lunedì 20 maggio 2013


E’ In Atto Una Strategia Della Tensione Digitale?


le perquisizioni e i conseguenti arresti per quattro hacker che si ritiene afferiscano alla rete internazionale anonymous, suonano come l’inizio di una nuova strategia della tensione, questa volta digitale.
nelle ultime settimane si è assistito a un’escalation di dichiarazioni anti-internet, col risorgere delle ipotesi di bavagli e oscuramenti. in ordine di tempo si ricordino le dichiarazioni di boldrini, la sparatoria davanti a palazzo chigi, le affermazioni di ferrara sulla sponda di centrodestra e poi di violante su quella di centrosinistra (che poi ora sono la stessa cosa alla luce del sole, ma per la cronaca assistita ricadono in due recinti di potere differenti). si pensi poi alle denunce per vilipendio al presidente della repubblica mosse dalla procura di nocera inferiore in seguito ad alcuni commenti sul blog di grillo, infine gli arresti alla presunta cupola di anonymous che però, a quanto pare, non hanno nulla a che fare con la rete internazionale connotata dalla maschera di guy fawkes.

gli arresti di pirati informatici sono descritti, da certa stampa ‘ufficiale’ come un colpo al ‘vertice di anonymous’. invece si scopre che uno degli arrestati, il 34enne pugliese gianluca preite, ha già avuto precedenti in merito al caso calipari, quando rivelò di lavorare per il sismi ed aver intercettato una conversazione nella quale si rivelava l’intenzionalità del fuoco americano (e della complicità di alcuni militari italiani), nell’azione che portò all’uccisione dell’agente segreto italiano, calipari, andato a recuperare la giornalista del manifesto giuliana sgrena.
preite, nel processo seguito a tali gravi rivelazioni, è difeso dall’avvocato taormina, già deputato di forza italia / pdl, il quale ha affermato che il suo assistito non è un hacker ma lavora (o lavorava) per la divisione anticrimine del ministero dell’interno. la polizia postale invece smentisce di averlo mai avuto preite a libro paga.
maggiori dettagli sulla vicenda sono contenuti nel dettagliato articolo di maria luisa mastrogiovanni uscito sul periodico salentino ‘il tacco d’italia’:
non è il caso di gridare al complotto, non esiste “uno stato”, o una mano oscura che vigila su tutto, ma alla luce dei fatti è plausibile che esista qualcuno, all’interno dello stato, che gioca sporco.
sulla stampa nazionale  è passata prevalentemente la notizia che lega gli arrestati al gruppo anonymous – che intanto dal suo blog promette vendetta contro l’infamia subita – con tanto di immagini della maschera di guy fawkes, mitico attivista politico inglese il cui volto è divenuto famoso attraverso il film v per vendetta oltre che per essere il simbolo di anonymous rete mondiale che non lavora al servizio di nessuno, secondo quanto si legge sui suoi blog. la stampa può avere certo infiltrati di una qualsivoglia “rete deviante”, ma da qui a dire che è parte di un sistema totalizzante ce ne vuole. lasciamo le teorie del complotto a chi non riesce a fare a meno e pensiamo piuttosto a come possano essere anche pochi, davvero pochi giornalisti infiltrati nei vertici redazionali di poche influenti testate a deviare sostanzialmente la verità dei fatti (anche perché molti organi di stampa si limitano a ripetere quanto leggono sui principali, non avendo risorse e competenze interne per avviare inchieste separate). il vero giornalismo di inchiesta è merce sempre più rara e in tal senso, su questa vicenda, l’articolo del tacco d’italia, non certo nuovo a inchieste sorprendenti, è una meritevole eccezione alla regola.
è il caso di ricordare che la V è anche uno dei simboli del MoVimento 5 stelle, tant’è che compare in maiuscolo nel nome anche se posta al centro di una parola non composta, inoltre un popolare saluto degli attivisti vede comporre la V con le dita indice e medio e durante le manifestazioni del m5s non di rado si vedono maschere del m5s. è bene anche ricordare che la home page del blog di grillo è stato già una volta hackerato, o meglio ‘defacciato’ per poche ore da un sedicente gruppo di anonymous.
riesumando lo spettro dei pericoli di internet, leggo un subdolo attacco al movimento che su internet è nato e cresciuto…
un tempo c’erano i falsi brigatisti, oggi ci sono i falsi anonymous, ma il mandante mi pare che sia sempre lo stesso ed ha la faccia dell’accusatore, protetta da una maschera chiamata, a torto, democrazia.
manifestazione

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