martedì 31 ottobre 2023
“Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci”.
Il Pibe de Oro avrebbe compiuto 63 anni oggi.
Il Pibe de Oro, per molti il miglior giocatore di calcio della storia, due volte campione del mondo 1986, U20 1979 e leggenda del calcio.
“Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci”.
Diego Armando Maradona
“Forse è questa la frase che rispecchia di più il vero animo di un genio, di una persona che in fondo era rimasto il ragazzo povero che palleggiava su un campo improvvisato a Lanús, nella provincia povera di Buenos Aires.
Quello stesso ragazzo che intervistato, sognava di poter giocare in Nazionale e far vincere all’Argentina il Mondiale di Calcio."
Auguri ovunque che tu sia 🎂 ❤️
Soumalia Diawara
lunedì 30 ottobre 2023
Un escort denuncia Pellegrini, il capitano della Roma, per stalking
Dal canale Telegram di Fabrizio Corona questa notizia incredible: Lorenzo Pellegrini, capitano della Roma, sarebbe stato denunciato 4 volte da un escort di cui sarebbe stato cliente per 7 mesi.
ECCO QUI UN ANTICIPO DELL’INCREDIBILE INTERVISTA-AUDIO CHE UNA FAMOSA ESCORT DI ROMA HA RILASCIATO A DILLINGER NEWS.
ASCOLTA CON ATTENZIONE.
DOMANI SUL SITO dillingernews.it ALLE ORE 14.00 TUTTA L’INTERVISTA.
MENTRE, QUI SU TELEGRAM ALLE ORE 16.00, LE PARTI AUDIO IMPUBBLICABILI SUL SITO PERCHÉ TROPPO FORTI.
💣 COLLEGATI E SEGUICI 💣
Fabrizio Corona
IL MILITE IGNOTO
Il 26 ottobre 1921 Maria Bergamas, una donna che ha perso il figlio durante la prima guerra mondiale, tra 11 cadaveri irriconoscibili a causa delle ferite ricevute viene incaricata di scegliere il cosiddetto "Milite Ignoto".
Il Milite Ignoto viene tumulato presso l'Altare della Patria al Vittoriano, in memoria delle centinaia di migliaia di caduti durante il conflitto bellico.
La celebrazione simboleggia il rapporto tra combattente defunto, popolo e nazione e vi assiste circa 1 milione di persone, accorse a Roma da tutta Italia per una grandiosa manifestazione di unità nazionale.
Il Milite Ignoto, un ragazzo morto in guerra di cui non si conosce la storia e la provenienza, come accade a tantissimi defunti durante ogni battaglia nel mondo, del passato e del presente.
Caduti giovanissimi che devono accantonare sogni e speranze a causa di un conflitto che, nella stragrande maggioranza dei casi, non condividono e non riconoscono, ma che li travolge con folle crudeltà.
Occhi di un mondo altro
Einstein parla italiano
"Mille volte al giorno penso al fatto che la mia vita interiore ed esteriore si basa sul lavoro di altri uomini, vivi o morti, e che io devo sforzarmi a offrire in misura eguale a quanto ho ricevuto e tuttora ricevo.“
Così diceva il padre della teoria della relatività, Albert Einstein. Rubando il titolo a un documentario, che è disponibile su Rai Storia, "Einstein parla italiano". Passò infatti circa sei mesi della sua adolescenza in Italia, per poi ritornare anche nel 1921 a tenere una serie di lectio magistralis a Padova e Bologna. Qualche anno prima, nei primi mesi del 1915, Einstein iniziò una fitta corrispondenza con il matematico Tullio Levi Civita, studente e discepolo di Gregorio Ricci Curbastro, che aveva trovato un errore nella prima stesura della famosa teoria da lui formulata. In una lettera del marzo 1915 scrisse:
"Caro collega,
Ho appena ricevuto la tua lettera del 23 marzo scritta nel tanto familiare italiano, di cui sono stato privato per molto tempo. Difficilmente puoi immaginare che piacere è stato per ricevere una lettera in questa lingua così genuina. Mentre la leggo rivivo i ricordi della mia giovinezza.
Fai anche una cosa molto affascinante: mi lusinghi jn modo molto cortese per impedirmi di fare un'espressione cupa dopo aver letto le tue nuove obiezioni."
