martedì 16 luglio 2013

Cinema: Usa, storia come caso Travyon verso Oscar

Fruitvale Station per Spike Lee, potente e straziante


di Francesca Pierleoni
ROMA - Mentre negli Stati Uniti montano le proteste per l'assoluzione di George Zimmerman, il vigilante che nel 2012 ha ucciso in Florida Trayvon Martin, 17enne nero disarmato, è arrivato nei cinema Usa proprio lo scorso weekend un film di straordinaria attualità, che secondo molti critici potrebbe essere una sorpresa nella corsa agli Oscar. E' Fruitvale Station, l'opera prima di Ryan Coogler, sulla vera storia di Oscar Grant (interpretato da Michael B. Jordan), il 22enne afroamericano disarmato, ucciso il 1 gennaio 2009 ad Oakland (California) da un agente della Bart Police, la polizia interna del trasporto rapido su rotaia della Baia di San Francisco.
Un delitto filmato da vari testimoni con i cellulari che ha scatenato proteste diventate anche violente, subito dopo i fatti e dopo la condanna, a soli due anni, dell'agente responsabile, Johannes Mehserle. Il film, pur essendo in distribuzione limitata (sarà in tutti gli Usa dal 26 luglio), ha registrato un ottimo debutto, con 377mila dollari incassati in soli 7 cinema e un'altissima media per sala (circa 54mila dollari). Un successo che per i media è dovuto in parte proprio al clamore per l'assoluzione di Zimmerman. Tra i fans del dramma indie c'è anche Spike Lee che l'ha definito su twitter "potente, commovente e straziante", consigliando a tutti di andarlo a vedere.
Il percorso di Fruitvale Station è cominciato a gennaio con la doppia vittoria al Sundance Film Festival del Gran Premio della Giuria e il Premio del pubblico. La battaglia tra varie società per accaparrarsi la distribuzione l'ha vinta per due milioni di dollari la Weinstein Co. che ha portato il film a Cannes nella sezione Un Certain Regard, dove ha ricevuto l'Avenir Prize. A coprodurre la pellicola ci sono due attori simbolo della comunità afroamericana, come Forest Whitaker e Octavia Spencer (che interpreta anche la madre di Grant), vincitrice l'anno scorso dell'Academy Award come attrice non protagonista per The Help. "Tutta la storia di Oscar Grant mi ha toccato ma quello che ho amato di più è stato il modo in cui Ryan Coogler l'ha raccontata. Volevo essere parte di qualcosa che potesse avere un impatto sociale " ha spiegato la Spencer nelle interviste. Coogler, classe 1986 come Grant, già pluripremiato autore di corti, ha ricostruito le ultime 24 ore di Oscar attingendo a documenti e testimonianze dirette. Si vede così il ragazzo, padre di una bambina di quattro anni, rilasciato poco tempo prima dal carcere, dove era finito per due condanne di pochi mesi, mentre prova a rifarsi una vita nella sua città, Oakland, cercando di riavere il suo lavoro al supermercato e di ricostruire il rapporto con la compagna. Uscito la sera del 31 dicembre per festeggiare il Capodanno con amici, durante il ritorno a casa in metro, Oscar finisce coinvolto in una rissa sul suo vagone. Due agenti della Bart (Bay Area Rapid Transit) Police fanno scendere lui e altri ragazzi alla fermata Fruitvale Station e poco dopo Grant viene inspiegabilmente ucciso da Mehserle, che si giustifica in seguito dichiarando di aver sbagliato arma e spiegando che la sua intenzione, visto che Grant stava resistendo all'arresto (circostanza smentita da vari testimoni) era solo di stordirlo con il taser. "Volevo restituire a Oscar la sua umanità - ha spiegato Coogler -. Ogni volta che la vita di qualcuno finisce così e ci sono connotazioni politiche, la personalità della vittima, che non può più difendersi, viene stravolta dalle varie fazioni ". Michael B. Jordan, la cui performance è fra i punti forti del film, ha tracciato un parallelo con la vicenda di Trayvon Martin: "Il fatto che Zimmerman sia stato assolto mi spezza il cuore - ha detto -. Per questo penso che film come questo significhino così tanto, perché sono cose che continuano a succedere. Dobbiamo imparare a trattarci meglio e smettere di giudicarci l'un l'altro solo perché siamo diversi. Non è una cosa che riguarda solo bianchi e neri, ma tutti".
(ANSA)

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