1- MUGHINI: \"VI SIETE MONTATI LA TESTA\"
Riceviamo e pubblichiamo:
MILLY OUT
Caro Dago, la vostra presentazione peccava mica poco di vanteria e straorgoglio del proprio lavoro, con una punta di cafonal. Sembrava la presentazione dell\'Encyclopédie da parte della squadra degli illuministi: vi siete fatti prendere la mano dal vostro successo e questo non è mai una buona cosa.
MILLY GUARDA PALAZZO CHIGI
Tu sai inoltre che io non considero questi libri-album lo stemma e il cuore del vostro lavoro. Non sono documenti epocali, come sono stati presentati all\'Auditorium; sono il brogliaccio del lavoro fotografico estratto da quel vostro prodigioso lavoro giornalistico quotidiano in cui ora per ora individuate, trascegliete e mettete in rilievo gli aspetti rilevanti della commedia massmediatica, quella commedia in cui sembta che tutti scrivano pur di far divertire (o inorridire) i lettori di Dagospia.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA
Io su Dagospia ci vado quattro o cinque volte al giorno e sempre ci trovo cibi freschi e ben impacchettati. Le foto \"cafonal\" sono la minima cosa, mettono un po\' di sapore, evidenziano se del caso belle gambe e le gambe femminili sono una delle prove dell\'esistenza di Dio. Ma non è vero affatto, come ha detto il pur intelligente Carlo Verdone, che a guardare le foto di Cafonal (dove quelli di sinistra e quelli di destra si ingozzano egualmente al buffet) si capisce finalmente che non c\'è distinzione tra sinistra e destra. Se è per questo, Longanesi quelle foto le metteva mezzo secolo fa. E comunque, evviva \"Dagospia\", istituzione centrale del giornalismo contemporaneo...
Tuo
giampiero mughini
MAURIZIONA PARADISO
2- MINISTRI, VELINE E PALAZZINARI: FOTOGRAFIE DELLA VOLGARITÀ
Francesco Bonazzi per \"Il Secolo XIX\"
LESBO PRIDE
Lo chiudi, questo catalogo di classe digerente sfigurata dal botox e dalle troppe tartine, e hai due scelte. Guadagnare rapidamente il confine, dopo aver scritto sul tornante finale \"L\'ultimo spenga la luce\". Oppure andare in piscina a guardare i ragazzi che si allenano. E magari passare all\'Anpi a rinnovare la tessera, nella speranza che non tutto sia stato vano. Ci vogliono anticorpi potenti e stomaco d\'acciaio per continuare a sentirsi anche solo coinquilini di questa Italia, dopo aver contemplato l\'ammucchiata fotografica lunga quasi 600 pagine che Roberto D\'Agostino e Umberto Pizzi rovesciano da oggi nelle librerie.
LE GRAZIE
Lui, inventore e gestore di Dagospia.com, non ha neppure bisogno di imbucare il fotografo di Zagarolo alle feste della Roma \"potentona e godona\". Pizzi lo invitano direttamente loro, i tenutari dei mejo salotti, con sublime masochismo. Il risultato è che a neanche due anni dall\'uscita di \"Cafonal\", la ditta Pizzi-Dago è già costretta a spurgare questo \"CafonalUltra\" con Umberto Bossi, in copertina, che ci mostra il dito medio delle grandi riforme.
GNAM URLATO
«L\'Italia è sempre più stupefacente» spiega D\'Agostino. Uno che la notte si diverte a proiettare l\'ombra di un gigantesco Mao sul cupolone di San Pietro ma poi, al momento di impaginare gli scatti del sodale, indossa gli occhialini da medico legale e certifica il disfacimento dei \"poteri morti\". La crisi di governo non lo coglie impreparato: «Dopo il primo Cafonal, pensavamo di finirla lì, invece con il CaiNano in decomposizione, questo libro è la lapide sul regime berlusconiano».
GAY PRIDE
Nelle prime pagine c\'è un\'enorme foto del retrocranio dai riflessi ramati del Cavaliere, l\'uomo che da anni guida una nazione tricologicamente avanzata. Poi si passa a \"Forza Gnocca\", impressionante galleria di una classe di legislatori con poca stoffa e tanta carne esposta. O con le mutandine bene in vista, come quelle del ministro Brambilla che rifulge anche accovacciata tra i banchi di Montecitorio.
LE MITICHE MARZOTTO E ALMIRANTE
Il guaio, di fronte a questo tracimare di seni rifatti e bocche malamente rigonfiate che caracollano su tacco 12 al braccio di banchieri e palazzinari, è che non sono stati parapazzati mentre ingurgitano arancini e crochette: «Mi chiamano loro perché non sanno leggere le foto» se la ride Pizzi.
3- PREFAZIONE DI MARCO GIUSTI - LA TRUCE VITA DEGLI ANNI DUEMILA
Marco Giusti
CRISTIANO MALGIOLIO ALLE PRESE CON ILSUO CANNOLO
Qualcuno lo doveva dire. Così lo dico io. Cafonal, l\'occhio sulla terribile realtà italiana di Dago&Pizzi, è la Dolce Vita degli anni Duemila. Lo avevano capito un paio d\'anni fa Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, i nostri due maggiori registi, quando, freschi di premi a Cannes, si erano rivolti a Dago per \"capire\" come fare dei film sulla realtà italiana partendo dal mondo di Cafonal.