Storie Scientifiche
domenica 29 ottobre 2023
Dylan Thomas
[ La vita scorre davanti alle finestre e io la odio ancor più di minuto in minuto. Vedo i gesti triti e ritriti, i sorrisi compiti, le cellule grigie che girano intorno al nulla sotto le pie bombette... I passanti sono spaventosi. Li vedo in tutti i loro piccoli orrori.]
Non ho niente da sciogliere nel bicchiere di birra, tranne una libbra d'amore.
" Mi hanno detto di ragionare col cuore, ma il cuore, come la testa, è un'inutile guida."
Voglio credere, credere in eterno, che il cielo è essere, una condizione di essere, e che il solo inferno è l'inferno di me stesso. Voglio bruciare il cielo con le sue stesse fiamme. Voglio vivere e amare ed essere amato; voglio lodare ed essere lodato, voglio dormire e destarmi, e considerare il mio sonno soltanto come un altro risveglio; voglio vivere e morire.
Sto diventando più oscuro di giorno in giorno. È per me una sofferenza fisica, adesso, scrivere poesia....Non sarò mai compreso. Credo che non manderò altre poesie, ma scriverò soltanto racconti.... Sono un eccentrico utente di parole, non un poeta. Questa è la reale verità. Nessun autocompatimento in questo caso. Un eccentrico utente di parole non è un poeta. È terribilmente vero.
Anch’io vorrei tanto incontrarti. Lo possiamo mettere a calendario ma non prima dell’inizio di settembre quando andrò a trovare mia sorella vicino Chertsey. Non attenderti troppo da me (è inteso e ipotizzato che lo farai); sono una persona bizzarra, scompagnata, piccola. Non ti immaginare il grande scrittore mascelluto che rimugina il suo ultimo capolavoro nello studiolo in legno di quercia, ma una figura sottile dai capelli crespi che si fuma moltissime sigarette con un polmone fuori dai giochi, mentre scrive i suoi versi indefiniti sul retro di una villetta di provincia.
da Dylan Thomas - Lettere d'amore - A cura di Massimo Bacigalupo
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Le lettere che Dylan Thomas mandò alle donne della sua vita sono tra le più belle e liriche mai scritte dal poeta di Swansea. Da Londra o da New York, dal Galles o da Teheran, dai posti diversi in cui la sua breve vita lo trascinò, Thomas diede sempre voce alla nostalgia e ai sentimenti. Ma anche alle sue doti di abile fingitore. Come scrive Massimo Bacigalupo nell'introduzione, tutte "le gradazioni dell'amore, dal farsesco al drammatico al melodrammatico, sono presenti in quest'opera involontaria di un attore consumato". Ricca di episodi di vita vissuta e spunti poetici, questa raccolta è anche autobiografia, autoesegesi, diario di viaggio.
Guanda ed.
ph Dylan Thomas e sua moglie Caitlin McNamara, 1950 - Popperfoto/Getty Images
Freeman Dyson
Nel 1953 Fermi era a capo della squadra che aveva costruito il ciclotrone, un tipo di acceleratore di particelle, di Chicago e stava indagando le forze che tenevano uniti i nuclei atomici (la cosiddetta forza forte). Negli anni era riuscito a effettuare delle misurazioni accurate sullo scattering mesoni-protoni, fornendo le prime importanti prove sulla natura delle forze forti.
Freeman Dyson era a quel tempo professore associato alla Cornell University e guidava un piccolo gruppo di dottorandi. Il loro obiettivo era calcolare lo scattering mesone-protone in modo tale da poter confrontare i loro risultati teorici con le misurazioni fatte da Fermi. Nel biennio 48-49 avevano già fatto calcoli simili per processi atomici usando la teoria dell’elettrodinamica quantistica (dove lo stesso Dyson e Feynman diedero importanti contributi) trovando quello che tutti i teorici avrebbero voluto trovare: i dati sperimentali e teorici coincidevano!
Decisero dunque di riprovare le stesse tecniche di calcolo per esplorare le interazioni forti. Nella primavera del 1953, “dopo sforzi eroici”, erano riusciti a tracciare grafici teorici di questi scattering usando una particolare teoria delle forze forti, conosciuta come “teoria del mesone pseudoscalare” e notarono che i risultati teorici concordavano abbastanza bene con quelli misurati da Fermi. Dyson chiese un appuntamento e arrivò a Chicago.
