Mentre in Parlamento condonavano le multe ai no-va*, al Policlinico di Bari, nel silenzio quasi generale, la dottoressa Mimma Rizzo e la sua equipe hanno somministrato per la prima volta al mondo un vaccino anti-tumorale per prevenire le recidive dei tumori alle vie urinarie.
Si tratta di un vaccino personalizzato sul singolo paziente, una donna di 75 anni, sulla base delle specifiche mutazioni nel campione tumorale.
Merito di una donna lucana che dal Nord ha scelto di tornare a lavorare al Sud, in quella Puglia e quel Meridione che qualcuno vorrebbe isolare dal resto d’Italia.
Una notizia del genere dovrebbe aprire i telegiornali. Qui, invece, a malapena se n’è parlato.
La dottoressa Rizzo è una pioniera della medicina del futuro, sempre più personalizzata e specifica.
È una di quelle eccellenze italiane di cui, in un Paese drammaticamente privo di cultura scientifica, non dovremmo mai smettere di parlare.
Lorenzo Tosa
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