CANI CHE ODIANO I PADRONI
Progetti abortiti, rimandati, diciamo impossibili. Perché niente, oggi, è più immediato, forte, chiaro delle foto di Cafonal. Non descrivono un mondo, non girano attorno a dei personaggi. Sono quel mondo e quei personaggi e ogni loro possibile messa in scena. Senza ideologismi. Senza voglie letterarie o autoriali. Senza premi e medaglie. E più a proprio agio nel trash del salotto di Vespa che nel salotto buono di \"Repubblica\". Ma solo come luogo di riproduzione infinita di momenti Cafonal.
SIGNORA SCAPIGLIATA
Per questo Sorrentino e Garrone, che pure avevano intuito perfettamente la forza di quelle foto e di quell\'operazione, si sono tirati indietro. Cafonal è già cinema, tv, Internet. Non deve mediare con niente. Non ha bisogno di un Ennio Flaiano o di un Pier Paolo Pasolini, come per la vera Dolce Vita di Fellini, per arrivare a un racconto, a una descrizione, perché dentro di sé ha già inglobato e digerito tutto. Fellini, Flaiano, Pasolini, le foto dei paparazzi di Via Veneto, le foto scandalistiche del \"Borghese\", le copertine dell\'\"Espresso\", gli articoli di Camila Cederna e di Giancarlo Fusco. E se ne serve per raccontare tutto il resto.
SABINA BEGAN ED I SUOI TATTUAGI
Il resto? Le rovine dell\'Impero berlusconiano, il tradimento di Fini, i Letta-Bocchino-Carfagna-Gelmini, Bossi col dito medio alzato, l\'inutilità della chiamiamola Sinistra, la palude della Rai, le eterne feste di una Roma eternamente in festa. Un percorso che va da Giò Stajano alla Tulliani, dalla marchesa Casati alla D\'Addario. In ogni foto c\'è non solo la storia d\'Italia attuale o recente, ma anche quella di un\'Italia che fu e che sarà.
MONTEZEMOLO
Come nella sfilata di moda per preti di Roma di Fellini o nel celebre episodio del Teatrino della Barrafonda, cuore dell\'Italia di sempre dove volano pernacchie e gatti morti e dove lo spettatore fa parte dello spettacolo anche più dei comici e delle ballerine. Perché in Italia chi guarda fa già parte dell\'immagine di chi è guardato.
Gli spettatori di Cafonal non sono solo intercambiabili con i suoi soggetti, sono parte integrante della messa in scena. Come, alla fine, lo sono Dago&Pizzi. Né moralizzatori né freddi occhi sulla realtà (il medium cool del realismo americano). Ma parte del gioco. Spesso addirittura innamorati del trashume che riprendono, dei volti sfatti e rifatti delle signore, dello sguardo ambiguo ma fragile del regime.
I PICCIOTTI SCARPELLINI PAOLETTI BACCINI
Quello che colpisce è l\'estrema libertà nel riprendere e nello scegliere chi sta di qua e chi sta di là, perché oltre al realismo, al più vero del vero, oltre all\'incredibile compiacimento della vittima nel far parte del museo, oltre al semplice piacere del carnefice nel fotografare e comporre, c\'è anche la voglia di costruire immagini d\'arte.
GNOCCHE POST AN
Immagini che rimarranno. Una galleria degli orrori che diventa galleria d\'arte, perché così è concepita e sentita. Qualcosa che sta tra le foto scandalistiche del \"Borghese\" e i ritratti dei cardinali del Rinascimento. Il candore e la follia di Cafonal è proprio lì, nel folle intreccio che compone/confonde \"Novella 2000\" e Damien Hirst, nello scavalcamento di confini tra il mondo della Raffa Carrà e quello di Serrano. Per questo la vittima può anche sentirsi a casa, quasi in famiglia.
LEX SIGNORA PERMAFLEX PUPA BALDIERI
Ah, se vivessimo in un altro mondo, magari qualche museo avrebbe già fatto una mostra di foto Cafonal... Ma se vivessimo in un altro mondo, forse, non avremmo bisogno di Cafonal. O di un Cafonal di questo tipo, che da puro giornale di gossip culturale politico è diventato giornale di informazione e controinformazione, cultura e controcultura. Molto più avanti delle invenzioni televisive della fine degli anni Ottanta, \"Striscia\" e \"Blob\".
FOTOGRAFAMI QUESTO DICE MARCO ALFONSO TORLONIA
Qui, in Italia, grazie alla mancanza (ma guarda un po\'...) di comunicazione dei tiggì, all\'ingorgo (ma senti...) di temi politici dei quotidiani, al controllo liofilizzato delle foto scandalistiche (questa poi...) dei settimanali di gossip, all\'agonia (come altro si può dire...) della satira, al poco coraggio (no, è proprio terrore...) dei nostri cineasti e dei loro produttori, senza pensare alle valanghe di eroici scrittori apparsi ultimamente in Italia, Cafonal ha occupato gli spazi liberi, si è appropriato non di un tema, ma di una serie spaventosa di temi, assieme a facce, culi, tette, occhi, ammiccamenti, orrori, ambiguità che il mondo più blasonato degli altri media non ha voluto o potuto o saputo vedere.
carlo de benedetti
Cafonal è lo specchio di un\'Italia che non trovate in tv, ma neanche sui giornali. E il corto circuito è tale che i giornali si accorgono che esisti quando ti vedono lì, nella galleria. Ma il compito dell\'informazione non era di cercare le notizie? Di fotografare la realtà? Di raccontarla per noi?
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/chi-cafonal-ferisce-cafonal-perisce-mughini-quot-vi-siete-20457.htm?utm_source=outbrain&utm_medium=widget&utm_campaign=obclick=obinsource