Una volta arrivato nell’ufficio, Fermi guardò a malapena i grafici e dirottò la conversazione chiedendo come stesse il suo interlocutore, sua moglie il loro figlio appena nato. Poi emise il suo giudizio la sua solita pacatezza:
“Ci sono due modi per fare calcoli in fisica teorica. Il primo, che è il modo che preferisco, è di avere un’immagine fisica chiara del processo che si sta calcolando. L’altro è di avvalersi di un formalismo matematico preciso e autoconsistente. Lei non hai nessuno dei due.”
Dyson azzardò una piccola protesta, dicendo che i loro dati erano molto vicini a quelli sperimentali. Fermi domandò allora quanti parametri arbitrari avessero utilizzato per fare i calcoli. Quando Dyson rispose che erano quattro, Fermi replicò dicendo:
“Ricordo che il mio amico John Von Neumann era solito dire: con quattro parametri posso fare in modo che i dati descrivano un elefante, e con cinque gli posso far muovere la proboscide”.
Dyson tornò a casa, forse un po’ triste, ma comunque grato a Fermi.
Successivamente disse:
“Ripensandoci dopo cinquant’anni possiamo vedere chiaramente che Fermi aveva ragione. La scoperta che ha dato un senso alle forze forti è stata il quark. I mesoni e protoni sono entrambi composti da quark e prima che Murray Gell-Mann li scoprisse, nessuna teoria delle forze forti poteva essere adeguata. Fermi non sapeva nulla dei quark e morì prima che fossero scoperti, ma in qualche modo sapeva che qualcosa di essenziale mancava nelle teorie dei mesoni degli anni Cinquanta. La sua intuizione fisica gli disse che la teoria del mesone pseudoscalare non poteva essere corretta. E fu proprio la sua intuizione, e non qualche discrepanza fra teoria ed esperimenti, che ha salvato me e i miei studenti dal rimaner bloccati in un vicolo cieco”.
Credits photo: San Francisco Chronicle
Storie Scientifiche
Johan Cruijff
Prima del suo avvento, non soltanto il Barcellona non vinceva una Liga da più di un decennio, ma addirittura aveva iniziato la stagione 1973-1974 nel peggiore dei modi, bazzicando nei bassifondi della classifica.
L'esordio di Johan Cruijff contro il Granada nel lontano 28 ottobre 1973 non fu dirompente soltanto per la doppietta che segnò subito, ma perché da quel momento in poi il Papero si erse come leader TOTALE del Barcellona, trascinandolo di forza ad una Liga che mancava da ben 14 anni.
I suoi numeri (16 gol e 16 assist in 26 partite di Liga), le sue giocate iconiche (lo scorpione contro l'Atletico Madrid) e soprattutto il 5-0 inflitto agli eterni rivali del Real Madrid non bastano, da sole, come fotografie di una delle più grandi stagioni della storia della Liga, ancora oggi difficile da replicare per l'impatto immediato che ebbe al suo primo anno nel campionato spagnolo.
50 anni fa, la storia del Barcellona cambiava per sempre, con un Johan Cruijff leggendario pronto a prepararsi Lld porte del Mondiale dell'estate '74.
Oltre l'iconico.
Gabriele Gilli ✍🏻
Troppi idioti nel mondo
Un'arbitro donna tedesca ha dato un cartellino rosso al giocatore turco, Karim Demirbay. Il giocatore le ha detto "Dovresti restare in cucina".
L'arbitro lo ha scritto che nel suo rapporto e la FIFA lo ha sospeso per 5 partite e come parte della sua sospensione arbitrerà anche una partita di calcio femminile.
Il razzismo non ci piace
sabato 28 ottobre 2023
Dea di Taranto
Divinità in trono cosiddetta Dea di Taranto – Taranto o Locri (Italia), acquisito nel 1915 – Marmo, 475-450 a.C. – Altes Museum, Berlino – Foto: Giorgio Manusakis
La donna in trono rappresenta una dea ma la mancanza di attributi non consente un’identificazione precisa. Persefone, Era o Afrodite furono discusse come possibili scelte. Si può presumere che una volta tenesse una ciotola per le offerte nella mano destra. Sicuramente la statua monumentale fungeva da immagine di culto in un santuario dell’Italia meridionale. (fonte; didascalia museo)
MattinArte ogni mattina vi presenta un capolavoro dell'arte in foto e didascalia, su Naòs a questo link https://rivistanaos.it/category/mattinarte/
Naos - Nel cuore dell'arte e del sapere
venerdì 27 ottobre 2023
I VÈNTI.
