Di Redazione IBTimes Italia
Oltre un milione di persone nel settore privato greco lavora senza stipendio da mesi: è quanto afferma il portale Greek Report, citando un'indagine mirata effettuata dal maggiore istituto di previdenza sociale del Paese, l'IKA.
(Foto: Flickr - Stefan Kraft / )
Secondo gli ispettori del citato istituto soltanto 700.000 degli 1,8 milioni di lavoratori del settore riceve regolarmente uno stipendio, sebbene ridotto, mentre i rimanenti presterebbero la propria opera a titolo praticamente gratuito in violazione delle leggi sul lavoro locali.
I ritardi nei pagamenti vanno da tre a dodici mesi, ma molti lavoratori sospettano che questi arretrati non verranno mai corrisposti, come pure le vacanze pagate maturate ma non godute. Le denunce sono tuttavia rare, poiché i lavoratori temono di perdere il proprio posto in un momento in cui la crisi continua a far esplodere il tasso di disoccupazione, attualmente al record del 27,6 per cento. Per questo motivo i lavoratori preferiscono continuare a lavorare per mantenere la propria posizione in attesa che la situazione migliori e l'azienda ricominci a corrispondere il salario.
Anche nei casi in cui vi sono delle denunce, tuttavia, attualmente alle aziende conviene pagare le multe che vengono comminate dagli ispettori del lavoro piuttosto che pagare gli stipendi.
La speranza è l'ultima a morire: il PMI greco rilasciato lunedì dimostra che il deterioramento delle condizioni del business greco continua a rallentare. Secondo Markit l'indice che misura l'attività dei direttori degli acquisti del manifatturiero greco è salito al massimo da 44 mesi a questa parte, pur rimanendo al di sotto della soglia dei 50 punti che separa la contrazione dall'espansione (per la precisione 48,7). I nuovi ordini, in particolare, risultano essersi stabilizzati, mentre gli ordini destinati all'esportazione risultano essere in crescita per la prima volta ad agosto 2011. Anche in Grecia, dunque, come altri Paesi colpiti dalla austerity tedesca, la ripresa economica sembra essere guidata principalmente dalla crescita altrui, mentre la domanda domestica sembra comunque destinata a rimanere depressa a lungo per colpa di un mercato del lavoro ormai ridotto a polvere.
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