sabato 21 dicembre 2024

Moreno Torricelli

 


«Amichevole Caratese-Verona. Io ero nella Caratese.

Lì c’era Landri, d.s. vicino alla Juve che collaborava con Furino al settore giovanile. Si capisce che gli feci una buona impressione perché mi portò alla Juve a fare delle amichevoli di fine stagione con Pro Vercelli, Vicenza e Ancona.

Volevo diventare professionista, qualche squadra di C mi voleva: avevo già centrato l’obiettivo.

Non avrei mai pensato che mi richiamasse la Juve.

Invece all’inizio della nuova stagione Trapattoni disse: “Se non mi prendete Vierchowod provo questo ragazzo”.

Andai in ritiro e poi in tournée in Giappone. Al ritorno firmai il contratto in bianco, sul cofano di un’auto a Villar Perosa. Figuratevi se pensavo ai soldi.

Che ansia quando andai in sede da Boniperti con i miei due procuratori.

Lui uscì dall’ufficio e disse: “Buongiorno Moreno, vieni con me. Voi potete aspettare fuori, grazie”. Non gli piacevano i procuratori.

Dentro, c’erano le sue scarpe, i trofei, i palloni in cuoio: che emozione.

Mi diede uno stipendio di 80 milioni di lire. Per me che come falegname ne guadagnavo un milione e 200 al mese era un’enormità.

Ricordo l'enorme mix di sensazioni: incredulità, euforia, paura.

Passavo da partite dove al massimo c’erano 200 persone a stadi da 60 mila.

Dovevo entrare in questo mondo nuovo e pieno, si diceva, di calciatori viziati e un po’ stronzi.

Invece mi trovai subito bene perché scoprii compagni disponibili, bravi ragazzi.

A Trapattoni devo tutto. Ha avuto il coraggio di lanciare un dilettante.

E all’inizio la sua umanità è stata fondamentale.

Aveva l’età di mio padre, era brianzolo, mi son trovato subito a mio agio.

Mi parlava in dialetto, mi chiamava legnamè, falegname in dialetto.

Quando finiva l’allenamento mi teneva a migliorare il sinistro perché avevo una zappa al posto del piede.

Ma lo faceva anche con altri, con Conte per esempio.

Credo che la mia storia ha aiutato molto i tifosi a vedermi con affetto.

Anche le mie caratteristiche, il fatto di non mollare mai. Anche se non ero eccelso tecnicamente, davo tutto.

E poi credo che di anno in anno io abbia avuto una crescita costante che i tifosi hanno apprezzato.

Infine perché la Juve di Lippi è stata una delle più vincenti della storia».


Partire dal basso fino alla Juventus e al tetto del mondo, Moreno #Torricelli racconta il suo approdo in bianconero

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Alberto Zaccheroni

 


"Ho 71 anni e faccio il pensionato, mi godo la famiglia. Sì, ho fatto molte cose e ho un po’ di dolce nostalgia del passato. Non ho giocato molto, ma ho allenato le squadre più belle e più grandi.

Oliver Bierhoff era il mio pupillo?

No. Io non avevo pupilli. Il rapporto con i giocatori era professionale. Evitavo di frequentarli fuori dal campo. Ho sempre preteso da loro la massima disponibilità, il mio obiettivo era metterli nelle condizioni di rendere al massimo.

Ho avuti grandi campioni: Bierhoff a Udine, Shevchenko al Milan, Mihajlovic alla Lazio, Adriano all’Inter, Del Piero alla Juve.

Se proprio devo dire un nome di un calciatore che mi è rimasto nel cuore lo faccio: Dejan Stankovic. 

Per me era come un figlio, un ragazzo generosissimo. Quando sono arrivato alla Lazio non giocava e mi ha detto: “Io sono qui, se ha bisogno di un portiere faccio anche quello”. 

L’ho liberato dai vincoli tattici, doveva sprigionare la sua energia e la sua qualità. Per lui ho fatto uno strappo, una cosa unica nella mia carriera.

In Giappone ho chiuso il mio viaggio nel calcio. 

Sono stato fortunato, nella vita. Sono vivo per miracolo. 

L’anno scorso sono caduto in casa, dalle scale. Non ricordo com'è successo, forse avevo in braccio la cagnetta di mio figlio Luca e ho perso l’equilibro. 

Mia moglie Fulvia mi ha trovato in un lago di sangue. Ho picchiato la testa, emorragia, sono stato in ospedale tre mesi, settimane in coma. 

Mi hanno operato, ho fatto la riabilitazione. Adesso sto bene, giro in bici, faccio sport, guido la macchina. E viaggio".


[ 🗣️ Alberto Zaccheroni]

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Tony Effe sei solo un coglione!

 


Questo tizio si chiama Tony Effe e andrà a Sanremo. E a proposito di questo testo le ragazze, le donne, cosa dicono, cosa fanno?!

.