Nell'ODISSEA, ULISSE sbarca sull'isola di Eolia, dove il saggio e ospitale re dei venti, EOLO, regna sovrano su un'isola avvolta da una costante brezza temperata. Eolo è descritto come un uomo maestoso, con lunghi capelli e una barba fluente, come le nuvole che si muovono al comando della sua volontà.
Egli dimora in un palazzo possente, costruito con le pietre scolpite dal vento stesso.
Eolo, con la sua saggezza e gentilezza, concede a Ulisse un otre magico, custode dei venti, con l'eccezione di un solo vento che lo riporterà ad Itaca.
Però, la curiosità dei compagni di Ulisse e la mancanza di fiducia portano alla liberazione incontrollata dei venti, dando vita a una tempesta violenta che sconvolge il mare circostante e li riporta a Eolia.
Eolo, sebbene deluso e irritato per l'atto di tradimento, manda via Ulisse e il suo equipaggio, senza aiutarli, ritenendoli indesiderati agli occhi degli dei.
Giuseppe Di Crosta.
Mitologia greca
Rimanere vivi
Hey Ibrahim
Come vorresti essere da grande?
~Vivo!
E tu Yossef
Come vorresti essere da grande?
~Vivo!
ahahah
ahahah
Yossef abbiamo lo stesso sogno!
Si Imbrahim,
lo stesso sogno.❤️
❤️ Ketty Karol ❤️
Lou Reed
Dieci anni fa ci lasciava Lou Reed (New York, 2 marzo 1942 – Southampton, 27 ottobre 2013).
Ciao Lou ❤️
Come diventare un cattivo fisico teorico
“I teorici, sia bravi che meno bravi, commettono errori. La scienza progredisce nonostante le persone commettano errori. Produciamo teorie, anche quelle che non possono essere del tutto corrette, e le testiamo in tutti i modi più strani che possiamo immaginare. Alla fine riusciamo a eliminare gli errori e ad avere nuove meravigliose intuizioni. La differenza tra un buon fisico teorico e uno mediocre è che i buoni teorici sono di solito i primi a individuare i difetti delle loro teorie. Non hanno mai paura di scartare una teoria se questa appare irrecuperabile. Quando impariamo la fisica da studenti, abbiamo tutti l'ambizione di fare grandi scoperte, quindi iniziamo a costruire le nostre teorie molto presto. Di solito sono sbagliate, ma non importa, impariamo dai nostri errori.
Sulla strada per diventare un pessimo fisico teorico, prendi la tua teoria ancora acerba, smetti di controllare gli errori, non ascoltare i colleghi che individuano i punti deboli e inizia ad ammirare la tua infallibile intelligenza. Cerca di mettere in ombra chi ti critica e pubblica comunque il tuo lavoro. Se le riviste famose si rifiutano di pubblicare il tuo lavoro, fonda una tua casa editrice. Accusa tutti i tuoi critici della miopia di cui in realtà soffri tu stesso. È facile e piacevole, non richiede il duro lavoro di controllare e ricontrollare i risultati e, se siete sufficientemente eloquente, potresti persino arrivare ad avere qualche ammiratore.”
Gerard 't Hooft in “Come diventare un cattivo fisico teorico”. ‘t Hooft ha vinto il Premio Wolf per la fisica nel 1981 insieme a Freeman Dyson e Victor Weisskopf “per i loro straordinari contributi alla fisica teorica, specialmente nello sviluppo e nell’applicazione della teoria quantistica dei campi”, e il Premio Nobel con Martinus Veltman “per aver spiegato la struttura quantica dell’interazione elettrodebole”.
Storie Scientifiche
giovedì 26 ottobre 2023
Nikolaj Bogolyubov
I contributi di Nikolaj Bogoljubov, “matematico per grazia di Dio” (Bogolyubov è composto dalle parole Bog- Dio e lyubov- amore) alla matematica e alla fisica sono eccezionalmente vasti e diversificati. I suoi lavori ricoprirono una vasta gamma di ambiti, spaziando dalla teoria della superconduttività e della superfluidità con Lev Landau (i cui rapporti non furono sempre cordiali), alla teoria quantistica con lo sviluppo del gruppo di rinormalizzazione con Dmtry Shirkov, passando per lo studio dei sistemi dinamici e della meccanica statistica applicata sia ai processi di equilibrio che a quelli di non equilibrio.
