Una delle tradizioni della mitteleuropa più affascinanti, è quella che racconta l’antica leggenda del Re nella Montagna o dell’Eroe dormiente.
Tale mito è caratterizzato dalla figura di un grande Re (o Eroe leggendario) del passato che riposa, talvolta accompagnato dai suoi fidati guerrieri, proprio all’interno d’una montagna sita nella nazione cui le sue gesta sono legate. Riferimenti a questa leggenda vi sono nel dramma musicale Peer Gynt, il cui motivo è noto, basato su un poema scritto dal celebre norvegese Henrik Ibsen, ma anche in numerose opere di J. R. R. Tolkien.
Tale mito è caratterizzato dalla figura di un grande Re (o Eroe leggendario) del passato che riposa, talvolta accompagnato dai suoi fidati guerrieri, proprio all’interno d’una montagna sita nella nazione cui le sue gesta sono legate. Riferimenti a questa leggenda vi sono nel dramma musicale Peer Gynt, il cui motivo è noto, basato su un poema scritto dal celebre norvegese Henrik Ibsen, ma anche in numerose opere di J. R. R. Tolkien.
Inoltre, i celebri Fratelli Grimm narrano, in uno dei loro racconti, di Federico Barbarossa e Carlo Magno, ma è la tradizione orale che spesso ha generato il mito. Ciò in quanto la presenza del Re è sempre insospettabile fin quando un uomo, solitamente un pastore magari alla ricerca di capi di bestiame dispersi, entra nella caverna ed incontra l’eroe, la cui figura è sempre fornita di una lunga barba, segno del tempo passato.
Nelle testimonianze raccolte dai Fratelli Grimm, il Re/eroe chiede al pastore se “le aquile (o i corvi) volano ancora in cerchio attorno alla montagna”. Se la risposta è affermativa, il pastore viene allontanato perché non è ancora giunta l’ora di tornare.
Dopo quest’incontro, allo scopritore accadono spesso eventi strani o soprannaturali. Inoltre, chi entra in queste grotte racconta di provare strane sensazioni, quasi come se si trovasse in un tempo diverso da quello terreno, come se fosse prossimo ad un’altra dimensione. In verità, secondo la tradizione, il re/eroe dorme nella montagna, in attesa di presentarsi con i suoi cavalieri e difendere la propria nazione in un momento di grave difficoltà e pericolo. La leggenda dice che il risveglio dell’eroe sarà preannunciato dall’assenza degli uccelli, corvi o aquile, che volavano intorno al suo luogo di riposo. Tale leggende sono per lo più radicate nei territori dell’Europa centrale, nelle zone alpine, prealpine o nel Nord Europa.
Questi miti vedono coinvolti gli eroi dei Nibelunghi, Re Artù, Napoleone Bonaparte, Olaf I di Norvegia, Re Harold II di Inghilterra, Carlo V imperatore del Sacro romano impero, Teodorico de degli ostrogoti, Carlo Magno, Witukind (o Vitikindo) condottiero pagano avversario di Carlo Magno, l’imperatore Federico Barbarossa, il condottiero Alberto da Giussano, l’eroe popolare Guglielmo Tell , il leggendario Ogier di Danimarca: tutti costoro, secondo la leggenda, non sono completamente separati dai viventi ma dormono sotto una montagna in attesa di tornare ad aiutare il proprio popolo.
Le leggende vogliono che Witukind riposi in una caverna presso Siegburg in Westfalia, Guglielmo Tell in una grotta d’un monte vicino ad Altdorf, Carlo Magno nei sotterranei dell’antico castello di Norimberga, Alberto da Giussano sotto la collina brianzola di Montevecchia, Barbarossa al Kiffhauser, sotto il porfido ed il granito dei monti della Turingia, dove c’è un monumento a lui dedicato. Nel merito del Barbarossa, la leggenda narra altresì che, nei pressi del suo monumento, si trovano grotte profondissime e, lì, la terra si apra per magia quando musicisti di Erfurt suonano delle serenate di mezzanotte.
La leggenda dell’Eroe (o Re) dormiente è simbolicamente protettiva: se ne rendano conto i branchi di lupi rabbiosi che intendono saccheggiare le nostre terre.
*In collaborazione con www.insorgente.com
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