Usa, spiati al telefono milioni di utenti
Casa Bianca difende controlli su utenti della compagnia Verizon: 'proteggiamo nazione'
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ROMA, 6 GIU - La National Security Agency sta spiando le registrazioni telefoniche di milioni di utenti americani di Verizon, una delle maggiori compagnie di telefonia degli Usa, sulla base di un ordine segreto di un tribunale emesso in aprile. Lo denuncia il Guardian online.
L'ordine della Foreign Intelligence Surveillance Court (Fisa), emesso il 25 aprile, chiede a Verizon di dare informazioni alla Sicurezza Usa su tutte le chiamate telefoniche fornite dai suoi sistemi giorno per giorno, sia all'interno del Paese che tra gli Stati Uniti e altri Paesi, scrive ancora il Guardian che ha ottenuto una copia del documento. Il documento, sottolinea il giornale britannico, mostra per la prima volta che sotto l'amministrazione Obama le registrazioni delle comunicazioni di milioni di cittadini americani vengono raccolte indiscriminatamente e in massa, a prescindere dal fatto che gli utenti siano sospettati o meno di un illecito. Il Fisa ha concesso il via libera all'Fbi il 25 aprile dando al governo la possibilità di ottenere i dati per tre mesi, fino al 19 luglio. In base alla decisione della Corte, vengono raccolti i numeri di entrata e uscita delle chiamate, i dati sulla localizzazione, gli orari e la durata, ma non i contenuti.
STAFF OBAMA DIFENDE CONTROLLI,PER LOTTA TERRORISMO L'amministrazione Obama difende la pratica dei controlli sulle telefonate degli utenti di Verizon definendola "uno strumento fondamentale per proteggere la nazione dalle minacce terroristiche', ha detto un alto funzionario della Casa Bianca.
Un alto funzionario dell'amministrazione Obama conferma la raccolta di dati sulle telefonate di milioni di utenti dell'operatore Usa Verizon."Decliniamo ogni commento", ha risposto anche Verizon attraverso il suo portavoce a Washington Ed McFadden.
WP, ORDINE GIA' NEL 2006 - L'ordine per la sorveglianza telefonica emesso da un tribunale Usa e pubblicato dal Guardian, "é autentico" e "sembra un atto di routine di rinnovamento di una direttiva emessa per la prima volta dalla stessa corte nel 2006". Lo scrive il Washington Post, citando funzionari dell'amministrazione Usa e un esperto, tutti coperti dall'anonimato.
(ANSA)
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