Sono famose le parole del padre della cibernetica Norbert Wiener sul suo conto:
“Non ci sono forse diversi Bogolyubov, eccezionali specialisti in vari settori della matematica, meccanica e della fisica?”
Storie Scientifiche
L'APPLAUSO
Secondo la leggenda, CROTO, figlio di PAN e EUFENE, trascorse la sua gioventù con le MUSE sull'Elicona.
Loro cantavano per lui e lui le applaudiva entusiasticamente come atto di apprezzamento reciproco.
Introdusse così l'atto dell'applauso, che simboleggia un abbraccio a distanza e rappresenta un archetipo fondamentale dell'interazione sociale non verbale.
Giuseppe Di Crosta.
Mitologia greca
Ampelo e Dioniso, 150-200d.c,British Museum
Il mito narra che Ampelo (Αμπελος),figlio di un Satiro e di una Ninfa, fu amato da Dioniso.
Avendo trovato la morte per la caduta da un albero o, secondo un'altra versione, vittima di un toro infuriato che egi aveva tentato di cavalcare, fu trasformato in vite, che da lui prese nome e di cui Ampelo è considerato la personificazione. Nel gruppo marmoreo del British Museum è raffigurato tra le braccia di Dioniso mentre si sta già trasformando in vite, nell'atto di offrire al dio un grappolo d'uva.
Mitologia greca
Minosse e il Minotauro
Tutto ebbe inizio quando il re di Creta, Minosse, chiese in dono al dio del mare, Poseidone, un toro che avrebbe sacrificato in suo onore.
Poseidone accettò e fece emergere dalle onde uno splendido esemplare di toro bianco, talmente bello che il re, invece di sacrificarlo, decise di tenerlo come toro da monta per la sua mandria.
Poseidone, per punire Minosse per la disobbedienza, fece innamorare sua moglie Pasifae del toro.
La donna, infatti, perse la testa per quel bellissimo animale e non desiderava altro che di accoppiarsi con lui.
Dalla loro unione nacque Asterio, una creatura dalle sembianze metà di uomo e metà di toro; il minotauro.
Il Minotauro era ferocissimo e incuteva paura a chiunque lo vedesse, pertanto Minosse lo fece rinchiudere nel labirinto di Cnosso, fatto costruire da Dedalo, talmente intricato con i suoi corridoi, porte, finti ingressi, che una volta entrato, nessuno poteva uscirne.
Il feroce Minotauro si nutriva solo di carne umana.
Il figlio di Minosse, Androgeo, celebre per le sue eccellenti capacità atletiche, recatosi ad Atene per partecipare ai giochi ginnici, fu ucciso dai giovani ateniesi. Minosse si vendicò duramente per la morte del figlio: sconfisse gli ateniesi e li costrinse a versare, come tributo annuale, sette fanciulli e sette fanciulle da dare in pasto al Minotauro. Alla corte di Minosse, dove Teseo fu ricevuto, conobbe la giovane Arianna, figlia del re di Creta Minosse e di Pasifae.
La bella fanciulla si innamorò di Teseo al primo sguardo, tanto che, per amore, tradì il fratellastro Minotauro, consegnò a Teseo un gomitolo di lana che lui, all’ingresso del labirinto, cominciò a dipanare finché, attraverso cunicoli, sale, corridoi, non incontrò il feroce Minotauro. Dopo una dura lotta, riuscì ad ucciderlo spezzandogli il collo.
A questo punto, riavvolgendo man mano il filo che gli aveva legato Arianna, riuscì a trovare facilmente l’uscita del labirinto.
I due giovani ripartirono verso Atene con le loro navi.
Durante il viaggio, i due innamorati consumarono l’amore e, dalla loro unione, fu concepito Demofonte, futuro re di Atene.
Secondo una versione del mito di Arianna, giunti nell’isola di Nasso, detta anche Dia, Teseo fece un sogno in cui Dioniso gli ordinava di lasciargli Arianna perché la desiderava per sé. Teseo, al risveglio, si sentì obbligato ad esaudire il desiderio del dio e, seppur a malincuore, salpò con la sua flotta lasciando sull’isola Arianna ancora addormentata. Dioniso la notte stessa portò via la fanciulla sul monte Drios.