«Prendi la tua troia 

Le serve una museruola

Metti un guinzaglio alla tua ragazza 

Ci vede e si comporta come una troia» 

«La tua tipa tra i miei seguaci 

Mi vede e dopo apre le gambe

La scopo e poi si mette a piangere»

«Bitch ogni giorno non mi lasciano libero

 Le ordino da casa come su Deliveroo».  

«Lei la comando con un joystick 

Non mi piace quando parla troppo 

Le tappo la bocca e me la fotto

«Bionda, mi piace quando è italiana 

Mora, se è sudamericana 

Rossa, bella e maleducata 

Basta che a letto fa la brava». 

«Prendo una bitch, diventa principessa

Le ho messo un culo nuovo, 

le ho comprato una sesta

Arriva Tony, inizia il party

Volano schiaffi e reggiseni da ogni parte

Con una sola botta faccio due gemelli

Copro la mia puttana di gioielli 

Ma non sei la mia tipa, quindi niente anelli» 

«Sono Tony, non ti guardo nemmeno

A novanta così neanche ti vedo

Mi dici che sono un tipo violento

Però vieni solo quando ti meno»


Ma vai a lavorare...coglione!!!!

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Il mio nome è nessuno

 


"Il mio nome è nessuno" è un film del 1973 di Tonino Valerii, ed uno dei pochi di quegli anni, interpretato da Terence Hill, non in coppia con il fido Bud Spencer.

Ciononostante, con il tempo, il film è diventato un vero e proprio cult del genere spaghetti-western, anche se un po' più serioso (sopratutto grazie alla presenza del divo hollywoodiano Henry Fonda che da un tono più austero al film).

Sergio Leone è accreditato fra gli autori del soggetto. Si vocifera che, durante la fase di pre-produzione, Terence Hill lo pregasse in ginocchio affinché dirigesse lui il film (all'epoca Leone era uno dei registi più potenti in tutto il mondo).

Tuttavia, la regia passò appunto al fido Valerii (regista, tra l'altro, dell'ottimo "I giorni dell'ira" con Giuliano Gemma e Lee Van Cleef), ma si sa per certo che supervisionò il film e - pare - che abbia diretto delle scene, come da lui stesso affermato qualche anno dopo:


Leone ha però dichiarato che alcune scene sono state girate da lui: «Tutto l'inizio, tanto simile a quello di "Il buono, il brutto, il cattivo"; il duello con i cappelli nel cimitero indiano, un ricordo di "Per qualche dollaro in più"; lo scontro di Beauregard con il mucchio selvaggio e il finto duello finale, sono tutte scene che ho girato personalmente. E senza falsa modestia, sono quelle che il pubblico ricorda di più. Per il resto, trovo che l'aspetto burlesco del film, quello più direttamente imparentato alla serie di "Trinità", sia troppo sottolineato».


C'è da dire, infine, che in tutto questo Terence Hill è semplicemente fantastico. A riprova del fatto che avesse reali doti attoriali, nonostante la critica "togata" gli abbia rivolto, nei suoi tantissimi anni di carriera, ben poche lodi.

In questo film dà semplicemente il meglio di se stesso: è difficile capire se fosse lui stesso particolarmente ispirato o se fosse proprio la vicinanza con due istituzioni come Henry Fonda e Sergio Leone a trasformarlo in un fanboy disposto a dare più del 100% pur di ottenere un cenno di approvazione (e magari entrare nel novero delle star internazionali). E’ dinamico, buffonesco, machiavellico e carico di leggerezza: memorabile il suo disappunto quando Beauregard uccide un avversario che lui aveva reso inerme.


Un film da riscoprire e recuperare.

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I leghisti sono nemoci dei lavoratori

 


E ci riprovano. Ragazzi quelle manine...


Ora dopo essersi fatti stroncare - di netto - dalla Ragioneria di Stato la proroga sul silenzio-assenso per il TFR nei fondi pensione, Durigon e la Lega hanno lanciato la brillante idea di rendere obbligatorio per i neoassunti il versamento del 25% del TFR in suddetti fondi. Così evitiamo fraintendimenti: da silenzio-assenso a prelievo forzoso. 


Ovviamente fondi privati su cui grazie a questa idea pioverebbero ogni anno centinaia di milioni dal nulla (anzi no: dalle tasche dei giovani lavoratori). 


Poi un colpo di genio. 


Oggi una PMI con meno di 50 dipendenti può tenersi i TFR dei dipendenti in azienda e non metterli da parte presso l'INPS. Una cosa utile perché garantisce liquidità alle piccole imprese. 


Domani con questa riforma un pezzo di quel TFR andrà in quei fondi pensione, che però potranno prestarlo alle stesse PMI che hanno versato lì i soldi, ma ovviamente non gratis. Quindi ciò che prima era liquidità a costo zero domani avrà un costo per le aziende. Tradotto: altro profitto per i fondi pensione. Fatto con soldi dei lavoratori. 


Complimenti a chi li vota. Dimostrano sempre di stare dalla parte dei più fragili, come si può notare.

Leonardo Cecchi 

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Bonino

 


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Vieni a mangiare i biscottini Stronzetti Provera

 


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