio conosciuto come Salone dell'Auto di Francoforte - possono essere infatti catalogate in questi due 'macro-categorie' tecnologiche, quelle su cui i costruttori hanno varato (o lo stanno facendo) colossali investimenti. A differenza delle innovazioni elettroniche, come i sistemi di ausilio alla dinamica di marcia o quelli per la guida semi-autonoma o completamente autonoma (altro argomento di spicco a Francoforte) che sono, nella maggior parte dei casi, progettati e sviluppati dai fornitori e dagli grandi specialisti, motori e piattaforme sono quasi sempre un prodotto - e un problema - diretto della Casa automobilistica.
Ecco perché uno dei temi che più hanno animato le conferenze stampa, le tavole rotonde e gli incontri 'riservati' nelle lussuose lounge dei vari stand sono stati proprio gli accordi di condivisione degli investimenti e le JV che possono permetterne la realizzazione. Nei giorni che avevano preceduto l'apertura del Salone si erano diffuse, tra l'altro, notizie su eventuali modifiche delle cooperazioni già esistenti nei motori tra PSA e Ford e tra Bmw e la stessa PSA. Nulla è stato però comunicato ufficialmente, anche perché - come accade nel Calciomercato - prima di staccarsi da un socio che ha fatto risparmiare centinaia di milioni di euro, occorre sempre trovarne un altro che abbia almeno lo stesso 'peso' nelle sinergie.
Due Case sono però venute allo scoperto su questo tema: proprio oggi Nissan e Daimler hanno annunciato ufficialmente l'estensione dei lori programmi di cooperazione, aggiungendo un importante programma per la progettazione, lo sviluppo e la costruzione in comune di nuove unità benzina iniezione diretta a 3 e 4 cilindri.
Il downsizing resta una delle strade inevitabili guardando ai 'tagli' richiesti nelle emissioni e nei consumi: motori 4 cilindri laddove c'erano i 6 e addirittura gli 8 (si vedano i casi di Bmw e Mercedes), motori a 3 cilindri sempre più popolari anche nei modelli medi e perfino piccole unità monocilindriche sotto al cofano - del bagagliaio, nel caso della Bmw i3 - per risolvere il problema dell'autonomia delle auto elettriche. In queste nuove generazioni di motori, più compatti e più leggeri, i tecnici sono riusciti ad ottenere potenze specifiche da record, anche all'impiego di sofisticati sistemi di gestione del motor management e all'uso di turbine di nuova generazione. Ma lo sforzo sui propulsori - ormai a livelli di eccellenza, come dimostrano le gamme dei TwinAir di Fiat, i nuovi 3 cilindri PSA e gli EcoBoost di Ford - deve essere accompagnato da altrettanta innovazione nelle piattaforme, nelle carrozzerie e negli elementi che costituiscono l'abitacolo. Una riduzione della massa della vettura compresa fra 10 e 12 kg - affermano i tecnici - permette di tagliare un grammo per km di CO2, davvero molto se si punta a valori dell'ordine dei 95 g/km partendo da medie attuali attorno ai 115. Tutti i costruttori stanno dunque per introdurre, o l'hanno già fatto, piattaforme modulari costruite anche in funzione della riduzione dei pesi, con ampio ricorso poi - se il modello è di fascia più elevata - ai materiali leggeri come l'alluminio o il magnesio.
(ANSA)
FRANCOFORTE - Piccoli motori e piccoli pesi per raggiungere obiettivi che, se non interverranno cambiamenti sul fronte delle politiche comunitarie nella lotta alla CO2, sembrano essere davvero impegnativi per l'industria dell'auto da qui al 2020, visto il target di soli 95 g/km. Le novità più significative, tra quelle presentate alla 65ma edizione della IAA - l'evento meglio conosciuto come Salone dell'Auto di Francoforte - possono essere infatti catalogate in questi due 'macro-categorie' tecnologiche, quelle su cui i costruttori hanno varato (o lo stanno facendo) colossali investimenti. A differenza delle innovazioni elettroniche, come i sistemi di ausilio alla dinamica di marcia o quelli per la guida semi-autonoma o completamente autonoma (altro argomento di spicco a Francoforte) che sono, nella maggior parte dei casi, progettati e sviluppati dai fornitori e dagli grandi specialisti, motori e piattaforme sono quasi sempre un prodotto - e un problema - diretto della Casa automobilistica.
Ecco perché uno dei temi che più hanno animato le conferenze stampa, le tavole rotonde e gli incontri 'riservati' nelle lussuose lounge dei vari stand sono stati proprio gli accordi di condivisione degli investimenti e le JV che possono permetterne la realizzazione. Nei giorni che avevano preceduto l'apertura del Salone si erano diffuse, tra l'altro, notizie su eventuali modifiche delle cooperazioni già esistenti nei motori tra PSA e Ford e tra Bmw e la stessa PSA. Nulla è stato però comunicato ufficialmente, anche perché - come accade nel Calciomercato - prima di staccarsi da un socio che ha fatto risparmiare centinaia di milioni di euro, occorre sempre trovarne un altro che abbia almeno lo stesso 'peso' nelle sinergie.
Due Case sono però venute allo scoperto su questo tema: proprio oggi Nissan e Daimler hanno annunciato ufficialmente l'estensione dei lori programmi di cooperazione, aggiungendo un importante programma per la progettazione, lo sviluppo e la costruzione in comune di nuove unità benzina iniezione diretta a 3 e 4 cilindri.
Il downsizing resta una delle strade inevitabili guardando ai 'tagli' richiesti nelle emissioni e nei consumi: motori 4 cilindri laddove c'erano i 6 e addirittura gli 8 (si vedano i casi di Bmw e Mercedes), motori a 3 cilindri sempre più popolari anche nei modelli medi e perfino piccole unità monocilindriche sotto al cofano - del bagagliaio, nel caso della Bmw i3 - per risolvere il problema dell'autonomia delle auto elettriche. In queste nuove generazioni di motori, più compatti e più leggeri, i tecnici sono riusciti ad ottenere potenze specifiche da record, anche all'impiego di sofisticati sistemi di gestione del motor management e all'uso di turbine di nuova generazione. Ma lo sforzo sui propulsori - ormai a livelli di eccellenza, come dimostrano le gamme dei TwinAir di Fiat, i nuovi 3 cilindri PSA e gli EcoBoost di Ford - deve essere accompagnato da altrettanta innovazione nelle piattaforme, nelle carrozzerie e negli elementi che costituiscono l'abitacolo. Una riduzione della massa della vettura compresa fra 10 e 12 kg - affermano i tecnici - permette di tagliare un grammo per km di CO2, davvero molto se si punta a valori dell'ordine dei 95 g/km partendo da medie attuali attorno ai 115. Tutti i costruttori stanno dunque per introdurre, o l'hanno già fatto, piattaforme modulari costruite anche in funzione della riduzione dei pesi, con ampio ricorso poi - se il modello è di fascia più elevata - ai materiali leggeri come l'alluminio o il magnesio.
(ANSA)
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