Un’altra versione racconta che Arianna, giunti ad Atene, era sicura di sposarsi, ma Teseo non aveva nessuna intenzione di prendere moglie, pertanto, approdò a Nasso con il pretesto di fare rifornimenti di viveri e, mentre la ragazza dormiva, partì con la sua flotta abbandonandola sull’isola.
Al suo risveglio, Arianna, non trovando più il suo amato, pianse disperata finché i suoi lamenti non furono uditi da Dioniso che, per consolarla, la prese in sposa.
Come regalo di nozze le consegnò un diadema forgiato dal dio del fuoco, Efesto. Si narra che dal diadema d’oro, scagliato in cielo, ebbe origine la costellazione della Corona Boreale.
Nel frattempo Teseo, provato da tutti gli eventi vissuti, durante il ritorno in patria, si dimenticò di cambiare le vele. Quando suo padre, il re Egeo, scorse da lontano le vele nere, pensò che il figlio fosse stato ucciso.
Così, preso dalla disperazione, preferì la morte, lasciandosi cadere nel mare. Da allora l’area marina prese il nome di Mar Egeo.
La mitologia ci presenta la figura di Arianna come una donna intelligente e scaltra. Ella offre e suggerisce a Teseo lo stratagemma per uscire dal labirinto, il proverbiale “Filo di Arianna“. E’ una donna valorosa e determinata che per amore non esita ad abbandonare la propria famiglia e la propria patria. Anzi è disposta ad andare a vivere ad Atene, città nemica di Creta. Eppure, nonostante il suo coraggio e la sua determinazione, fu vittima del tradimento di Teseo.
Tuttavia il fato fu generoso con lei: salvata dal dio Dioniso, che la prende in moglie, il dio le regala un diadema che, tramutato in costellazione, brillerà in eterno nel cielo.
La figura di Arianna ha ispirato molti artisti, celebri pittori, poeti, musicisti, che con le loro opere hanno voluto esaltare il valore di questa donna.
mercoledì 25 ottobre 2023
Castello di Himeji
Sapevate che il castello di #Himeji è composto da ben 83 strutture diverse?
Bellissimo, circondato dai #sakura. ☺️
🌸🏯🌸🏯🌸🏯🌸🏯🌸🏯🌸🏯🌸🏯🌸🏯
#IlMioViaggioInGiappone #おはようございます #traveltherapists #traveltherapy #Giappone
📸 traveler_sui
martedì 24 ottobre 2023
I Miserabili
Buon pomeriggio… 💕
Era il 1964 quando la RAI mandò in onda lo sceneggiato “I Miserabili”, la memorabile versione tv del romanzo di Victor Hugo, firmata da Sandro Bolchi con Gastone Moschin, Tino Carraro, Giulia Lazzarini e una tredicenne Loretta Goggi nella parte di Cosette da piccola.
Jean Valjean, segnato da 19 anni di lavori forzati, ma pronto a risorgere sotto mentite spoglie. La giovane Fantina, sedotta e abbandonata da un innamorato senza scrupoli. La neonata Cosette, che la madre è costretta ad affidare alla grettezza dei coniugi Thenardier. L’ispettore Javert, implacabile persecutore di Jean Valjean in nome di una giustizia tutt’altro che giusta.
Quante lacrime ho versato durante quelle dieci puntate!
foto da web
I sapori dei ricordi - ricette toscane
Sta scherzando mr Freyman
“Non potrei fare a meno d’insegnare. Quando mi mancano le idee e sono in un vicolo cieco, ho bisogno di qualcosa per dirmi che sono ancora vivo, che servo a qualcuno. È una questione psicologica.
A Princeton, negli anni Quaranta, avevo visto cosa succedeva alle grandi menti dell’Institute for Advanced Studies. Scelte in base alla potenza cerebrale, avevano avuto la fortuna di potersi rilassare in una bella villetta nel bosco, senza dover far lezione, senza alcun obbligo. Quei poveracci potevano starsene comodamente da soli a pensare. Ma poi, se non avevano nuove idee, la situazione diventava pesante. Venivano colti da un senso di colpa, magari dalla depressione, dall’ansia. Ma neppure l’ansia serviva perché senza contatti con gli scienziati sperimentali, senza poter rispondere alle domande degli studenti, mancava l’attività vera: la sfida.
Nell’attività intellettuale ci sono momenti in cui tutto va a gonfie vele, vengono in mente idee meravigliose e l’insegnamento diventa un’interruzione, una seccatura. Ci sono però lunghi periodi in cui si approda a nulla, non compare neanche l’ombra di un’idea. E se non si trova qualcosa da fare, si rischia di impazzire.
Se invece uno insegna, può riflettere sulle cose elementari, che conosce a fondo. Sono divertenti, piacevoli, e non fa male ogni tanto ripensarci. Chiedersi se esiste un modo migliore per spiegarle, se suscitano altri agganci di pensieri. Riflettere sulle cose elementari è facile e, se manca l’idea nuova, pazienza: per gli studenti vanno bene le idee già esistenti. E se un’idea nuova arriva su un argomento vecchio, farà comunque piacere avere un punto di vista nuovo.
Le domande degli studenti inoltre suscitano spesso nuove ricerche. Sono domande profonde, sulle quali magari ho riflettuto in passato prima di abbandonarle, per così dire, temporaneamente. Mi fa bene applicarmici di nuovo per cercare di progredire.
Ritengo quindi che l’insegnamento sia molto stimolante. Non accetterei mai un incarico accompagnato dalla situazione, cosiddetta felice, in cui non dovrei insegnare. Mai.”
Richard Feynman.
IL MITO DI ERCOLE
Il mito greco dell’eroe Ercole è un esempio prezioso per comprendere il modello della psiche ideato da Freud. Per Freud, alla base del funzionamento dell’apparato psichico vi è il conflitto tra diverse istanze, ciascuna alla ricerca del primato.
In “L’Io e l’Es” (1923), Freud descrive il conflitto tra Io, Es, Super Io.
Ciascuna di queste istanze sarebbe connessa ad alcuni aspetti specifici della psiche.
In particolare, l’Es è descritto come l’insieme degli aspetti pulsionali, dei desideri inconsci e dei contenuti rimossi della mente. L’Es ricercherebbe la diretta e immediata soddisfazione della pulsione, cercando di imporsi sull’Io.
Il Super Io invece, inteso come coscienza morale, emergerebbe a seguito della conclusione del complesso edipico: frutto dell’introiezione delle immagini idealizzate dei genitori, il Super Io opererebbe un’opera di controllo, repressione e regolazione dei contenuti considerati socialmente inaccettabili, facendo sì che il soggetto sia “adeguato”, conforme al contesto sociale e familiare nel quale è cresciuto.
Infine abbiamo l’Io: risultato dell’insieme delle identificazioni e delle immagini narcisistiche che si sono succedute nel corso della vita, l’Io, come ricorda Sartre ripreso poi da Lacan, non sarebbe da intendere in modo semplicistico come la coscienza o la percezione immediata, bensì come un “oggetto”, un’istanza tra le altre, con le proprie prerogative. In particolare, la parte inconscia dell’Io sarebbe costituita dai meccanismi di difesa, necessari per proteggere il “fragile” Io dai contenuti rimossi dell’Es.
Come affermato da Freud nell’articolo “La perdita della realtà nella nevrosi e nella psicosi” (1924), il conflitto tra le diverse istanze può portare alla vittoria di una di esse: in particolare, la nevrosi sarebbe il frutto della vittoria delle esigenze del mondo esterno e della realtà sociale, a scapito dei desideri del soggetto, destinati alla rimozione.
Nella follia invece, a prevalere sarebbe l’Es, determinando l’emergere di aspetti pulsionali contrari al “programma della Civiltà”.
In entrambi i casi, sottolinea Freud, vi sarebbe una perdita nel rapporto con la realtà, che l’apparato psichico cerca di recuperare: nella nevrosi, è il sintomo, fonte di sofferenza e di nascosta soddisfazione, ad offrire al nevrotico la possibilità di recuperare quella quota di godimento che il mondo esterno e il Super Io gli hanno negato. In particolare, il nevrotico vedrebbe rimossa la propria realtà psichica di desiderio, celata dalla sofferenza del sintomo.
Nella psicosi, invece, il folle recupera la possibilità di accedere ad un certo grado di soddisfazione attraverso il delirio, una complessa operazione di costruzione di una nuova realtà che possa sostituire il mondo esterno, rifiutato e rigettato in modo radicale.
Nell’iconografia, Ercole è spesso rappresentato come un eroe tormentato, diviso tra i propri doveri e i propri desideri; in alternativa, il mito di Ercole mette al centro le fatiche che l’eroe deve compiere per ottenere il perdono per i propri atti, compiuti sotto l’effetto della follia.
Nella statua di “Ercole bambino che soffoca il serpente”, un bronzo parte della famosa collezione Farnese, custodito nel museo della Reggia di Capodimonte, vediamo rappresentato uno di questi temi: il bambino, nelle sembianze di un fanciullo, soffoca una serpe inviata dalla gelosa dea Era, inferocita per il tradimento che ha portato alla nascita di Ercole (figlio di Zeus e di Alcmena).
Simbolicamente, il serpente rappresenta la dimensione pulsionale, animale, dell’uomo: Ercole, grazie alla sua forza e temperanza, la domina, fino a soffocarla.
Il tema del bambino e del serpente è un classico della letteratura: ne sono presenti innumerevoli esempi, sia nell’iconografia cristiana sia nella filosofia, come ad esempio nello Zarathustra di Nietzsche.
Il bambino quindi può rappresentare il conflitto tra la dimensione razionale e quella pulsionale, rifiutata, rappresentata nelle vesti di un inquietante serpente.
Per approfondire:
Sigmund Freud – L’Io e l’Es;
Sigmund Freud – La perdita della realtà nella nevrosi e nella psicosi.
L’articolo completo è disponibile sul sito.
Murales dedicato a Gigi Riva
Ieri sera, all'ingresso dello Stadio "Amsicora" (che fu teatro della vittoria dello Scudetto del Cagliari 1969-1970) è stato inaugurato un murales raffigurante il Mito rossoblù GIGI RIVA .
❤️
lunedì 23 ottobre 2023
Ronda Rousey
When Ronda Rousey attacked male WWE legend - almost 100,000,000 views
Read the article 👉https://bitly.ws/TsNC
Heracleion
Heracleion: un’epica città greca sprofondata in mare più di mille anni fa
La città affondò nel VI o VII secolo d.C. Dai fondali egiziani è riemersa una intera città avvolta nel mistero, inghiottita dal Mediterraneo probabilmente a causa di un terremoto. Si tratta dell’epica città di Heracleion (per i greci) o Thonis (per gli antichi egizi), che ora può essere esplorata grazie alla mappa interattiva creata dall’European Institute for Underwater Acheology con i dati archeologici raccolti in questi anni di scavi.
Per gli antichi greci era Heracleion, per gli egizi Thonis. Per noi è ancora un mistero. Sprofondando nel Mediterraneo, la città si è trascinata nei fondali marini anche la sua storia. Solo il mito è riuscito a volare sino ai nostri tempi e ci ha riportato la leggenda di una grande metropoli sulla foce del Nilo, fulcro nevralgico dei commerci tra l’Africa e i porti mediterranei.
Una grande e nobile città fondata dagli amanti Paride ed Elena, in fuga da Menelao, re di Sparta e legittimo consorte della donna che Afrodite stessa aveva eletto come la più bella del mondo. Successivamente il semidio Ercole, peregrinando per il mondo alla ricerca delle sue Dodici Fatiche, ci si fermò e le dette il suo nome, “Heracleion”.
Storici importanti come Strabone, Diodoro Siculo e lo stesso Erodoto, riportano qualche accenno su questa città che nei secoli VI e IV a. C. doveva essere il principale porto dell’Egitto e che fu la culla del culto di Amon. Quanto successe in seguito, possiamo solo immaginarlo. Le teorie più accreditate parlano di un probabile terremoto e di una successiva inondazione che sommerse l’intera città sino quasi a cancellarne il ricordo.
Per gli storici moderni, Heracleion non era niente di più di una leggenda tra le tante che il mondo antico ci ha consegnato. Una leggenda come quella della mitologica Atlantide. Molti studiosi dubitavano addirittura che Heracleion e Thonis fossero la stessa città ed ipotizzavano che solo la seconda fosse realmente esistita, relegando la prima ai miti legati ad Ercole, come il Giardino delle Esperidi.
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